Dopo almeno 30 anni di tentativi infruttuosi, qualche passo avanti e lunghi periodi di stop, si apre un’opportunità per la revisione degli estimi catastali dei terreni floricoli (categorie “orto irriguo fiori” e “roseto”) della provincia di Imperia.
Con una pec inviata lo scorso 9 agosto a ventisei Comuni della provincia di Imperia, ad oggetto “revisione delle tariffe d’estimo delle colture floricole”, la Direzione Provinciale del Territorio dell’Agenzia delle Entrate ha infatti invitato i Comuni a confermare entro il 20 settembre “la necessità di porre in atto tale revisione, in virtù del tempo trascorso”, precisando che “in
caso di assenza di riscontro riterrà non più sussistente l’interesse degli Enti Territoriali alla revisione in oggetto“.
Gli estimi catastali (reddito dominicale e reddito agrario) sono la base sulla quale è calcolata la fiscalità delle imprese agricole, e sono notoriamente molto più elevati nei comuni della Riviera dei fiori proprio in virtù del suo passato, quando giocava un ruolo di leader mondiale del settore.
«C’è un’evidente sproporzione da anni nella tassazione tra i terreni floricoli della Provincia di Imperia e le altre aree coltivate a fiore reciso italiane – commenta Luca De Michelis, Presidente del Distretto Florovivaistico della Liguria – e da decenni viene richiesta dalle rappresentanze agricole in tutte le sedi una revisione in senso più equo di questa misura. Speriamo che Comuni e Istituzioni ora facciano la loro parte».
«Da tempo le comunità locali attendono una revisione di tali estimi – dice in una nota il senatore Gianni Berrino, che nelle scorse settimane si è confrontato con le associazioni di categoria – ormai troppo elevati rispetto a quando erano stati fissati. Atri tempi per la floricoltura e per i redditi da essa prodotti. Apprezzo molto tale iniziativa e seguirò da vicino il suo percorso. Certo che contrariamente al procedimento iniziato a metà del decennio scorso, arriverà a conclusione con soddisfazione di tutta la comunità, e costituirà uno strumento in più per la nostra floricoltura».
La soddisfazione delle categorie agricole
«La Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha sollecitato il senatore Berrino per quanto riguarda la revisione degli estimi catastali.” – conferma la presidente provinciale Mariangela Cattaneo – “come tutti sappiamo più alti d’Italia se non addirittura del mondo, e siamo contenti che il senatore abbia accolto la nostra richiesta e si stia adoperando per ottenere questo risultato, al momento siamo in una fase non definita, bisogna fare dei passaggi non burocratici però c’è già un primo interessamento della commissione censuaria nazionale che ha chiesto al nostro catasto provinciale di dare la conferma sui calcoli che erano stati fatti una decina di anni fa per quanto riguarda questa revisione di estimi che riguarderebbe solo l’orto irriguo fiori e roseto della provincia di Imperia. Non eravamo mai riusciti a ottenere questo risultato perché eravamo troppo piccoli per essere un problema affrontabile. Questa volta forse riusciamo a portare a casa questo risultato, la commissione censuaria si è insediata e dunque c’è già questo primo avvio di pratica. Se i 26 comuni coinvolti risponderanno in tempo a questa sollecitazione, potrebbe succedere che finalmente riusciremo ad avere una revisione di questi estimi in linea con quello che è nel resto d’Italia».
«Non possiamo che essere contenti dell’impegno del senatore Berrino per riportare alla luce un problema che da sempre affligge i produttori, più volte portato all’attenzione delle Istituzioni dalla nostra associazione». – spiegano i vertici di Coldiretti Imperia, il presidente Gianluca Boeri e il Direttore Domenico Pautasso. Un esempio su tutti: l’imposta Imu calcolata su un terreno di 8500 mq, con un volume di affari aziendali di 60mila euro l’anno, a Sanremo e Ospedaletti costa al proprietario quasi 4mila euro l’anno, contrariamente ad altre province italiane che, a parità di fatturato, pagano poco più di 1000 euro annui.
«È una situazione paradossale – prosegue Boeri – che va risolta quanto prima per evitare l’abbandono delle colture. Ad oggi, per le nuove generazioni, risulta difficile proseguire l’attività di famiglia o aprirne delle nuove con tassazioni del genere. Rivedere i calcoli è fondamentale per mantenere solido e vivace uno dei comparti economici più importanti della nostra provincia. Il terreno agricolo, per un imprenditore, è un bene strumentale e non una proprietà dalla quale deriva una rendita fondiaria a seguito di attività extra-agricole. Proprio per questo, Coldiretti pretende che venga pagato il giusto».
Per Confagricoltura interviene Gian Guido Ghione: “Apprendiamo con grande soddisfazione la notizia della possibilità di revisione degli estimi catastali per tutti i terreni floricoli della provincia, e ringraziamo il Senatore Berrino per l’interessamento. Siamo altresì orgogliosi di raccogliere ciò che grandi dirigenti dell’Unione Provinciale Agricoltori di Imperia, come Stefano Asseretto, dicevano e per cui lottavano facendosi diligenti portatori delle esigenze dell’agricoltura imperiese presso il governo. E orgogliosi anche dei nostri imprenditori, agricoltori e floricoltori, la cui perseveranza sin dagli anni ’90 speriamo veda il giusto riconoscimento in oggi. Il nostro impegno continuerà con la stessa forza perché la floricoltura e i floricoltori sono il nostro più grande patrimonio da difendere».
Articolo di Andrea Fassione.