Sul Nordovest si sta verificando un lungo periodo stabile e anticiclonico. In agosto, causa del rinforzo dell’alta pressione nord-africana, si è verificato un rapido e importante rialzo delle temperature, che verso metà mese hanno raggiunto picchi molto alti (localmente e soprattutto nel primo entroterra, si sono registrate temperature superiori ai 37°C).  Pressoché totale l’assenza di precipitazioni fino al 26 agosto, quando l’anticiclone ha avuto un primo cedimento.

Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzo www.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/.

PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO

Colpi di calore: possono danneggiare le coltivazioni, soprattutto quelle in serra e/o nelle prime fasi di sviluppo (es. ranuncoli, anemoni, papaveri, eucaliptus, ciclamini, poinsettie, margherite, piante aromatiche, …). Per ridurre i danni da caldo è importante adottare corretti apporti irrigui (meglio se frequenti e mai abbondanti) da effettuare preferibilmente al mattino e, ove possibile, impiegare sistemi di irrigazione localizzata, ombreggi (reti e/o imbiancature delle serre) e tutte le strategie utili ad evitare l’eccessivo riscaldamento delle piante e dei substrati (ad es. ventilazione forzata, vasi di colore chiaro, …).

Malattie fungine, batteriche e virali: in questo periodo quelle più frequenti e pericolose sono i marciumi basali da oomiceti (Phytophthora spp e Pythium spp.) e da Rhizoctonia spp., e le tracheofusariosi. Tra le malattie di origine batterica si ricordano i marciumi molli da Pectobacterium sp., pericolosi soprattutto su ciclamini e calle. Le virosi più temute sono quelle causate da Tospovirus (TSWV e INSV, trasmessi da tripidi), nonché quelle da Potyvirus, CMV e AMV (trasmessi da afidi). Le infezioni virali sono tanto più dannose quanto più precocemente avvengono: si raccomanda quindi di prestare particolare attenzione ai nuovi impianti di ranuncoli, anemoni, papaveri, margherite e piante aromatiche.

Parassiti animali: quest’anno tripidi, cocciniglie e cicaline appaiono particolarmente dannosi e aggressivi e sono diffusamente presenti sul territorio; le larve di lepidotteri (nottuidi e tortricidi) stanno colpendo soprattutto ciclamini, crisantemi, asparagi, ruscus e aromi; per quanto riguarda gli afidi si prevede potranno causare preoccupazioni verso settembre, o comunque a partire dalla comparsa delle forme alate. Tra gli acari: il ragnetto rosso in questo clima caldo e siccitoso trova condizioni ottimali al suo sviluppo; sono da tenere sotto controllo anche gli impianti di specie sensibili ad acari eriofidi (eucaliptus in primis) e tarsonemidi (soprattutto ciclamino, ranuncolo, menta, salvia, …) in quanto, se non si effettuano adeguata prevenzione e/o interventi tempestivi, una volta insediati è difficile debellarli.

Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.

FIORI E FRONDE RECISI

Impianto di anemoni in fase di realizzazione – Foto Flor Coop Sanremo

Anemone, ranuncolo e papavero

Gran parte degli impianti di queste specie sono ormai avviati, ma il caldo ne sta rallentando lo sviluppo.

È necessario adottare strategie di difesa utili a prevenire:

i danni da calore: irrigare in modo essenziale ed oculato, limitando le bagnature al mattino;

Inizio di germogliamento di un rizoma di anemone – Foto Flor Coop Sanremo

le infestazioni animali: posizionare trappole (cromotropiche o a ferormoni) e/o reti, utilizzare sostanze ad azione repellente, limitatori naturali, microrganismi antagonisti e quant’altro possibile per ostacolare l’ingresso negli impianti soprattutto di afidi e tripidi (vettori di virus: TSWV, INSV, CMV e Potyvirus), nonché di lepidotteri nottuidi le cui larve potrebbero erodere i giovani tessuti; in presenza di infestazioni intervenire prontamente con formulati autorizzati. Anche gli sciaridi possono risultare pericolosi nelle prime fasi di sviluppo di queste piante, per cui si consiglia di utilizzare in via preventiva formulati a base di funghi entomopatogeni, ad es . Metarhizium anisopliae, o di nematodi entomoparassiti, quali ad es. quelli del genere Steinernema ed Heterorhabditis. Gli antagonisti citati per la lotta agli sciaridi possono essere un valido supporto anche per prevenire le infestazioni da larve di oziorrinco che a volte si sviluppano a spese delle radici di ranuncolo a partire dall’autunno.

Piantine di papavero che presentano sintomi precoci di clorosi ferrica – Foto Flor Coop Sanremo

le malattie fungine: impiegare formulati a base di microorganismi antagonisti e/o di sostanze attivatrici delle difese naturali delle piante utili a prevenire l’insorgenza marciumi basali (da oomiceti, Sclerotinia spp., Botrytis cinerea, …), rizottoniosi e tracheofusariosi: si tratta di malattie che se vengono trascurate e/o contratte precocemente possono causare perdite significative;

gli stress nutrizionali: queste specie, e soprattutto il papavero che è molto vorace, richiedono apporti nutrizionali funzionali alla fase di sviluppo, e per definire piani di concimazione corretti sarebbe bene conoscere la dotazione di partenza effettuando un’analisi del terreno/substrato.

Foglia di aralia gravemente colpita da Tomato Spotted Wilt Virus – Foto IRF

Aralia

– Virosi: osservate gravi infezioni di TSWV (Tomato Spotted Wilt Virus) su giovani piante di aralia. I sintomi erano costituiti da caratteristiche maculature “a bersaglio” che evolvevano in necrosi che interessavano intere porzioni del lembo. Le piante colpite col tempo morivano. Su molte specie, tra cui aralia, trevesia ed altre araliacee, ruscus, oreopanax, le infezioni da TSWV in genere restano a lungo confinate nella foglia punta dal tripide vettore, ma in caso di infezioni su piante giovani il virus può raggiungere rapidamente il sistema vascolare e diffondersi all’intera pianta causandone anche la morte.

Eucalyptus spp.

– Acari eriofidi (Phyllocoptes cacolyptae): in alcuni impianti sono già presenti infestazioni sui germogli. Questiparassiti risultano difficili da contrastare nel periodo estivo, soprattutto quando non si si è fatta adeguata prevenzione all’avvio dei germogliamenti. Si raccomanda di monitorare gli impianti, e in presenza di infestazioni bisogna intervenire con una certa regolarità dato che il mezzo chimico difficilmente riesce a sortire esiti significativi e duraturi.

Collasso delle piante: anche quest’estate, come purtroppo ormai accade da qualche anno a questa parte, si stanno registrando morie improvvise sia di piante “giovani” (1/2 anni), che adulte”. Spesso sui tessuti basali delle piante deperienti si rinviene la presenza di miceti fitopatogeni, quali Phytophthora spp., Cylindrocarpon sp., Rhizoctonia sp. o altri, che probabilmente vengono agevolati nelle infezioni da uno stato di sofferenza delle piante determinato da condizioni pedoclimatiche non favorevoli. Il consiglio è quello di adottare irrigazioni funzionali allo sviluppo delle piante, soprattutto se l’impianto è recente, per ridurre al minimo eventuali danni da colpi di calore, e di applicare formulati ad azione “corroborante” o a base di fosetil alluminio. Infine si ricorda che è preferibile effettuare gli impianti in autunno piuttosto che in primavera, prestando sempre molta attenzione alle modalità di messa a dimora utili a favorire l’affrancamento delle piante prima dell’estate.

Ginestra a fiore bianco

Lepidotteri: sono già comparse erosioni della vegetazione da larve di lepidotteri (Uresiphita limbalis). Alla comparsa degli adulti o delle prime larve è consigliabile intervenire con formulati a base di Bacillus thuringiensis, o eventualmente con piretroidi.

Mal bianco: questa malattia verso fine estate può facilmente colpire piante lussureggianti e/o allevate in zone umide: monitorare gli impianti ed intervenire prontamente alla comparsa delle prime infezioni.

Mimosa ed altre specie

Cocciniglie: si osservano infestazioni di cocciniglie, soprattutto Icerya purchasi, su molte specie da fronda, ed in particolare acacie e mimose.

Pittosporo (Pittosporum tenuifolium “Silver Queen” ed altri)

– Cocciniglie: soprattutto su piante adulte si osservano infestazioni difficili da debellare.

– Marciumi basali (da Phytophthora spp. e da Cylindrocarpon spp.): in alcuni impianti hanno colpito sia piante giovani che adulte. I danni causati da Phytophthora si manifestano con un deperimento, in genere repentino, associato ad un caratteristico marciume della base del fusto (i tessuti colpiti assumono una caratteristica colorazione nero-bluastra). Cylindrocarpon invece è meno aggressivo e colpisce con più frequenza piante adulte che poi deperiscono in modo progressivo. In alcuni casi si sono rinvenute infezioni miste. Per prevenire queste malattie è fondamentale una corretta gestione delle irrigazioni, e un valido aiuto lo possono fornire anche formulati a base di “corroboranti” o di microrganismi antagonisti, che sono tanto più efficaci quanto più precocemente vengono applicati, meglio se fin dall’impianto.

Tripide fasciato Hercinothrips femoralis – Foto IRF

Ruscus

– Tripidi ed altri parassiti animali: tripidi, cicaline, cocciniglie e ragnetto rosso sono presenti in molti impianti del ponente ligure. In relazione al sintomo osservato si può risalire facilmente all’agente causale: i tripidi con le loro punture di suzione causano punteggiature scolorite e distorsioni dei lembi dei cladodi; le cicaline provocano tipiche lesioni simili a tratteggi; sulla base di steli che manifestano rallentamento della crescita e vegetazione stentata è possibile rinvenire la presenza di cocciniglie; il ragnetto rosso, Tetranychus urticae, causa l’argentatura dei cladodi e osservando la pagina inferiore è possibile verificarne la presenza.

Ruscus: danno da cicaline – foto IRF

NOTA: degna di nota è stata la comparsa nella zona di Taggia di singolari e aggressive infestazioni da Hercinothrips femoralis(noto come “tripide fasciato delle serre”). Si tratta di un genere di tripidi di origine tropicale che può colpire numerose specie ornamentali, nonché palme e piante da frutto. Nei nostri climi risulta essere presente solo in serra, ma evidentemente i cambiamenti climatici ne stanno favorendo la diffusione anche su colture in pien’aria. Le punture compiute dalle forme giovanili e dagli adulti provocano la comparsa di argentature con successiva necrosi dei tessuti, inoltre sui tessuti infestati sono presenti goccioline escrementizie dall’aspetto bituminoso che imbrattano e deturpano la vegetazione. In base alla bibliografia risulta che può anche essere vettore di agenti di batteriosi (Pseudomonas medicaginis).

Marciumi da Cylindrocarpon sp. o Fusarium spp.: questi miceti colpiscono più facilmente piante già indebolite da altre cause (es. condizioni pedo climatiche non idonee o altri patogeni) e i sintomi, costituiti da deperimenti e disseccamenti della fronda spesso associati a marciume della base degli steli e/o delle radici e del rizoma, si manifestano più facilmente tra l’estate e l’autunno. È importante prevenire le infezioni adottando corrette pratiche colturali e impiegando formulati a base di microrganismi antagonisti o di sostanze attivatrici delle difese naturali. Questa malattia sta comparendo con più frequenza rispetto al passato. Provoca un lento deperimento che porta alla morte delle piante colpite. L’agente causale si conserva nel terreno e una volta che raggiunge una pianta ospite ne può attaccare la base degli steli, il rizoma e talvolta anche le radici: tanto più i terreni sono pesanti e tanto meno il fungo va in profondità, limitandosi a colonizzare le parti più superficiali. I tessuti colpiti si coprono di un caratteristico feltro micelico rosa-violaceo e quindi tendono a disseccare; col tempo il patogeno forma cordoni miceliari bruno-rossastri (rizomorfe) che ne favoriscono la diffusione da una pianta all’altra. Si tratta di un micete difficile da contrastare: i fungicidi a disposizione non sono in grado di contenerlo in modo soddisfacente, per cui è importante eliminare prontamente le piante colpite nonché quelle immediatamente vicine; è buona pratica, se possibile, asportare anche il terreno infetto ed evitare di bagnare le zone colpite.

Ruscus: fronda con alterazioni cromatiche – foto IRF

– Maculatura variegata della fronda: sono ormai diversi anni che si osserva questo fenomeno, ma quest’estate sta comparendo in modo particolarmente intenso. I rami – a volte solo una parte di quelli prodotti da uno rizoma – sviluppano cladodi caratterizzati da una singolare alterazione della colorazione costituita da chiazze/striature/maculature, spesso irregolari, di colore verde chiaro, ben visibili quando si osserva la fronda controluce. Il fenomeno non evolve in disseccamenti o deperimenti, ma la fronda colpita non è commerciabile. Nel tempo sono state condotte numerose indagini per accertare l’origine del problema e sono state elaborate diverse ipotesi in funzione degli esiti ottenuti: ad oggi non è ancora stata individuata una causa univoca, ma si concorda sul fatto che ci sia un’importante componente abiotica (stress nutrizionale in primis), per cui in presenza dei sintomi è consigliabile effettuare un’analisi fogliare.

PIANTE IN VASO

Aromatiche (coltivazione)

– Danni da caldo: in questo momento il caldo è la principale causa di sofferenza per queste piante, e spesso favorisce l’avvio di infezioni fungine.
In particolare negli impianti di rosmarino le fallanze iniziano ad essere molto importanti.

– Cicaline: tra i fitofagi dannosi alle piante aromatiche, le cicaline sono quelli più polifagi e difficili da contrastare. Si sviluppano facilmente su piante spontanee e negli impianti a fine ciclo o abbandonati, e una volta esaurito il “pascolo” si spostano sulle coltivazioni in atto vanificando i trattamenti insetticidi che erano stati effettuati per combattere le infestazioni precedenti. Scarseggiano mezzi di lotta duraturi ed efficaci.

– Lepidotteri: le larve di lepidotteri, soprattutto nottuidi, stanno colpendo numerosi impianti, e i più danneggiati sono quelli di basilico e di lavanda.

– Nematodi galligeni: si stanno osservando gravi infestazioni di Meloidogyne sp. su radici di basilico.

– Maculature fogliari: si tratta di sintomi causati da patogeni fungini (Alternaria sp.) o batterici (Pseudomonasviridiflava, Xanthomonas campestris, …) che possono attaccare molte aromatiche, soprattutto  rosmarino e lavanda. Colpiscono preferibilmente piante che hanno tessuti teneri e acquosi o negli impianti troppo fitti o siti in zone umide e poco ventilate. È importante evitare concimazioni eccessivamente azotate che rendono i tessuti più suscettibili all’aggressione del patogeno. Può essere utile nei periodi critici applicare sulla vegetazione sostanze ad azione disinfettante. In questo periodo si stanno osservano numerosi casi di maculature da P. viridiflava su rosmarino.

– Mal bianco: prestare attenzione soprattutto alle piante di rosmarino recentemente spuntate: sulla nuova vegetazione potrebbero facilmente verificarsi infezioni di mal bianco.

– Peronospora: malattia che sta colpendo in modo grave molti impianti di basilico in quanto favorita dal clima caldo umido. È necessario adottare tempestivamente tutte le strategie di difesa a disposizione.

– Marciumi basali: come già anticipato, le temperature elevate stanno favorendo l’insorgenza di marciumi da oomiceti, ed in particolare da Phytophthora spp., gravi soprattutto nei nuovi impianti di rosmarino e lavanda. I principali fattori predisponenti l’avvio delle infezioni sono, oltre che il caldo, l’introduzione negli impianti di materiale infetto e la presenza di ristagni idrici. Si raccomanda pertanto di: controllare la sanità del materiale di propagazione; eliminare i residui delle colture precedenti; sistemare i terreni in modo da favorirne il drenaggio; evitare la presenza di acqua di scorrimento; utilizzare substrati sub acidi e ben drenanti; evitare concimazioni poco equlibrate, soprattutto a favore dell’azoto; adottare, ove possibile, sistemi di irrigazione localizzata; favorire la colonizzazione della rizosfera da parte di microrganismi antagonisti/simbionti. Anche l’impiego di formulati a base di sostanze in grado di attivare le difese naturali delle piante (ad es. corroboranti) può contribuire, in un contesto integrato, a rendere le piante meno soggette alle infezioni. Si è osservato inoltre che il ricorso a sistemi di ombreggiamento, la somministrazione di brevi bagnature aeree nelle ore più calde della giornata, l’uso di vasi di terracotta o in plastica di colore chiaro, possono contribuire a ridurre la gravità delle infezioni che possono esplodere in modo epidemico nel periodo estivo/autunnale.

– Mal del colletto da Rhizoctonia solani: malattia tipicamente estiva che sta colpendo soprattutto gli impianti di basilico

Impianti di radicazione di talee di aromatiche e margherite

Sciaridi: le larve di questi ditteri in genere si nutrono di funghi e sostanza organica organica. Negli impianti di radicazione possono facilmente erodere le radichette emesse dalle talee: monitorare la presenza di questi moscerini le cui larve, se presenti in numero eccessivo, potrebbero causare anche gravi morie. Ove vi è il rischio che questi insetti prolifichino (ambienti caldo umidi ricchi di sostanza organica) è consigliabile impiegare formulati a base di funghi entomopatogeni, ad es. Metarhizium anisopliae, o di nematodi entomoparassiti, quali ad es. quelli del genere Steinernema.

Marciumi radicali/basali: i rischi maggiori sono le infezioni da oomiceti (Pythium e Phytophthora) e, soprattutto su lavanda, da Rhizoctonia sp. Buona pratica è quella di distribuire sui substrati, in prossimità della radicazione, formulati a base di microrganismi antagonisti ed effettuare bagnature essenziali.

Margherite (piante madri)

– In generale: le piante madri infette da virus, fitoplasmi, miceti agenti di malattie fogliari o di tracheomicosi possono rimanere asintomatiche a lungo, pertanto prima di raccogliere le talee sarebbe bene verificarne la sanità.

– Tripidi e virosi: oltre che causare lesioni alla vegetazione i tripidi possono trasmettere Tospovirus (TSWV e INSV).

– Afidi radicali: nel periodo estivo possono determinare rallentamento della crescita e giallumi fogliari. Prevenire le infestazioni impiegando formulati ad azione nematocida (ad es. a base di Paecilomyces lilacinus, estratti di aglio, ecc.).

– Marciume basale da Phytophthora sp.: la malattia può rimanere silente per cui le talee raccolte da piante infette possono costituire una pericolosa fonte di inoculo del patogeno negli ambienti di radicazione. Le infezioni più gravi in genere si verificano sulle talee messe a radicare in estate per ottenere le piante che verranno allevate nella forma “ad alberello”.

– Tracheofusariosi: i sintomi della malattia compaiono più facilmente nella stagione calda: si consiglia di monitorare gli impianti e di eliminare le piante sintomatiche.

Ciclamino

– Lepidotteri: le larve di nottuidi (Spodoptera spp.) stanno danneggiando numerosi impianti. Intervenire prontamente posizionando trappole a feromoni e applicando formulati a base di Bacillus thuringiensis. In caso di infestazioni in atto è preferibile intervenire con insetticidi specifici.

– Tripidi: questi insetti, verso i quali la lotta risulta particolarmente difficile anche perché tendono a rifugiarsi nei fiori rendendosi difficilmente raggiungibili dai trattamenti fitosanitari, possono causare sia danni diretti (lesioni a petali e foglie da punture di suzione e sottrazione di linfa e succhi cellulari) che indiretti (trasmissione di Tospovirus). In alcuni impianti si osservano già le caratteristiche necrosi fogliari “a bersaglio” causate da TSWV.

– Marciumi basali: si stanno osservano con maggiore frequenza rispetto agli anni scorsi casi di marciumi dei falsi fusti causati da infezioni di Phytophthora sp.

– Tracheofusariosi: malattia già presente in alcuni impianti. Alla comparsa di sintomi, quali deperimento generalizzato, ingiallimento fogliare, marciume della base degli steli e del falso fusto, si consiglia di effettuare opportune indagini di laboratorio al fine di verificare l’origine del problema e intervenire in modo mirato. In ogni caso è bene eliminare dagli impianti il materiale sintomatico e applicare formulati ad azione fungicida e/o corroborante.

Crisantemo

– Afidi, tripidi, nottue e ragnetto rosso: costituiscono i principali agenti di danno per i crisantemi sia da vaso che da reciso.

– Tracheofusariosi da Fusarium oxysporum f. sp. chrysanthemi: osservati alcuni casi.

– Marciumi basali da Phytophthora sp.: ne vanno soggette soprattutto le piante allevate in vaso.

Piante succulente

– Cocciniglie: costituiscono il principale problema entomologico di queste piante, e purtroppo la lotta è difficile.

– Marciumi basali: in numerosi vivai, e soprattutto sulle varietà più suscettibili, sono in atto infezioni di Phytophthora sp. e Rhizoctonia sp.; danni gravi si sono osservati ad es. su piante di Aptenia cordifolia.

– Tracheofusariosi: malattia presente in molti vivai e su varie specie.

Poinsettia, gerbera, lantana ed altre da vaso

– Aleurodidi: la mosca bianca più dannosa è Bemisia tabaci, insetto fitomizo di origine tropicale che ha trovato nelle serre liguri condizioni favorevoli al suo sviluppo. Anche quest’anno, grazie al gran caldo, si assiste alla recrudescenza delle infestazioni su molte piante ornamentali e da orto (su alcune delle quali, ad es. solanacee, può anche trasmettere numerosi virus). Ad oggi le infestazioni più gravi si osservano negli impianti di gerbera, e lantana. Per quanto riguarda la stella di Natale invece il rischio è che le infestazioni proseguano fino all’autunno e che il prodotto, in seguito all’attività di suzione e agli imbrattamenti da melata, venga deprezzato. Purtroppo è difficile combattere la bemisia coi mezzi tradizionali, per cui bisogna intervenire precocemente valutando, ove possibile, approcci di lotta biologica/integrata ad es. impiegando insetti utili quali Ambliseius swirskii, Encarsia sp. ed Eretmocerus sp. In caso di infestazioni in atto è importante impiegare insetticidi specifici al fine di evitare che le popolazioni crescano in modo eccessivo.

Tripidi: con le loro punture di suzione stanno danneggiando i tessuti di molte piante (foglie e fiori); sulle piante in fioritura, come ad esempio le dipladenie, la lotta è particolarmente difficile in quanto gli insetti si rifugiano nei fiori.

– Cocciniglie: costituiscono un grosso problema anche per molte piante in vaso, come ad es. calle, dipladenie e ibischi.

– Tetranychus urticae: il ragnetto rosso delle serre risulta particolarmente favorito dal clima caldo e asciutto e sta colpendo molte specie. Alla comparsa dei primi focolai bisogna intervenire prontamente in modo che non si instaurino infestazioni troppo dense che diventano difficili da eliminare.

– Maculature fogliari: infezioni di Alternaria sp. sono presenti su numerose specie e soprattutto su nevina.

– Ruggine bianca: anche quest’anno Albugo sp. ha colpito soprattutto le piante di mesembriantemo (Lampranthus spp.) e di cappero.

– Marciumi radicali da oomiceti (Pythium sp. in particolare): il periodo è favorevole all’avvio delle infezioni.

URBANO E SPONTANEO

Base di una pianta di fotinia colpita da Scolytus rugulosus – Foto IRF

Photinia “Red Robin”

Osservate infestazioni di Scolytus rugulosus (comunemente noto come “scolitide dei fruttiferi” in quanto colpisce preferibilmente ciliegi, susini, albicocchi, peschi e mandorli, nonché latifoglie forestali come olmo, ontano, faggio, betulla e nocciolo) su piante di fotinia allevate a siepe. Si tratta di insetti lunghi circa 2-3 mm, di colore bruno scuro con pronoto (parte dorsale del primo segmento toracico) ben sviluppato e con grossi punti oblunghi, e con le estremità di elitre e tibie rossastri; le larve sono tipicamente endofitiche corticicole e possono causare gravi danni. Si tratta di un fitofago prevalentemente secondario che attacca soprattutto piante già indebolite e danneggiate da altre fitopatie o da stress fisiologici di natura ambientale o meccanica, ma che in alcuni casi può colpire anche piante sane. In genere colpisce rami di piccolo e medio diametro, ma può infestare anche organi legnosi di maggiori dimensioni, quali le branche e i fusti, portando a morte interi alberi. Le gallerie di prolificazione vengono prodotte dagli adulti e da esse si irradiano singole gallerie longitudinali scavate dalle larve durante il loro ciclo di sviluppo: queste danneggiano gravemente il cambio, la zona tra il legno e la scorza, e sono ben visibili scortecciando gli organi colpiti.

Esemplare adulto di Scolytus rugulosus – Foto IRF

S. rugulosus compie due generazioni all’anno e sverna come larva dentro alle gallerie di nutrizione; gli adulti fuoriescono tra maggio e giugno dai fori presenti sugli organi infestati e si portano su piante sane dove scavano delle gallerie all’ascella delle gemme in attesa di raggiungere la maturità sessuale. Contrastare gli insetti lignicoli è, in generale, molto difficile perché non sempre si riesce a raggiungere il fitofago quando è dentro al legno; la lotta contro pertanto deve basarsi su strategie preventive agronomiche (corretta gestione idrica, nutrizionale, delle potature, …) utili a mantenere in salute le piante. Nel caso di piante infestate è importante asportare e bruciare gli organi colpiti prima della fuoriuscita degli adulti (entro la metà di aprile). Se l’infestazione avviene in vivaio o in giovani piante in allevamento, è possibile effettuare trattamenti chimici (1-2) utilizzando insetticidi a largo spettro nel momento dello sfarfallamento degli adulti che provengono dalle larve svernanti.

Ricania speculum: adulto e forma giovanile – Foto IRF

Ricania speculum: anche quest’anno questa cicalina sta infestando orti e giardini. È un insetto fitomizo che trae nutrimento dalla linfa di diverse essenze arboree e arbustive, e in questo periodo è facile incontrarla ad esempio su piante di limone e di carrubo. Gli adulti sono molto simili alle farfalle e presentano ali scure con caratteristiche zone trasparenti (come se avessero le ali frastagliate) mentre le curiose forme giovanili sono dotate di strutture cerose simili a piume e disposte a coda di pavone. Compie una generazione all’anno, si riproduce in estate e sverna come uovo. Questo è il periodo della riproduzione e le femmine depongono le uova fra le parti ruvide delle cortecce; finito il ciclo riproduttivo gli adulti muoiono. Il danno sulle piante ospiti è riconducibile a produzione di melata, sottrazione di linfa e comparsa di disseccamenti in corrispondenza delle ovature; dalla bibliografia risulta che possa anche essere vettore di alcuni agenti di malattia (ad es. fitoplasmi). Oltre 80 sono gli ospiti già noti, tra cui piante da frutto, soprattutto Citrus, vite e olivo, ed ornamentali, quali ad esempio Calicantus, viburno, gelsomino, Solanum. Ad oggi fortunatamente non ha ancora causato danni particolarmente gravi, ma sulle piante di agrumi che ultimamente sono flagellati da minatrice serpentina, cocciniglie, metcalfa e altri fitomizi, l’azione di R. speculum può causare un aggravio del loro stato di salute non solo in seguito all’azione di suzione ma soprattutto per l’attività di ovideposizione all’interno dei rametti.

AGRUMI

Ceratitis capitata, mosca mediterranea della frutta

Ceratitis capitata su fichi – foto IRF

Questo dittero carpofago estremamente polifago sta colpendo i frutti presenti in orti e giardini, e in questo moment i fichi sono tra i più danneggiati. Ora bisogna iniziare a programmare la protezione degli agrumi.

C. capitata danneggia i frutti attraverso:

  • le punture di ovideposizione, che determinano la comparsa di zone mollicce tendenti a marcire;
  • l’attività delle larve che si sviluppano in modo gregario dentro ai frutti e che nutrendosi della polpa ne causano il disfacimento
  • la produzione di lesioni sui frutti che favoriscono la penetrazione di agenti secondari di marciumi (ad es. Penicillium spp.) che provocano la completa degenerazione del frutto.

I frutti colpiti sono soggetti a cascola.

Si consiglia di: allontanare i frutti caduti a terra, che possono costituire una fonte di inoculo del moscerino; posizionare trappole ad es. cromotropiche gialle, a feromoni, bottiglie trappola contenenti soluzioni acquose di fosfato ammonico attivare con sostanze alimentari, oppure anche esche proteiche attivate con insetticidi (es. spinosad); impiegare formulati ad es. a base di Beauveria bassiana, spinosad, saponi molli di marsiglia o olio di neem (repellente); in caso di attacchi gravi intervenire con piretroidi.

STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO

AVVERSITA’RISCHIO LIEVERISCHIO MODERATORISCHIO ALTO
Parassiti animali– Nematodi– Afidi
– Cocciniglie
– Tripidi
– Cicaline
– Psille
– Aleurodidi
– Lepidotteri
– Acari tetranichidi, eriofidi e tarsonemidi
Malattie fungine– Muffa grigia – Peronospora– Alternariosi
– Ruggine
– Rizottoniosi
– Marciumi basali da Sclerotinia, Cylindrocarpon, Fusarium, ed altri
– Mal bianco
– Tracheomicosi
– Marciumi basali da oomiceti
Virosi – Varie– Da TSWV, INSV, CMV, Potyvirus (ranuncolo)
Batteriosi– Tumore batterico da Agrobacterium tumefaciens su composite e rose– Marciume dei bulbi di calla e ciclamino da Pectobacterium carotovorum– Maculature fogliari da Pseudomonas spp., Xanthomonas spp. su aromi e altre specie sensibili
Altro – Stress nutrizionali– Colpi di calore
– Stress idrici

Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.

Per informazioni:

Laboratorio di Patologia dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (IM): martini@regflor.it
Servizio Tecnico della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga (SV): asstec@ortofrutticola.it
Servizio Tecnico della Cooperativa Flor Coop Sanremo (IM): florcoop@florcoop.it

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