Dopo l’accertamento che è la peste suina la causa della morte dei cinghiali rinvenuti a Isola del Cantone e a Ovada nei giorni scorsi, sono scattate le misure di contenimento in Liguria e Piemonte. L’ordinanza del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, individua 114 comuni liguri e piemontesi, e vieta ogni tipo di attiva nei boschi: caccia, raccolta funghi, trekking, mountain bike, ecc.

La malattia, altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, non è trasmissibile agli esseri umani. È tuttavia necessario contrastare l’epidemia. Il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, ha dichiarato: “La situazione della peste suina sta destando grande preoccupazione soprattutto alla luce di un grande mercato italiano di export della carne di maiale che vale 6 miliardi di euro. Ieri ho parlato con il ministro Patuanelli e con il sottosegretario Costa e nei prossimi giorni con il sistema di Federparchi, di Anci e delle Camere di Commercio cercheremo di quantificare eventuali danni per chiedere al governo adeguati ristori. È chiaro che si tratta di un fenomeno preoccupante, che potrebbe incidere sulla nostra economia in modo particolare nei prossimi mesi e per questo ci siamo attivati col governo per evitare danni al nostro entroterra. Comprendiamo i disagi ma occorre grande responsabilità da parte di tutti”. 

Nella lettera inviata a Mario Draghi e ai ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli, Regione Liguria chiede di attivare in tempi strettissimi un tavolo permanente di monitoraggio coinvolgendo anche le altre Regioni interessate per elaborare le prime stime dei mancati redditi derivanti dal blocco delle attività e predisporre tempestivi e opportuni sostegni per tutti i settori delle economie locali interessati dal provvedimento e investiti da questo grave fenomeno.

Sono 36 i comuni liguri interessati dall’ordinanza: Arenzano, Bogliasco, Ceranesi, Ronco Scrivia, Mele, Isola del Cantone, Lumarzo, Genova, Masone, Serra Riccò, Albissola, Campo Ligure, Mignanego, Busalla, Bargagli, Celle Ligure, Savignone, Stella, Torriglia, Rossiglione, Sant’Olcese, Valbrevenna, Sori, Pontivrea, Varazze, Tiglieto, Campomorone, Cogoleto, Urbe, Sassello, Pieve Ligure, Davagna, Casella, Montoggio, Crocefieschi, Vobbia.

Il vicepresidente regionale con delega alla Caccia e all’Agricoltura, Alessandro Piana, ha aggiunto: “È fondamentale sensibilizzare i Comuni dell’area interessata per garantire una corretta informazione alla popolazione. La stima è che nell’area ligure prevista dall’ordinanza ci sia una comunità di almeno 15-20mila cinghiali. Fortunatamente la peste suina non è in alcun modo pericolosa per l’uomo o per altre specie animali ma l’uomo può essere inconsapevolmente il vettore principale di diffusione del virus attraverso scarponi o vestiti che sono il primo veicolo di contagio. Per questo, in caso di contatto accertato, dalle autorità preposte sono messe in atto accurate misure di disinfezione e sanificazione”.

Regione Liguria sta già studiando una serie di possibili interventi da attuare nelle prossime settimane: “La perimetrazione attuale della zona rossa – aggiunge Piana – è di natura precauzionale: non appena possibile avvieremo un attento monitoraggio delle zone interessate, partendo dal perimetro esterno e procedendo verso l’interno, coinvolgendo le forze dell’ordine, la protezione civile e anche i cacciatori per valutare, se non verranno trovate carcasse di cinghiali infette, una riduzione dell’area oggetto dei divieti e successivamente procedere con gli abbattimenti selettivi”. 

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