La protezione fitosanitaria in floricoltura
A livello europeo vi è la consapevolezza che i prodotti fitosanitari hanno un ruolo fondamentale per proteggere le piante da parassiti e malattie, e consentire di raggiungere gli obiettivi di salute delle piante e sicurezza alimentare, ma dato che il loro uso eccessivo o improprio può avere un impatto negativo sul suolo, sulle risorse idriche, sulla biodiversità agricola, sulla salute delle piante, degli animali e dell’uomo, il loro impiego è regolamentato in modo rigoroso da norme comunitarie.
Nel quadro della strategia “Farm to Fork” (dal produttore al consumatore), uno dei pilastri del “Green Deal europeo” (Patto verde europeo), la Commissione europea fissa obiettivi ambiziosi per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ed uno di questi prevede la riduzione del 50% dell’impiego dei prodotti chimici e di quelli più pericolosi (identificati nei “prodotti candidati alla sostituzione”).
In questo contesto la Commissione europea nel 2022 ha avviato l’elaborazione di una proposta legislativa (Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi SUR) per la revisione della Direttiva sull’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari 2009/128/CE, che tra le tante cose nel 2014 attraverso i Piani d’azione nazionale PAN, ha introdotto l’obbligatorietà della difesa integrata.
Il SUR tra i vari obiettivi avrebbe quello di dimezzare l’utilizzo dei prodotti fitosanitari più pericolosi entro il 2030 (per l’Italia si era ipotizzata una riduzione del 62%) e vietare il loro utilizzo entro la stessa data nelle aree sensibili (aree a uso pubblico o utilizzate da gruppi vulnerabili; protette da varie direttive, urbane, ove si rileva la presenza di impollinatori a rischio di estinzione, …). L’iter legislativo del SUR però è stato interrotto nel settembre 2022 in seguito alla richiesta di molti Paesi europei di migliorare ed integrare la valutazione d’impatto che lo accompagna, per cui si presume, che una nuova stesura della proposta di Regolamento verrà portata all’approvazione del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo non prima del 2024-2025.
Il settore della difesa fitosanitaria, che solo ora sta riemergendo dall’ultimo processo di revisione delle sostanze attive (applicazione del Regolamento 1107/2009) che ha sensibilmente ridotto il numero dei prodotti impiegabili, a breve tornerà quindi a essere messo sotto forte pressione dato che la nuova proposta di regolamento inevitabilmente emanerà delle regole che comporteranno un’ulteriore riduzione del numero di prodotti fitosanitari, che per quanto riguarda il comparto floricolo è già moto contenuto.
Per ottenere produzioni ornamentali di alto valore commerciale bisogna adottare criteri di difesa che garantiscano la massima efficacia nella tutela dell’estetica del prodotto, in quanto la presenza di difetti anche minimi ne può causare il deprezzamento se non addirittura la non commerciabilità. Pertanto, benché in questi ultimi trent’anni l’approccio alla difesa in agricoltura sia profondamente cambiato, in floricoltura il mezzo chimico continua a rivestire un ruolo importante e costituisce uno dei principali fattori di competitività, soprattutto per il contenimento delle malattie fungine e dei danni da parassiti animali. Si rende quindi necessario garantire che l’utilizzo degli agrofarmaci venga effettuato responsabilmente e seguendo le buone pratiche agricole, al fine di poterne usufruire nel lungo termine senza causare effetti indesiderati sull’uomo e sull’ambiente.
Per fortuna l’intenso lavoro che sta conducendo la Ricerca, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni di Agricoltura 4.0, governate dall’intelligenza artificiale, dalla digitalizzazione, dall’agricoltura di precisione, per la messa a punto di strategie basate sul biocontrollo, sui biostimolanti, sul miglioramento genetico, sulla messa a punto di tecniche agronomiche volte ad aumentare la resistenza delle piante agli stress biotici e abiotici che consentirebbero di riservare il mezzo chimico ai momenti più critici, sta iniziando a fornire risultati interessanti, però necessita ancora investire in ricerca, servizi, informazione e formazione perché si possano raggiungere esiti significativi, soprattutto in un comparto delicato come quello floricolo ove i coltivatori oggi sono impegnati a combattere le molte avversità che affliggono le loro piante con i pochi mezzi rimasti a disposizione.
Per quanto riguarda il mezzo chimico di difesa, in base a un’indagine realizzata consultando alcune banche dati (Ministero della Salute, Fitogest, BDF) si è osservato che ad oggi sul mercato europeo sono disponibili circa 390 sostanze attive che possono essere utilizzate per proteggere le produzioni agrarie, per disinfettare terreni, per proteggere derrate o per conciare semi e altro materiale di propagazione.
Quelle applicabili su colture in atto sono circa 300, ma di queste solo un centinaio presentano formulati il cui impiego è registrato anche su colture da fiore e da ornamento; a complicare la situazione vi è un problema di nomenclatura, in quanto alcuni di questi formulati non sono registrati sull’insieme delle “floreali e ornamentali”, ma a volte solo su una delle tipologie (floreali o ornamentali) o addirittura solo su alcune specie (ad es. rosa e garofano).
Allo scopo di agevolare i floricoltori nella gestione dei loro acquisti, depositi e registri dei trattamenti, nelle Tabelle 1 e 2 vengono elencate le sostanze attive rispettivamente ad azione anticrittogamica e antiparassitaria che presentano formulati commerciali il cui impiego è registrato su colture da fiore e/o ornamento. Tra queste vi sono sostanze inorganiche e organiche di sintesi, microrganismi antagonisti e sostanze naturali registrate come prodotti fitosanitari, e per ciascuna di esse viene indicata la famiglia chimica di appartenenza, e le specie da fiore e da ornamento su cui è possibile applicarle. Per completezza d’informazione, per ciascuna sostanza attiva vengono anche indicate la modalità d’azione (MoA) e l’eventuale inserimento nella lista delle sostanze candidate alla sostituzione.
L’importanza dei MOA
L’acronimo MoA (Mode of Action – Modalità d’azione) indica la modalità di azione di una sostanza attiva nei confronti degli organismi bersaglio. Sostanze attive aventi la stessa modalità d’azione, usate ripetutamente su uno stesso appezzamento di terreno o nella medesima zona, possono favorire lo sviluppo di organismi resistenti. Con il termine resistenza si intende la capacità che possono sviluppare gli organismi bersaglio (insetti, acari, funghi patogeni, erbe infestanti, …) di resistere all’azione degli agrofarmaci, compromettendo in questo modo la loro efficacia. Nell’impostazione delle strategie di difesa è necessario prestare attenzione a prevenire lo sviluppo di resistenza, per cui conoscere il MOA delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari impiegati consente all’utilizzatore di essere in grado di cambiare tipologia di prodotto prima che la resistenza si manifesti, e che quindi diventi difficile da contrastare. Il MOA in alcuni casi è già indicato nell’etichetta, in genere sotto il nome del prodotto commerciale, ma non sempre è presente. In questo caso è possibile reperirlo consultando i siti ufficiali dei comitati e gruppi di ricerca che studiano le strategie anti-resistenza e che regolarmente pubblicano e aggiornano le tabelle delle sostanze attive, suddivise in modo netto tra i diversi MOA, al fine di agevolare gli utilizzatori nella scelta di prodotti fitosanitari a diverso meccanismo d’azione.
Attualmente esistono e sono operativi 4 Comitati: IRAC – Insetticides Resistance Action Committee (http://www.irac-online.org) FRAC – Fungicides Resistance Action Committee (http://www.frac.info/frac/index.htm) HRAC – Herbicides Resistance Action Committee (http://www.hracglobal.com) RRAC – Rodenticides Resistance Action Committee (http://www.rrac.info) NB – Il presente lavoro non ha carattere di ufficialità e non si assume nessuna responsabilità per possibili errori od omissioni. Si raccomanda di verificare i dati riportati sull’etichetta di ogni singolo formulato commerciale prima del suo impiego.
Per informazioni:
Laboratorio di Patologia dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (IM): martini@regflor.it