L’industria dei fiori keniana ha dovuto affrontare diverse sfide nel 2024: capacità di trasporto inadeguata, costi di trasporto elevati e aumento delle tasse. Inoltre, si sono verificate dinamiche avverse anche dal punto di vista fitosanitario.
Di queste problematiche e delle possibili soluzioni, a pochi giorni da San Valentino, parla Clement Tulezi, amministratore delegato del Kenya Flower Council.

«Da metà ottobre, l’industria si trova ad affrontare una carenza di capacità nel trasporto aereo (ne abbiamo parlato qui https://www.flornewsliguria.it/crisi-aeroportuale-in-kenya-le-riprecussioni-sul-commercio-florovivaistico/13204/)» spiega Clement Tulezi «Ogni settimana ci manca circa il 30% della capacità necessaria; si tratta di circa 1.000 tonnellate, ed è una cifra considerevole. A sua volta, questo ha fatto lievitare i costi in modo significativo, raggiungendo i 5,30 dollari al chilogrammo. Speravamo anche di guadagnare terreno con le spedizioni marittime, ma la guerra in corso ha interrotto il traffico attraverso il Mar Rosso, costringendo tutto a essere trasportato per via aerea. Questo è un problema molto periodo difficile per i coltivatori e gli esportatori

«Per quanto riguarda le tasse, abbiamo assistito all’introduzione di tasse e tributi ad hoc. In cima alla lista c’è la tariffa Unique Consignment Reference (UCR), introdotta a metà del 2024, e l’aumento dei prelievi KEPHIS. L’UCR, in particolare, è rimasto un onere significativo per gli esportatori. Fortunatamente non abbiamo assistito a chiusure diffuse di aziende agricole, forse una o due piccole aziende agricole, ma il settore sta soffrendo

«Per affrontare le sfide sopra menzionate, stiamo trattando con le istituzioni preposte» continua Clement Tulezi.

Esiste in Kenya anche una minaccia fitosanitaria: quella della False codling mothThaumatotibia leucotreta – Falsa Cydia. Dichiarato un parassita da quarantena dall’UE nel 2017, l’FCM ha continuato ad affliggere l’industria dei fiori in Kenya nonostante gli sforzi in corso per gestirlo. Tulezi spiega che la persistenza del parassita è dovuta alla sua natura endemica nell’ambiente del Kenya, ma come associazione stanno svolgendo corsi di formazione per istruire i produttori sul riconoscimento del parassita e nella prevenzione delle infestazioni.

Il 70% dell’economia del paese deriva dal florovivaismo con San Valentino che, da sola, come festività rappresenta il 35% delle esportazioni annuali del settore. Tuttavia, la logistica resta la sfida principale, soprattutto per quanto riguarda spazio e costi di trasporto. «In una giornata tipo, il Kenya esporta circa 60 milioni di steli di fiori, ma durante la stagione di San Valentino, quel numero aumenta fino a circa 100 milioni di steli al giorno. La perdita del 30% della capacità di trasporto durante questo periodo critico rende la situazione ancora più complicata. Nonostante questi ostacoli, la domanda c’è e il mercato sta rispondendo. Se si riesce a trovare una soluzione al problema del trasporto merci, c’è molto potenziale per competere» conclude Clement Tulezi.

Fonte: kenyaflowercouncil.org

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