Nelle serre dell’azienda La Marca in provincia di Imperia, Flornews Liguria ha recentemente incontrato Pietro Benedetti, borsista di ricerca dell’Università di Torino.

Pietro, ogni due settimane circa, si reca nel Ponente ligure per verificare i risultati del Progetto FISH (Fertilizzante Idrolizzato Suolo e Habitat), portato avanti grazie ai fondi del PSR di Regione Liguria. Partito nel 2019 lo studio è a metà strada e terminerà a dicembre di quest’anno.

Ma di cosa si tratta? A rispondere è lo stesso ricercatore che ai microfoni di Flornews ha spiegato: “Il progetto FISH ha l’obiettivo di testare alcuni biostimolanti derivanti dagli scarti della lavorazione del pesce. I test che stiamo svolgendo al momento servono per vederne l’efficacia in campo”.

Questi fertilizzanti naturali sono testati su diverse culture tra cui alcuni prodotti tipici della floricoltura ligure: ranuncoli, anemoni ed eucaliptus.

L’idea di utilizzare in agricoltura la frazione di pescato non utilizzata a fini alimentari è della giovane naturalista e ricercatrice, Simona Gervasio, ed è stata sviluppata dopo alcuni studi effettuati nelle Isole Canarie sull’utilizzo, da parte di alcuni pescatori, di questi scarti organici.

Dopo avere riprodotto l’esperienza nei suoi laboratori di Genova, Gervasio ha presentato alla società Charta Srl, con sede nel capoluogo ligure, una prima produzione di biostimolanti a base di sottoprodotti della pesca fermentati con inoculi vegetali.

Charta, che da anni opera sul territorio Ligure sviluppando progetti e studi particolarmente attenti al mondo dell’agricoltura, ha recepito immediatamente l’idea. L’occasione di realizzazione è arrivata con il bando misura 16.02 del PSR ligure.

Al progetto FISH partecipano l’azienda Charta nel ruolo di capofila, Regione Liguria, l’Università di Torino, l’Università di Modena Reggio Emilia e l’Università di Pollenzo, e diverse aziende agricole del territorio. Tra queste, per quanto riguarda la floricoltura, l’azienda Biancheri Creazioni di Camporosso (ranuncoli e anemoni) e l’azienda agricola Ouca di Perinaldo (eucaliptus e fronde ornamentali).

L’idea dietro al progetto FISH è ovviamente quella di un’economia circolare volta all’eliminazione dello spreco alimentare e al riutilizzo come fertilizzante naturale in agricoltura. Questo prodotto ci si aspetta però che abbia chiari e importanti vantaggi per la coltivazione, anche in campo florovivaistico.

“I biostimolanti che stiamo testando potrebbero certamente migliorare l’efficienza fotosintetica delle piante, dando quindi maggior nutrimento. Questo porta a capolini più grandi e a una durata maggiore del fiore reciso, due aspetti che avrebbero risvolti positivi per quanto riguarda la commercializzazione del fiore,” ha spiegato Benedetti. “Sulle piante adulte vediamo dei segnali positivi e di efficacia. Testando dosi più alte sulle piante giovani ci aspettiamo di ottenere risultati maggiori anche su quest’ultime,” ha concluso.

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