Si è tenuto giovedì 1 e venerdì 2 giugno 2023 a Leverano (Lecce) il primo congresso del fiore made in Italy, organizzato da Coldiretti in collaborazione con Assofloro e Affi.
Tra i relatori dell’incontro del 1° giugno è stato presente anche Gianluca Boeri, floricoltore, Presidente di Coldiretti Liguria, Vicepresidente del Tavolo Piante e Fiori del COPA-COGECA di Bruxelles e neo-eletto Presidente di Coldiretti Imperia.
Il convegno di apertura si è tenuto alle ore 9:30 nella Sala delle assemblee della BCC di Leverano alla presenza del Presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini.
“L’obiettivo dell’incontro – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente ligure e Delegato Confederale – è stato il rilancio della floricoltura italiana e del fiore made in Italy, che può crescere ancora di più sui mercati internazionali grazie alla sua peculiare distintività e al legame con il territorio”.
Insieme a Boeri, sono interventuti anche Mario Faro (Presidente della Consulta florovivaismo della Coldiretti), Cristiano Genovali (Presidente di Affi) e Nada Forbici (Coordinatore della Consulta Nazionale Florovivaismo della Coldiretti e Presidente di Assofloro), oltre al Presidente e al Direttore di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia e Pietro Piccioni.
Nel pomeriggio, invece, si è tenuta una sessione tecnico-scientifica condotta da Lorenzo Bazzana (Area Tecnica Coldiretti) e Valeria Randazzo (AD di Myplant&Garden).
I lavori sono proseguiti anche venerdì 2 giugno con diversi incontri su tematiche di estrema attualità e interesse per i consumatori: dalle ragioni per acquistare un fiore italiano alla stagionalità, dalle decorazioni ai fiori eduli.
“È stato un onore per me rappresentare la Liguria e il settore floricolo nostrano in questa importante cornice – ha commentato Gianluca Boeri – oggi più che mai è essenziale sostenere il settore florovivaistico nostrano, da sempre fiore all’occhiello della nostra economia nonostante l’importante impatto dei rincari sulla filiera. La floricoltura ligure e italiana deve essere tutelata, perché la scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischierebbe di favorire le importazioni da Paesi stranieri, meno attenti sia alla qualità del prodotto che alla stessa vita dei lavoratori. Spesso, infatti, si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento, come nel caso delle rose dal Kenya (scelte per il lavoro sottopagato e senza diritti) e dei fiori provenienti da Colombia ed Ecuador, dove ad essere penalizzate sono le donne. Anche per questo scegliere i prodotti del territorio è la scelta giusta”.