Questa nota informativa è stata realizzata dal Servizio Fitopatologico e Difesa dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo con la collaborazione dei Tecnici della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga, del Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest e della Cooperativa Florcoop Sanremo.
Nota meteo – Il carattere caotico che ha l’atmosfera in questo periodo comporta che le previsioni meteorologiche con indicazioni di dettaglio sull’evoluzione del tempo possano estendersi temporalmente solo a pochi giorni; oltre tale termine la previsione è inaffidabile. Tendenzialmente per il nord ovest, novembre dovrebbe risultare un mese caratterizzato da una significativa variabilità e potrebbero verificarsi ancora eventi violenti, anche se per quanto riguarda i volumi delle precipitazioni nel complesso nel prossimo bimestre dovrebbero risultare in linea con la media del periodo. Dal punto di vista delle temperature, si attende un inizio di novembre freddo a cui dovrebbe seguire un periodo di oltre un mese (fin verso la prima metà di dicembre) caratterizzato da un’anomalia termica positiva (indicativamente +1°C); quindi le temperature dovrebbero abbassarsi anche sensibilmente.
Immagine – Per il mese di novembre 2024 tutta l’Italia registrerà un’anomalia positiva fino a +1°C. S (fonte: ECMWF- European Centre for Medium-Range Weather Forecasts).
Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzowww.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/.
PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO
In ottobre molti impianti sono stati soggetti ad allagamenti a causa del maltempo; le situazioni più critiche si sono avute nel savonese, dove molte aziende hanno registrato perdite significative causate dalle violente ed abbondanti precipitazioni. Le temperature decisamente elevate del periodo hanno complicato ulteriormente la situazione favorendo l’avvio di infezioni fungine e batteriche, nonché il prolungarsi dell’attività di numerosi insetti tra cui soprattutto lepidotteri, ditteri, afidi e tripidi.
Negli impianti colpiti dal maltempo bisogna verificare con attenzione le modalità di intervento necessarie al ripristino della dotazione nutrizionale dilavata dalle piogge, ma prima di procedere con fertirrigazioni che potrebbero aggravare eventuali condizioni di asfissia bisogna verificare la situazione agronomica.
Le malattie della parte aerea più pericolose per le prossime settimane sono: la muffa grigia, i marciumi basali da Sclerotinia spp. o da oomiceti (Pythium spp e Phytophthora spp.) e le maculature fogliari da Alternaria spp. La peronospora potrebbe facilmente colpire le specie più soggette, come basilico, mesembriantemi, alcune selezioni di margherite e di altre asteracee; prestare attenzione anche a anemone, papavero e ranuncolo. Da non trascurare sono le batteriosi fogliari (da Pseudomonas spp. e da Xanthomonas spp.) che potrebbero comparire su ranuncolo e aromatiche, quali rosmarino, lavanda, e basilico
Tra le virosi, i sintomi causati da Tospovirus (TSWV in particolare) sono già comparsi in alcuni impianti di anemone e ranuncolo che sono stati colpiti dai tripidi vettori nelle prime fasi dell’impianto.
Numerosi sono i parassiti animali che a fine ottobre erano ancora attivi, ed in particolare: larve di lepidotteri, afidi, tripidi, aleurodidi, acari tarsonemidi ed eriofidi.
Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.
FIORI E FRONDE RECISI
Ranuncolo, anemone e papavero – allestimento degli impianti
– Lepidotteri: le larve, soprattutto di nottuidi (Spodoptera spp.), sono presenti in molti impianti, talvolta anche in modo importante. Erodono la base di foglie e steli causando perdita di prodotto.
– Afidi: ancora presentiin modo diffuso negli impianti sia in serra che in pien aria. La loro presenza va attentamente monitorata e contrastata per limitare sia i danni diretti (puntura dei tessuti e sottrazione di linfa) che indiretti (trasmissione di virus).
– Tripidi: stanno danneggiando soprattutto gli impianti di anemoni che, essendo già in fioritura, offrono loro comodi rifugi. Costituiscono un pericolo sia per le lesioni provocate durante la fase trofica, sia la loro capacità di trasmettere tospovirus.
– Larve di ditteri: si osservano marciumi radicali favoriti dalle erosioni causate dalle larve di ditteri, soprattutto sciaridi. Queste ferite possono aprire la porta a infezioni fungine.
– Virosi: alterazioni e necrosi fogliaricausate da infezioni di Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV) sono presenti in numerosi impianti, soprattutto di anemone.
– Muffa grigia: Botrytis cinerea: costituisce un grosso pericolo sia durante la coltivazione che in post raccolta, per cui è importante prevenire le infezioni fin dall’emissione degli steli fiorali, prestando innanzi tutto attenzione alla gestione agronomica. A causa del clima caldo umido si osservano già maculature e marciumi sui petali.
– Mal bianco: la malattia è presente soprattutto negli impianti in serra. Per contrastare la diffusione della malattia è importante intervenire alla comparsa dei primi sintomi, che in genere avviene sulle piante allevate nelle zone più esposte alle correnti d’aria.
– Marciumi radicali da oomiceti (Pythium spp., Phytophthora spp.): sono presenti in modo diffuso, ma soprattutto negli impianti di ranuncolo in fuorisuolo. È importante adottare adeguati piani di irrigazione per evitare che si instaurino ristagni che ne favoriscono lo sviluppo e la diffusione. Preventivamente si consiglia di utilizzare formulati a base di microrganismi antagonisti e/o sostanze attivatrici delle difese delle piante.
– Marciumi basali da Sclerotinia spp.: malattia che colpisce prevalentemente gli impianti in piena terra.
– Tracheofusariosi: deperimenti da Fusarium oxysporum f. sp. ranunculi sono presenti in alcuni impianti di ranuncoli, e il clima caldo umido ne sta favorendo lo sviluppo. Finché le temperature non raggiungeranno valori autunnali/invernali la malattia continuerà a progredire, per cui non bisogna trascurarla.
– Batteriosi fogliare da Pseudomonas viridiflava: le condizioni ambientali sono favorevoli allo sviluppo di marciumi fogliari da batteri che possono colpire alcune selezioni di ranuncoli: l’applicazione di formulati a base di soluzioni contenenti forme di rame assorbibili dalla pianta può contribuire a contenere le malattie.
– Giallumi da carenze nutrizionali: le abbondanti piogge hanno dilavato i terreni e ora, soprattutto su papavero, iniziano a comparire sintomi di clorosi. Si consiglia di adottare adeguati piani di concimazione.
Ginestra a fiore bianco
– Lepidotteri: in alcuni impianti il clima mite sta favorendo lo sviluppo di generazioni autunnali della “piralide della ginestra” (Uresiphita limbalis) che possono causare danni significativi alle infiorescenze ormai prossime alla fioritura.
– Muffa grigia: le fronde sono prossime alla fioritura e le piogge, soprattutto se violente, potrebbero favorire l’avvio di infezioni. Si consiglia di adottare strategie preventive per ridurre il rischio di insorgenza di marciumi dei fiori prossimi alla raccolta o durante le fasi di stoccaggio in post raccolta.
Mimosa
-Clorosi ferrica: il dilavamento dei terreni ha aggravato i sintomi di clorosi ferrica, stress a cui già normalmente vanno soggette le piante di mimosa allevate in Liguria. Le piante sono in piena vegetazione per cui è importante effettuare interventi nutrizionali tempestivi.
Ruscus
– Marciumi basali da patogeni ad habitat tellurico (Cylindrocarpon sp., Fusarium spp., Rhizoctonia violacea): clima caldo-umido associato a ristagni idrici favoriscono sofferenze radicali che possono essere aggravati dall’azione parassitaria di questi miceti, che in genere si comportano come parassiti di debolezza e preferibilmente attaccano piante indebolite o stressate da altre cause. Per prevenirne lo sviluppo bisogna adottare corrette pratiche colturali, favorire lo sviluppo di flora microbica “utile” nel terreno, e aumentare le difese naturali delle piante (es. applicazione di corroboranti o altri attivatori).
– Alterazioni fogliari di origine fungina: su piante di ruscus “garden” allevate in serra si osservano marciumi fogliari da Botrytis cinerea e maculature da Phoma sp. Il fenomeno è favorito da condizioni di elevata umidità ambientale associate a concimazioni squilibrate a favore dell’azoto
Eucalyptus spp.
– Acari eriofidi: le infestazioni sono ancora presenti in alcuni impianti. La lotta tradizionale basata sull’impiego di acaricidi fornisce risultati sempre meno soddisfacenti, sia perché alcune sostanze hanno perso efficacia sia perché altre non sono più disponibili.
– Cancri sui rami: in alcune aziende di eucaliptus ed in particolare su Eucalyptus parvifolia, si sono osservati insoliti cancri sui rami che approfondendosi determinavano l’appassimento e il disseccamento della fronda a monte della lesione. Osservazioni di laboratorio hanno evidenziato la presenza di un micete compatibile con Quambalaria eucalypti, patogeno diffuso su diverse specie di Eucalyptus in Paesi tropicali e subtropicali; nel 2015 danni da Q. eucalypti sono stati segnalati in Portogallo su E. globolus, e più recentemente in Liguria.
– Marciumi basali: in alcuni impianti si osservano morie di piante adulte associate a marciumi basali che potrebbero essere insorti in seguito a più cause: azione di miceti patogeni di origine tellurica, stress colturali, stress termici/idrici. In presenza di deperimenti si consiglia di effettuare accertamenti di laboratorio in modo da verificare in modo puntuale l’origine del deperimento.
Asparagus spp.
– Tripidi: questi insetti infestano le fronde causando un deprezzamento della produzione.
PIANTE IN VASO
Aromatiche
– Cicaline: questi insetti sono presenti in molti impianti di aromi, ma per fortuna non in modo grave come in alcuni anni passati.
– Lepidotteri: erosioni di foglie e steli da larve di lepidotteri, soprattutto nottuidi, sono presenti inmolti impianti, ed stanno interessando in modo particolare le piante di salvia e timo.
– Aleurodidi: infestazioni di Bemisia tabaci sono presenti su piante di cappero allevate in serra.
– Acari eriofidi: su piante di menta si osservano bollosità e bronzature fogliari da acari eriofidi
– Muffa grigia: sta colpendo molti impianti: Marciumi fogliari di particolare intensità si osservano su Thymus richardii (timo Faustini) che in alcuni impianti sono causati da infezioni miste di B. cinerea e Rhizoctonia solani.
– Mal bianco: sta colpendo soprattutto le piante madri di rosmarino, nonché molte altre specie allevate in serra.
– Maculature fogliari da Alternaria sp.: costituiscono un problema fitosanitario per molte specie, e soprattutto per rosmarino e lavanda: intervenire preventivamente impiegando fungicidi mirati.
– Disseccamento dei rami da Phoma sp.: le violente piogge favoriscono le infezioni. I sintomi della malattia erano già comparsi in molti impianti, soprattutto di rosmarino e lavanda, dopo le piogge di agosto; ora la situazione tenderà ad aggravarsi. Si consiglia di applicare sulla vegetazione colpita dagli eventi meteorici formulati mirati.
– Marciumi basali da Phytophthora sp.: questa malattia costituisce ancora adesso uno dei problemi più gravi e di difficile gestione in molti impianti di aromi, soprattutto di rosmarino, lavanda e salvia, e in particolare in quelli siti nelle zone che maggiormente sono state esposte al maltempo dell’autunno.
– Maculatura batterica: in alcuni vivai di rosmarino e di lavanda si stanno osservando piccole maculature scure e irregolari di origine batterica sulle foglie (in genere da Xanthomonas sp.).
– Giallumi: le piogge hanno impoverito i substrati dei vasi (già di per sé piuttosto poveri) per cui in molti impianti di aromi allevati in pien aria stanno comparendo vistosi giallumi fogliari.
Margherita
– Mal bianco: si osservano infezioni su piante madri.
– Peronospora: le condizioni caldo umide sono favorevoli all’avvio di infezioni peronosporiche. Si consiglia di monitorare gli impianti a partire dalle zone meno arieggiate e umide in cui il patogeno trova condizioni ambientali idonee al suo sviluppo.
– Marciumi basali da Sclerotinia sp.: su piante di margherita allevate in vaso, e soprattutto su quelle site nelle zone dell’impianto in cui si creano ristagni di umidità, possono verificarsi marciumi della base degli steli da Sclerotinia sp.
– Giallumi: in questo momento il problema principale per le margherite allevate in pien aria sono i giallumi di origine fisiologica (asfissia, squilibri nutrizionali, asfissia, …). Su margherita non sempre il fenomeno è transitorio.
Ciclamino
– Tripidi: sono diffusi in moti impianti e sono difficili da debellare in quanto trovano rifugio nei fiori.
– Cocciniglia cotonosa: osservate sporadiche infestazioni localizzate alla base degli steli.
– Acari tarsonemidi: si osservano in numerosi impianti bollosità fogliari e deformazioni dei boccioli da acari del genere Polyphagotarsonemus latus.
– Muffa grigia: si osservano infezioni sui fiorii costituite da maculature dei petali che spesso rapidamente evolvono in marciumi.
Poinsettia
– Aleurodidi: Bemisia tabaci continua a costituire il principale problema di questa coltura. Le infestazioni, se non adeguatamente prevenute, possono assumere un’intensità tale da causare ingenti danni, derivanti anche dalla difficoltà di asportare dalla vegetazione le fumaggini che si sviluppano sulle deiezioni di questi insetti.
– Muffa grigia: osservati con una certa frequenza attacchi di Botrytis cinerea alla base degli steli.
Varie da vaso
– Danni da fitomizi (afidi, tripidi, bemisia, ragnetto rosso): insetti e acari fitomizisono presenti in modo significativo su piante di dipladenia e lantana allevate in serra.
– Muffa grigia: su molte specie, tra cui fucsia e geranio, la malattia sta causando marciumi localizzati soprattutto lungo gli steli e i piccioli fogliari.
– Mal bianco: malattia presente soprattutto in serra e su specie suscettibili, ad es. pervinca.
Urbano e Spontaneo
Hercinothrips dimidiatus nuovo tripide rinvenuto su Aloe spp. in Liguria
I sintomi di grave deperimento rinvenuti nel corso dell’ultima estate su molte piante di aloe, ed in particolare di Aloe arborescens, allevate in vivai, parchi e giardini della costa ligure e francese (vedere FlorNews di settembre-ottobre 2024 all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/avvertenze-colturali-e-fitosanitarie-settembre-e-ottobre-2024/12465/) sono stati attribuiti al tripide Hercinothrips dimidiatus (Hood, 1937). L’insetto è stato riconosciuto dai ricercatori dell’IRF di Sanremo e quindi l’identificazione è stata confermata dai ricercatori del CREA-DC di Firenze.
H. dimidiatus è un piccolo tripide originario del Sudafrica che in Europa è stato rinvenuto: nel 2014 in Portogallo (Matheurs et al., 2015) su piante di Aloe arborescens; nel 2015 nei Paesi Bassi (NPPO, 2016) su piante di Aloe vera; nel 2018 in Corsica (BSV-JEVI) su piante di Aloe spp. e più recentemente, nel 2021, in Sicilia (Schifani & Mazza, 2021). Tutte le segnalazioni descrivono un grave deperimento delle piante colpite, a decorso rapido e infausto, del tutto simile a quello recentemente osservato sulle aloe liguri, associato alla presenza di H. dimidiatus.
Tra gli ospiti di H. dimidiatus vi sono soprattutto Asphodelaceae, ed in particolare Aloe arborescens; in passato il fitofago è stato segnalato anche su Haworthia altilinea (USDA, 1941) e Liliaceae (Hood, 1937) (NDR: un tempo il genere Haworthia era attribuito alla famiglia delle Liliacee).
Il ciclo biologico di questo insetto non è ancora stato indagato, per cui poco si può dire sulle sue modalità di sviluppo. Ad ogni modo i tripidi in generale possono diffondersi rapidamente, poiché si riproducono velocemente e possono essere trasportati dal vento o attraverso lo spostamento di piante infestate. I danni che causano alle piante ospiti derivano principalmente dalla loro attività trofica (punture di suzione) in seguito alla quale possono comparire argentature, decolorazioni, deformazioni, necrosi fogliari; crescita stentata dei tessuti colpiti; infine deperimenti anche gravi. La sua presenza in Liguria costituisce un grave rischio sia per i vivai commerciali di piante grasse/succulente sia per le aree pubbliche e private in cui queste piante sono molto diffuse a scopo ornamentale. Le osservazioni proseguono allo scopo di valutare l’eventuale possibilità che questo insetto possa essere vettore di altri agenti di malattia.
Nota su Muffa Grigia
La muffa grigia da Botrytis cinerea è una delle malattie fungine più dannose, diffuse (B. cinerea è estremamente polifaga) e difficili da contrastare. La diffusione del patogeno negli ambienti di coltivazione avviene attraverso il trasporto dei conidi del fungo da parte di vento, pioggia o acqua di irrigazione. La massima produzione di conidi (strutture di riproduzione del fungo) avviene in primavera e autunno (vi è una stretta correlazione tra piogge e produzione di conidi) e le infezioni possono avvenire già quando le temperature sono prossime ai 5°C, anche se le condizioni più favorevoli si presentano quando la temperatura è di 16-25 °C e l’umidità relativa è molto elevata (ottimale 90%). Di conseguenza l’autunno, soprattutto in casi come questo in cui il clima è particolarmente mite e umido, le coltivazioni, soprattutto quelle in ambiente protetto o dove vi è scarsa circolazione d’aria, sono molto esposte al rischio di infezioni.
Il fungo per avviare l’infezione in genere sfrutta microferite di origine naturale o causate da insetti o altri fattori esterni, ma è anche in grado di penetrare attivamente all’interno dei tessuti.
Può colpire tutti gli organi aerei delle piante, soprattutto se sono teneri:
– sulle foglie può determinare la comparsa di lesioni necrotiche estese, di consistenza ed aspetto variabile, spesso idropiche.
– Su piccioli e peduncoli può causare la comparsa di marciumi e, soprattutto su rami e fusti, anche la comparsa di lesioni asciutte. Rami e steli vengono generalmente colpiti quando sono ancora erbacei o comunque non completamente lignificati; con l’approfondirsi dell’alterazione la vegetazione soprastante può disseccare.
– I fiori possono essere attaccati in ogni fase di sviluppo: i boccioli in genere subiscono un arresto della fioritura, i tessuti si coprono di una fitta rete micelica, appassiscono e spesso marciscono o incartapecoriscono; le lesioni possono quindi estendersi allo stelo. In fase di apertura dei fiori si può verificare la comparsa sui petali di macchie scure, quindi i tessuti imbruniscono, si accartocciano ed avvizziscono.
Vanno prevenute le infezioni latenti responsabili dei marciumi che si sviluppano in prossimità della raccolta o, in condizioni favorevoli, in post raccolta durante la conservazione e la commercializzazione. In queste ultime fasi il patogeno può svilupparsi e diffondersi rapidamente, ad opera del micelio, attraverso il contatto tra parti infette e parti sane.
La difesa
La predisposizione alla malattia è esaltata da tutte quelle pratiche che favoriscono una crescita lussureggiante, e in particolare da concimazioni azotate poco equilibrate. È quindi importante adottare corrette pratiche colturali cercando di operare nel rispetto delle esigenze delle piante in un determinato contesto ambientale. La lotta alla muffa grigia quindi deve essere innanzi tutto preventiva:
- interventi agronomici (primari ed essenziali) tra cui:
– favorire la circolazione dell’aria, soprattutto negli impianti in serra e sotto copertura;
– adottare razionali piani di concimazione;
– evitare le irrigazioni a pioggia, soprattutto nelle ore pomeridiane/serali;
– adottare efficaci piani di lotta a parassiti che potrebbero causare ferite alle piante (tripidi, larve di lepidotteri, …)
– curare l’igiene delle coltivazioni e disinfettare eventuali ferite ed attrezzi da taglio;
– eliminare il materiale colpito.
- Applicazione di formulati ad azione preventiva (utili anche contro altre malattie fogliari) a base di:
- microrganismi antagonisti (quali ad es. Bacillus subtilis, B. amyloliquefaciens, Aureobasidium pullulans, Pythium oligandrum, …… )
– calcio e potassio (preferibilmente applicati per via fogliare),
– oli essenziali (ad es. olio di arancio);
– miscele igienizzanti (a base di perossidi, acido peracetico, zinco, …);
– formulati in grado di attivare le difese naturali delle piante (ad es. fosfiti di potassio, estratti di alga laminaria ed altri);
– polveri di roccia;
– rame (soprattutto nelle forme assimilabili dalle piante e preferibilmente a ridosso di eventi piovosi).
In momenti critici, quando le condizioni sono favorevoli alle infezioni (per individuarli è possibile ricorrere a modelli previsionali),o alla comparsa delle prime infezioni, potrebbe essere necessario applicare antibotritici di sintesi. Nei piani di difesa che comprendono il mezzo chimico è importate adottare adeguate strategia anti resistenza alternando formulati a diverso meccanismo d’azione.
Tra i formulati antibotritici quelli più utilizzati su colture da fiore e/o erbe fresche sono quelli a base di:
- Boscalid+ pyraclostrobin (autorizzato su floreali, ornamentali, erbe fresche)
- Ciprodinil + fludioxonil (autorizzato su floreali, erbe fresche)
- Fenexamid (autorizzato su erbe fresche e fiori commestibili)
- Folpet (autorizzato su floreali, ornamentali)
- Isofetamide (autorizzato su erbe fresche e fiori commestibili)
- Pirimetanil (autorizzato su ciclamino)
- Rame e suoi composti (autorizzato su floreali, ornamentali, erbe fresche)
Si ricorda che prima di impiegare qualsiasi prodotto fitosanitario bisogna controllarne l‘etichetta in modo da verificarne le autorizzazioni; nel caso delle erbe fresche è necessario verificare anche i tempi di carenza e ricordarsi che alcune sostanze attive, come ad es. il rame, quando vengono utilizzate a basse temperature richiedono un tempo di carenza più lungo rispetto a quello indicato in etichetta prima di raggiungere i limiti residuali previsti dalla legge.
STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO
Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.
AVVERSITA’ | RISCHIO LIEVE | RISCHIO MODERATO | RISCHIO ALTO |
Parassiti animali | – Nematodi – Psille | – Afidi – Aleurodidi – Cicaline – Cocciniglie – Tripidi – Acari tetranichidi, eriofidi e tarsonemidi | – Lepidotteri (serra) – Aleurodidi (serra) – Tripidi (serra) |
Malattie fungine | – Marciumi basali da Cylindrocarpon, Rhizoctonia, ed altri – Tracheomicosi | – Peronospora – Mal bianco – Maculature fogliari – Ruggine – Marciumi basali da Sclerotinia e Fusarium | – Muffa grigia – Alternariosi – Danni ai rami da Phoma spp. – Marciumi basali da oomiceti – Marciumi basali da Sclerotinia (in serra) |
Virosi | – Da TSWV, INSV, CMV, Potyvirus ed altri | ||
Batteriosi | – Varie | -Batteriosi fogliari da Pseudomonas spp. e Xanthomonas spp. | |
Altro | – Fisiopatie da stress ambientali/nutrizionali |
Per informazioni:
- Laboratorio di Patologia Vegetale dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (IM): martini@regflor.it
- Servizio Tecnico della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga (SV): asstec@ortofrutticola.eu
- Consorzio Agrario delle province del NORD-OVEST: mario.mattone@capnordovest.it
- Servizio Tecnico della Cooperativa Florcoop Sanremo (IM): florcoop@florcoop.it