Tutti conosciamo il timo, pianta arbustiva tipica della flora mediterranea e largamente usata in cucina, soprattutto nei piatti della tradizione ligure. Ma forse non tutti sanno che, esiste una specifica varietà di timo dall’intenso profumo di limone, una pianta largamente coltivata sulla piana di Albenga.

Andiamo per ordine, il Thymus, classificato da Linneo nel 1753, è un genere di piante della famiglia delle Lamiaceae, tipicamente arbustive o subarbustive che raggiungono i 50 cm di altezza, tipiche della macchia mediterranea.

Il nome del genere deriva da un antico nome greco, θύμον (pron. thýmon), il cui significato è forza, coraggio. Si dice che sia stato usato per la primva volta da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, come incenso per rituali mistici.

Esistono moltissime specie di Thymus, quella forse più conosciuta è il Thymus vulgaris che cresce spontaneo e rigoglioso nelle zone collinari/montane della Liguria e non solo.

Tra queste vi è il Thymus citriodorus pianta perenne sempreverde, caratterizzata dall’intenso profumo di limone che cresce sotto forma di cespi. Le foglie, piccole e di colore verde, si alternano piccoli fiori bianchi e rosati. E rappresenta una delle piante più richieste e particolari del campionario di aromatiche coltivate sulla piana di Albenga.

Pianta rustica, ama le postazioni soleggiate e non necessità di grandi cure dal punto di vista idrico, l’importante è che il terreno sia ben drenato per evitare pericolosi ristagni d’umidità. Ideale da essere tenuta in vaso in balcone, resiste anche a temperature che vanno sotto lo zero, oppure trapiantata in giardino.

Le foglie possono essere raccolte a inizio primavera prima della fioritura o in tarda estate e utilizzare sia fresche che essiccate, utilizzate per insaporire pesce e carni alla griglia, insalate, legumi e per accompagnare verdure e patate al forno. Si possono usare anche per tisane e infusi dalle proprietà, tra le altre,  digestive, espettoranti e diuretiche.

Molte anche le curosità che ruotano intorno a questa pianta. Si dice che gli egizi lo utilizzassero per la preparazione degli unguenti utilizzati nella pratica di imbalsamazione delle mummie, greci e romani lo utilizzavano per la produzione del miele, nel Medioevo si diceva servisse ad allontanare i brutti sogni, per questo se ne teneva sempre un rametto sotto il cuscino, oppure veniva donato dalle dame ai cavalieri che si apprestavano a partire in battaglia sperando di donar loro coraggio e buona sorte.

Come tutte le piante aromatiche di Albenga, si adatta molto bene alla coltivazione biologica che permette di mantenerne intatte le qualità organolettiche e di bellezza, mantenendo un basso impatto ambientale e rispettando la salute di operatori e consumatori.

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