Via libera dal Consiglio dei Ministri al riconoscimento dello stato di emergenza per la Liguria, in particolare in relazione ai danni al patrimonio pubblico provocati dal maltempo soprattutto nel savonese e anche nell’area metropolitana genovese tra il 5 settembre e il 27 ottobre 2024. Tra le zone più colpite, l’albenganese e la Val Bormida. Nel decreto vengono stanziati 16 milioni e 130mila euro.
«Ringrazio il ministro Musumeci e il Dipartimento nazionale di Protezione civile. È quello che ci aspettavamo – dichiara l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Raul Giampedrone tenuto conto che è il primo passo, le prime somme riconosciute al nostro territorio a copertura esclusivamente delle prime emergenze e le somme urgenze sostenute, nell’immediato e in questi mesi, dai Comuni interessati per consentire il ritorno alle normali condizioni di vita

Attraverso un comunicato stampa, Coldiretti fa sapere che, contrariamente ad altre realtà non agricole della piana non agricole, che hanno già visto pubblicare i bandi per il risarcimento, le imprese agricole attendono ancora una risposta dalle istituzioni. «Come Coldiretti fin da subito abbiamo premuto affinché il governo riconoscesse lo stato di calamità dell’accaduto, passaggio fondamentale per lo sblocco dei fondi a livello regionale» spiegano Gianluca Boeri Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale. «All’arrivo del decreto nazionale, tuttavia, Regione Liguria non ha ancora aperto un bando da misura PSR, specifico per il ripristino delle strutture e delle attrezzature danneggiate.».

Il severo maltempo che ha colpito la piana di Albenga nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2024, ha coinvolto oltre 115 aziende agricole, circa 700 lavoratori e causando danni per più di 25 milioni di euro.

Oltre alla mancata erogazione degli aiuti, Coldiretti Liguria afferma che l’alluvione ha messo in luce anche un problema più profondo: la scarsa cura del territorio. Il mancato intervento su alvei e argini dei torrenti, la manutenzione insufficiente delle infrastrutture idrauliche e l’assenza di una strategia di prevenzione efficace hanno amplificato la portata del disastro. Il Rio Carenda, esondato con violenza, ha travolto le aziende della piana senza alcuna barriera a contenerne la furia. Questo episodio dimostra ancora una volta come il dissesto idrogeologico e la mancata gestione del territorio siano fattori determinanti nel moltiplicare i danni di eventi estremi sempre più frequenti.

«Sollecitiamo ulteriormente la Regione affinché possa – in maniera tempestiva – dare una risposta concreta a queste aziende, fiore all’occhiello della produzione agricola ligure.» concludono Boeri e Rivarossa.

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