Decorare bouquet, composizioni, spazi e salotti con piante sempre fresche e bellissime tutto l’anno. Un sogno per chi non ha tempo né pratica con la necessaria manutenzione dei fiori e del verde, o per chi sogna di creare e proporre decorazioni e allestimenti fuori dai rigorosi tempi che i naturali cicli stagionali di ogni pianta dettano. Un sogno possibile, che esiste e ha il nome di stabilizzazione.

Si tratta di un processo di conservazione che parte dalla pianta fresca e che non va confuso con la preservazione, che riguarda invece piante essiccate. La stabilizzazione è una tecnica più complessa, ma anche più affidabile e con risultati più evidenti, si tratta infatti di creare dalle piante fresche dei “sempre verdi” che non avranno più bisogno della cura e manutenzione delle piante “vere” e resteranno inalterate nel tempo, mantenendo colori e flessibilità.

Addio quindi irrigazione, potature, fertilizzazione, ma anche addio alle foglie secche autunnali: la pianta stabilizzata, infatti, è come cristallizzata nel tempo e non segue più i cicli stagionali che caratterizzano la vita di una pianta “normale”. Stabilizzare una pianta, in buona sostanza, significa sottoporla a un processo di conservazione che le permetterà di mantenersi bella come se fosse fresca in ogni circostanza, ma pur sempre naturale al cento per cento.

Ma come si crea una pianta stabilizzata? Le piante fresche vengono trattate con una miscela di glicerina e componenti biodgradabili in processi per capillarità, che riguardano prevalentemente le foglie, o per doppia immersione, e in questo caso si tratta di fiori. La tecnica per capillarità prevede che la pianta sia immersa in un liquido di stabilizzazione apposito, fatto di sostanze naturali, tra cui glicerina, coloranti e nutrienti, che sostituisce la linfa. Il processo può durare diversi giorni ed è molto delicato, entrano infatti in gioco non solo le tempistiche, ma il liquido stesso e i suoi componenti. I fiori, invece, solitamente vengono stabilizzati con un doppio processo: dapprima sono immersi in una soluzione alcolica che li disidraterà senza rovinarli. Tuttavia, il fiore così perderà il colore, che andrà recuperato con una seconda immersione in una soluzione fatta nuovamente di alcool, ma anche glicerina, coloranti e altre sostanze naturali. Attenzione però: se il fiore riprenderà idratazione, sarà sempre senza lo stelo, che altrimenti prenderebbe il colore del fiore.

Diverse le tecniche, uguale il risultato: miscele e lavorazioni hanno lo scopo comune di mantenere e conservare quanto la pianta offre quando è fresca, e dunque i colori e la struttura, il tutto in modo ecologico, senza alcuna sostanza tossica o vernice. Nuove tecniche stanno intanto avanzando, così da permettere di stabilizzare sempre più specie, e di ridurre tempi e costi.

Se gestiti con cura, quindi non esposti alla luce diretta né al calore, ma nemmeno all’umidità, un fiore o una pianta stabilizzata, anche se fragili per natura, possono conservarsi per anni, sempre identici a se stessi. Certo, non sarà come una pianta “vera”, ma quello della stabilizzazione è in ogni caso un settore di mercato interessante proprio per i nuovi spazi e scenari che apre nel pieno rispetto della naturalità delle piante. Spesso i fiori e il verde stabilizzato sono infatti utilizzati per design di interni innovativo, con lo scopo di creare ambienti rilassanti e creativi, con costi di manutenzione contenuti.

Resta una sola regola da rispettare, dove a farla da padrone sono le piante fresche, e cioè la raccolta. La stabilizzazione può avvenire infatti solo quando la pianta è nel momento migliore del suo ciclo di vita, così da mantenere intatti i suoi colori e la sua bellezza. Sarà quindi necessario, prima di fermare il tempo, adattarsi a quello dettato dai cicli della natura, nel periodico alternarsi delle fioriture.

Articolo di Alessandra Chiappori.

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