Questa nota informativa è stata realizzata dal Servizio Fitopatologico e Difesa dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo con la collaborazione dei tecnici della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga, del Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest e della Cooperativa Florcoop di Sanremo.


Nota meteo – nche quest’anno la primavera sta anticipando il suo arrivo. Nei primi due mesi del 2025 si sono alternati periodi di tempo stabile a periodi di instabilità, comunque sempre caratterizzati da temperature quasi ovunque sopra le medie stagionali ed elevata umidità relativa. In Liguria si prevede che il mese di marzo potrà avere un andamento simile a quello di febbraio, con tempo piuttosto instabile, precipitazioni altalenanti e temperature miti; non si possono escludere rapide variazioni con ondate di freddo tardive che in alcune zone potrebbero mettere a rischio la vegetazione. Anche aprile appare piuttosto incerto, ma sempre con un’anomalia positiva della temperatura.
Sull’Italia in generale per il mese di marzo è prevista un’anomalia diffusa positiva fino a +1°C, che potrebbe salire fino a +2°C sulle Alpi e alte pianure del Nord.
Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzowww.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/.
PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO
Come nel 2024, malgrado il clima umido e mite le produzioni nel complesso finora sono state di buona qualità. Il tempo instabile, caratterizzato da nuvolosità diffusa e frequenti pioviggini e temperature miti, sta favorendo lo sviluppo di alcune avversità fungine e animali, nonché un eccessivo allungamento degli steli fiorali.
Tra le malattie più diffuse vi sono quelle fungine: muffa grigia, peronospore, ruggini, maculature fogliari e marciumi basali da oomiceti. I parassiti animali che stanno già – in alcuni casi ancora – infestando le coltivazioni, soprattutto in serra, vi sono tripidi, larve di lepidotteri (minatori e defogliatori), afidi, aleurodidi, cocciniglie, nonché acari. Tra questi ultimi degno di nota è l’acaro eriofide dell’eucaliptus che sta già attaccando i nuovi germogli.
Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.
FIORI E FRONDE RECISI
Anemone e Ranuncolo
La raccolta dei fiori è in fase avanzata; nel caso dell’anemone si è quasi già a fine produzione grazie al clima mite che ha determinato un anticipo delle fioriture.
– Afidi e tripidi: questi fitomizi sono stati praticamente sempre attivi, soprattutto negli impianti in serra. Se non verranno adeguatamente contrastati nelle prossime settimane tenderanno a diffondersi velocemente negli impianti e a trovare nei fiori comodi rifugi. Malgrado si sia quasi a fine ciclo, si consiglia di monitorare le coltivazioni, ad esempio posizionando trappole cromotropiche (blu per i tripidi e gialle per gli afidi) e di intervenire tempestivamente alla loro comparsa per proteggere gli ultimi raccolti.
– Virosi: la virosi da Tomato Spotted Wilt Virus (trasmessa dal tripide Frankliniella occidentalis) è ancora presente quasi esclusivamente su anemone e comunque con un’intensità minore rispetto agli anni scorsi. I sintomi sono costituiti da necrosi, deformazioni fogliari e danni ai fiori (rotture di colore e malformazioni) evidenti soprattutto sui fiori di colore intenso e/o scuro. Con l’alzarsi delle temperature, sui ranuncoli che sono stati infestati da afidi nell’autunno/inverno potrebbero comparire anche decolorazioni e rotture di colore causate da alcuni Potyvirus.

sviluppata sulla base degli steli di una pianta di anemone (Immagine IRF)
– Muffa grigia: fin dall’autunno avanzato le rugiade e l’elevata umidità che possono formarsi soprattutto in ambiente protetto hanno favorito lo sviluppo di marciumi da Botrytis cinerea. Si consiglia di valutare l’opportunità di utilizzare formulati ad azione preventiva a base di sostanze a basso impatto, quali ad es. bicarbonato di potassio o microrganismi quali Bacillus spp.; alla comparsa dei primi sintomi sarebbe però preferibile utilizzare antiobotritici specifici.
– Mal bianco: la malattia già dall’inverno è presente in molti impianti, soprattutto in serra, e il rischio di aggravamento è piuttosto elevato. Come nel caso della muffa grigia, valutare l’opportunità di intervenire con formulati ad azione preventiva a base di sostanze a basso impatto, quali ad es. bicarbonato di potassio o microrganismi quali Bacillus spp. o, in caso di infezione, utilizzare antioidici specifici.
– Marciumi basali: i marciumi basali da oomiceti, soprattutto da Pythium e in fuorisuolo, continuano a causare qualche perdita. I marciumi da Sclerotinia sp. invece compaiono ancora in modo sporadico soprattutto in impianti in pien’aria. Valutare l’opportunità di un intervento in quanto temperature miti in associazione a pioviggini possono favorirne l’aggravamento e la diffusione.

– Batteriosi fogliari: si osservano sporadici casi di marciumi di foglie e steli da Pseudomonas spp. Cercare di evitare una prolungata bagnatura delle piante; adottare adeguati piani di concimazione; utilizzare formulati a base di rame, di microrganismi antagonisti e/o di corroboranti.
– Fisiopatie: un problema piuttosto diffuso è l’eccessivo allungamento degli steli fiorali, fenomeno che è stato favorito dai lunghi periodi di annuvolamento che si sono succeduti nell’inverno: adottare adeguate concimazioni, prestando attenzione a non eccedere con le forme azotate, e nell’applicazione di formulati ad azione nanizzante in quanto un uso errato può comportare fenomeni di fitotossicità.
Altro fenomeno che può verificarsi in seguito a stress ambientali /nutrizionali è la “bordatura” dei petali: i bordi dei petali, spesso a partire da quelli più esterni del bocciolo, tendono a assottigliarsi e assumere una consistenza cartacea. Facilmente poi sui tessuti alterati si innescano infezioni fungine, ad es. da Botrytis cinerea. Il fenomeno pare sia più frequente su alcune selezioni.
Papavero
Coltivazioni in avanzata fase di raccolta.
– Mal bianco: malattia presente in numerosi impianti.
– Squilibri nutrizionali: il papavero è una pianta vorace e i piani di concimazione vanno adeguati alle sue esigenze che cambiano con l’allungarsi delle giornate: se non si presta attenzione si rischia di raccogliere fiori di bassa qualità e con steli corti. In primavera è facile osservare sintomi di clorosi ferrica diffusi negli impianti.
Peonia
Piante in fase di sviluppo.

– Maculature da Cladosporium paeoniae: La malattia può manifestarsi fin dai primi germogliamenti, in concomitanza di temperature miti ed elevata umidità relativa (soprattutto rugiade). I sintomi sono caratteristici: comparsa di piccole maculature fogliari rossastre, depresse al centro, che tendono a confluire e ad estendersi a tutto il lembo; in condizioni favorevoli il patogeno può attaccare anche gli steli. Vi è diversa suscettibilità varietale: tendenzialmente le varietà caratterizzate da un fusto vigoroso sono meno suscettibili agli attacchi di C. paeoniae.
– Marciumi da Botrytis cinerea e B. paeoniae: questi miceti possono colpire tutti gli organi erbacei delle piante; B. cinerea è estremamente polifaga mentre B. paeoniae è strettamente legata alla peonia. La malattia può manifestarsi dalla primavera all’autunno, ma i danni più gravi derivano dalle infezioni primaverili che possono compromettere le fioriture. I sintomi della malattia sono: comparsa di aree necrotiche su steli, foglie e infiorescenze; i tessuti colpiti col tempo tendono a marcire, e in condizioni di elevata umidità a coprirsi di un caratteristico feltro grigiastro. Possono anche comparire macchie necrotiche sui petali e sui sepali che deprezzano il fiore: ne sono soggette soprattutto le piante a fiore bianco. Gli attacchi di questi miceti sono favoriti da condizioni di elevata umidità ambientale – gli impianti più colpiti sono quelli soggetti a rugiade – e da concimazioni poco equilibrate che inducono la produzione di tessuti teneri ed acquosi.Per approfondimenti sulle avversità della peonia è possibile consultare il Bollettino Flornews n° 272 all’indirizzo https://www.agriligurianet.it/it/impresa/politiche-di-sviluppo/media-e-notizie/flornews.html.
Ortensia
Piante in fase di sviluppo.
– Malattie fogliari: mal bianco, muffa grigia e maculature fungine vanno adeguatamente prevenute fin dalle prime fasi di sviluppo della vegetazione per evitare danni alla produzione estiva.
Girasole
Fase di semina/germinazione: gli impianti verranno realizzati tra marzo e aprile.
– Malattie fungine della parte aerea (maculature fogliari, muffa grigia, marciume degli steli da Sclerotinia, peronospora, mal bianco, …): intervenire fin dalle prime fasi dell’impianto adottando adeguati criteri di coltivazione e applicando formulati ad azione preventiva ad es. a base di microrganismi antagonisti e/o corroboranti.
Ruscus
Coltivazioni in fase di raccolta.
– Cicaline: sulla vegetazione ormai matura sono spesso presenti i segni degli attacchi di cicaline avvenuti lo scorso anno. In questo periodo è importante adottare adeguati criteri finalizzati a prevenire l’ingresso negli impianti di questi insetti che a breve riprenderanno la loro attività.
– Lepidotteri: con l’innalzarsi delle temperature le larve di questi insetti (soprattutto tortricidi quali Cacoecimorpha pronubana e Epichoristodesacerbella),usciranno dai bozzoli sericei di svernamento e inizieranno a erodere le fronde; in primavera avanzata, raggiunta la maturità, inizieranno ad accartocciare le fronde in modo caratteristico per la fase di incrisalidamento e verso aprile sfarfalleranno gli adulti. Verso fine marzo quindi sarebbe utile posizionare trappole a feromoni per il monitoraggio degli adulti, in modo da intervenire contro le nuove larve con formulati a base di Bacillus thuringiensis.
– Cocciniglie: pulire le piante prima dei germogliamenti consente anche di asportare le fronde infestate. Le cocciniglie in generale sono insetti sempre più difficili da contrastare, in quanto il clima caldo e asciutto ne favorisce lo sviluppo e la riduzione dei mezzi di difesa tradizionale ne complica la lotta. Negli impianti in cui il problema è particolarmente grave e ricorrente si consiglia di effettuare un trattamento con insetticidi specifici subito dopo la pulizia delle piante: questo infatti è il periodo in cui il parassita è nella fase giovanile più vulnerabile.

sulla base di una pianta di ruscus (Immagine IRF)
– Oziorrinco: le popolazioni di Otiorhynchus sulcatus anche in seguito al progressivo ritiro dal mercato degli insetticidi che venivano impiegati per il suo controllo, sta progressivamente tornando a infestare le coltivazioni di ruscus e di altre specie da fronda/fiore allevate in piena terra (es.peonie, ederine, …). Fortunatamente ad oggi le infestazioni osservate non paiono troppo gravi, ma il fitofago deve comunque essere monitorato onde evitare che le popolazioni aumentino in modo significativo: prestare attenzione all’eventuale comparsa delle caratteristiche erosioni radicali (causate dalle larve) e dei cladodi (causate dagli adulti) in modo da intervenire prontamente. Ad es. contro le larve si possono impiegare formulati a base di nematodi entomoparassiti.
– Ragnetto rosso: Tetranychus urticae ormai già a fine inverno è attivo negli impianti particolarmente soleggiati, asciutti e protetti dai venti, e il suo sviluppo va contrastato dalla primavera fino all’autunno inoltrato. Come nel caso delle cocciniglie, è importante in estate effettuare una buona pulizia delle piante, in modo da asportare il più possibile le fronde infestate che potrebbero rappresentare pericolosi focolai. Nell’esecuzione di trattamenti acaricidi è importante utilizzare formulati ad azione adulticida e ovicida.
– Mal vinato da Rhizoctonia violacea:questa malattia risulta in diffusione lenta ma progressiva. Si tratta di un micete tipicamente estivo, che gradisce clima caldo-umido (temperature ottimali 20-35°C; di notte almeno 15-16°C). Gli autunni caldi e le primavere anticipate degli ultimi anni ne favoriscono la vitalità, per cui gli esiti delle sue infezioni si osservano fin dalla primavera: le piante colpite manifestano deperimento dei rami, spesso associato alla presenza di caratteristico micelio violaceo sul rizoma e sulla base degli steli; i rami colpiti deperiscono e disseccano in modo lento ma progressivo; il rizoma tende a marcire; infine l’intera pianta deperisce e muore.
Il fungo si propaga nel terreno per mezzo di cordoncini micelici che partono da piccoli sclerozî (corpi miliari) prodotti dal micete, i quali si dirigono in tutte le direzioni fino a incontrare le radici di altre piante ospiti: negli impianti la malattia tende quindi a diffondersi “a macchia d’olio”, e per questo oltre a asportare le piante colpite è consigliabile eliminare anche quelle asintomatiche presenti nella zona di confine con l’area infetta.

Eucalyptus spp.
Le piante stanno iniziando a germogliare.
– Acaro eriofide dell’eucalipto: le piante di Eucalyptus cinerea, E. stuartiana e E. pulverulenta cv Baby Blue stanno iniziando a sviluppare la nuova vegetazione. Tra marzo e aprile in alcuni impianti potrebbero comparire sintomi quali morte delle gemme apicali, alterazione dello sviluppo dei germogli (scopazzamenti), deformazioni fogliari, disseccamenti delle porzioni apicali dei rami, causati dall’azione parassitaria di Phyllocoptes cacolyptae. Si consiglia di intervenire al germogliamento negli impianti soggetti alle infestazioni utilizzando formulati acaricidi di cui si è certi della selettività su vegetazione tenera
PIANTE IN VASO
Aromatiche
Le produzioni sono prossime alla vendita.
– Cicaline: sono già presenti negli impianti e stanno danneggiando le produzioni ormai pronte, tra cui soprattutto quelle di rosmarino, timo e maggiorana.
– Afidi: colonie del fitofago stanno comparendo in molti impianti, soprattutto di rosmarino.

– Mal bianco: malattiapresente già da qualche settimana, e su rosmarino si osservano gravi attacchi sulla vegetazione più tenera emessa dopo la spuntatura. Questa malattia può colpire quasi tutte le piante aromatiche, ma salvia, menta e timo, insieme al rosmarino, sono tra quelle più suscettibili. Si consiglia di effettuare trattamenti con formulati ad azione preventiva e a basso impatto, es bicarbonato di potassio, olio essenziale di arancio dolce, zolfo bagnabile.
NOTA – Nel febbraio 2025 su piante di Lavandula stoechas “Ruflex” coltivate in vaso, si sono nuovamente osservati i sintomi di un mal bianco causato da Golovynomices neosalviae: la malattia su questa specie era stata osservata per la prima volta in Italia e nel mondo ad Albenga nell’inverno 2019, e l’agente causale era stato identificato come G. neosalviae da parte dell’Università degli studi di Torino. Il patogeno in questione era segnalato come agente di mal bianco solo su alcune specie appartenenti al genere Salvia, come Salvia officinalis, S. fruticosa e S. lavandulifolia, ma mai era stato osservato su piante del genere Lavandula.
– Maculature fogliari da Alternaria sp.: stanno comparendo in alcuni impianti, soprattutto in quelli troppo fitti e/o umidi, ad es. di lavanda e rosmarino. Le foglie colpite col tempo si distorcono, seccano e spesso cadono.
– Marciumi basali di origine fungina: le Phytophthoraetelluriche costituiscono uno dei principalipericoli per le piante aromatiche, soprattutto se allevate in vaso. I sintomi delle infezioni, costituiti da deperimento progressivo associato a marciume dei tessuti basali (radici e colletto), si osservano soprattutto tra l’estate e l’autunno, e in primavera, quando le temperature si mantengono tra i 20-35°C e l’umidità ambientale è elevata. La presenza di ristagni idrici è una delle principali condizioni predisponente le infezioni. Ad oggi già si osservano infezioni nei vivai di salvie.
I marciumi basali da Sclerotinia sp. sono in genere meno diffusi e gravi dei precedenti, ma possono comunque causare perdite significative dalla primavera fino all’autunno inoltrato. In genere vengono attaccate piante già sviluppate, e quelle più facilmente soggette alle infezioni sono le specie più erbacee, quali erba cipollina, basilico, menta.
Margherita
Le produzionisono prossime alla vendita.

– Afidi fogliari: questi insetti (Aphis sp., Myzus sp., …) sono presenti in molti impianti di margherite.
– Afidi radicali: (Pemphigus bursarius) sono soprattutto le margherite allevate nelle forme ad alberello, che vengono messe in allevamento prima rispetto a quelle allevate a cespuglio, che verso la primavera possono manifestare ingiallimenti fogliari, riduzioni dello sviluppo e deperimenti associati alla presenza di afidi radicali che formano caratteristiche colonie bianche e fioccose sulle radici e che sono facilmente riconoscibili svasando le piante sintomatiche.
– Microlepidotteri minatori fogliari: le crisalidi di Bucculatrix chrysantemella sono presenti in numerosi impianti, nascoste tra la vegetazione e i residui vegetali caduti; sporadicamente in alcune serre si osservano anche le mine fogliari causate dalle larve che sono già fuoriuscite dalle uova. Posizionando trappole cromotropiche gialle si può rilevare la presenza degli adulti e quindi procedere con l’applicazione di formulati a base di Bacillus thuringiensis enteropatogeni, in modo che le larve li ingeriscano prima di penetrare nelle foglie.
– Tripidi: al momento la loro presenza negli impianti è piuttosto contenute, ma con l’innalzarsi delle temperaturepotrebbero costituire un pericolo soprattutto in qualità di vettori di TSWV (Tomato Spotted Wilt Virus), che su margherita causa la comparsa di caratteristiche maculature fogliari giallo-necrotiche che deprezzano la produzione.
– Maculature fogliari: sono soprattutto alcune selezioni di margherite a fiore colorato quelle più soggette alle infezioni da parte di agenti di maculature fogliari, quali Ramularia sp. e Alternaria sp., che si verificano più facilmente quando il clima è mite e piovoso, o comunque quando le foglie restano bagnate per più ore consecutive.

– Peronospora: in primavera negli impianti umidi, soprattutto in serra, il rischio che si sviluppi questa malattia è piuttosto elevato: monitorare le piante a partire da quelle nelle zone meno ventilate, ed eventualmente prevenire le infezioni mediante l’impiego di formulati ad azione corroborante o a base di fosetil alluminio.
– Giallumi dei rami: in numerosi impianti stanno comparendo giallumi spesso limitati a pochi rami di una parte del cespuglio. Si suggerisce di effettuare indagini di laboratorio per verificare l’origine del sintomo: in caso si trattasse di tracheofusariosi è bene eliminare le piante sintomatiche per evitare la diffusione della malattia. L’impiego preventivo di sostanze ad azione corroborante può contribuire alla riduzione del fenomeno soprattutto se l’origine del problema è di natura abiotica. Si osservano anche ingiallimenti, spesso associati all’indurimento dei tessuti, da stress nutrizionali e/o da non corretta gestione di formulati nanizzanti su piante di margherita sia a fiore bianco che colorato.
Piante Gasse e Succulente
Produzioni in atto.
– Cocciniglie: costituiscono uno dei problemi più gravi e difficili da contrastare anche per molte di queste specie. È importante intervenire entro la fine della primavera in modo da eliminare i primi focolai e applicando insetticidi specifici (di cui si è certi della selettività) per colpire uova e neanidi che sono più sensibili ai trattamenti rispetto agli adulti, i quali sono ricoperti da strutture cerose che li proteggono.
– Malattie fungine della parte aerea: in primavera molti miceti patogeni (Bipolaris, Botrytis, Coniothyrium, …) possono colpire queste piante causando alterazioni di varia origine: maculature, seccumi, marciumi, … La lotta si basa sulla prevenzione in quanto i fungicidi a disposizione sono limitati ed alcuni, a seconda della specie, possono risultare poco selettivi.può colpire diverse specie, tra cui molte allevate in vaso, quali ad es. dipladenia, begonia, piante grasse e succulente e molte altre.
Specie Varie
Gran parte delle produzioni sono prossime alla vendita.

– Cocciniglie: questi insetti, appartenenti a numerosi generi e specie, costituiscono un problema che si sta aggravendo in modo proporzionale ai cambiamenti climatici e alla progressiva riduzione di mezzi di difesa specifici. In primavera le forme giovanili si spostano sulla vegetazione più tenera e danno luogo a colonie spesso difficili da contrastare. Molte sono le specie ornamentali soggette agli attacchi di questi fitofagi e tra queste si ricordano dipladenia, geranio, calle, oleandro, alloro, agrumi, piante da interno.
– Ragnetto rosso: le popolazioni di Tetranychus urticae sono già attive, soprattutto in serra e negli impianti più caldi e asciutti. L’inverno mite infatti ha favorito la sopravvivenza delle forme svernanti, e su piante di calla e melissa si osservano già infestazioni di una certa importanza. Una gestione integrata, basata sull’impiego di limitatori naturali quali acari fitoseidi, può contribuire a ridurre i danni causati da questo pericoloso fitofagi

– Marciumi da Botrytis cinerea e Sclerotinia spp.: questi miceti possono colpire le parti aeree delle piante e soprattutto la base degli steli. Il loro sviluppo è favorito da condizioni di elevata umidità ambientale.
– Ruggini, carboni, peronospore: in primavera, in concomitanza di periodi piovosi o comunque di condizioni di prolungata bagnatura fogliare, possono avviarsi le infezioni degli agenti di queste malattie fogliari di difficile contenimento. Le specie più soggette alla ruggine sono pelargoni, rose, garofani alcune bulbose e molte asteracee; tra quelle più soggette alla peronospora vi sono mesembriantemi, limonium, rosa e numerose asteracee. Su calendula si sono recentemente osservati sintomi di carbone da Enthyloma calendulae. Per gran parte delle malattie da funghi e batteri, la prevenzione si basa sull’adozione di adeguate pratiche colturali atte a mantenere bassa l’umidità relativa e a garantire una corretta spaziatura tra le piante.
Urbano e Spontaneo
I cambiamenti climatici hanno importanti effetti anche sugli organismi nocivi per le piante: in molti casi ne favoriscono la diffusione e l’insediamento.
NOTA – Popillia japonica – Scarabeo giapponese

https://fitosanitario.regione.lombardia.it
/wps/portal/site/sfr/DettaglioRedazionale
/organismi-nocivi/insetti-e-acari/popillia-japonica
Popillia japonica è un coleottero scarabeide originario del Giappone e della Russia orientale. Dal 2014, quando è stato rinvenuto nel Parco del Ticino sul confine tra Piemonte e Lombardia, è stato inserito nella lista degli Organismi nocivo da quarantena rilevanti per l’Unione europea (ALL II B REG 2019/2072). Il fitofago poi si è diffuso in altre zone d’Italia ed Europa, e in Liguria è stato rinvenuto nello spezzino a luglio 20 24 nel corso delle attività di monitoraggio svolte dal Settore Fitosanitario della Regione Liguria.
Si tratta di un fitofago estremamente polifago (attacca più di 300 specie vegetali): gli adulti defogliano piante arboree, orticole ed ornamentali, mentre le larve sono terricole e si nutrono di radici devastando tappeti erbosi e pascoli.

Si tratta di un insetto vistoso, lungo circa 10-12 mm, di colore verde metallizzato con riflessi bronzei, con caratteristici ciuffi di peli bianchi ai lati dell’addome e sulla parte terminale delle elitre. Le larve sono quelle tipiche degli scarabei, grandi e carnose, bianco crema, a forma di “C” che maturano passando tre stadi larvali.
Nei nostri areali P. japonica compie una sola generazione all’anno; sverna come larva di terza età approfondendosi nel terreno per 10-20 cm per sfuggire alle basse temperature; gli adulti sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio. In estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno, singolarmente o in piccoli gruppi, e talvolta scavano una piccola galleria nei primi 10 cm di suolo per depositarle.
P. japonica è un insetto gregario e può essere ritrovato in gruppi numerosi in attività trofica o riproduttiva.

Sebbene in Liguria al momento P. japonica abbia una diffusione piuttosto limitata, rappresenta una seria minaccia per vigneti, frutteti, orti, aree floricole e verdi, e tappeti erbosi.
Agricoltori, giardinieri e cittadini in caso rilevassero la presenza di questo insetto o dei suoi sintomi devono fare tempestiva segnalazione al Servizio Fitosanitario della Regione Liguria all’indirizzo SFR@regione.liguria.it
STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO
Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.
AVVERSITA’ | RISCHIO LIEVE | RISCHIO MODERATO | RISCHIO ALTO |
Parassiti animali | – Avvio delle infestazioni da parassiti animali (insetti, acari e nematodi) | – Afidi (serra) – Tripidi (serra) – Lepidotteri (serra) – Cocciniglie (serra) – Aleurodidi (serra) | |
Malattie fungine | – Tracheomicosi – Marciumi basali | – Malattie fogliari in genere – Marciumi basali da oomiceti | – Mal bianco – Peronospora – Muffa grigia – Marciumi da Sclerotinia |
Virosi | – Avvio delle infezioni in pien’aria | – Avvio delle infezioni in serra – Comparsa di necrosi/clorosi da TSWV, INSV, CMV; Potyvirus su piante infettate in autunno | |
Batteriosi | – Malattie batteriche in generale | ||
Altro | – Fisiopatie da stress ambientali/nutrizionali |
Per informazioni:
- Laboratorio di Patologia Vegetale dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (IM): martini@regflor.it
- Servizio Tecnico della Cooperativa Florcoop Sanremo (IM): florcoop@florcoop.it
- Servizio Tecnico della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga (SV): asstec@ortofrutticola.eu
- Consorzio Agrario delle province del NORD-OVEST: mario.mattone@capnordovest.it