Questa nota informativa è stata realizzata dal Servizio Fitopatologico e Difesa dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo con la collaborazione dei Tecnici della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga, del Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest e della Cooperativa Florcoop Sanremo.

Piante di Aloe arborescens che manifestano grave deperimento. Sulle piante colpite si sono rinvenute infestazioni di un nuovo tripide in corso di identificazione. (Immagine IRF).

Nota meteo – In Italia agosto si è registrata un’anomalia positiva fino a +2°C, valore superiore a quello rilevato in molti altri Paesi, soprattutto del nord Europa. Per quanto riguarda le precipitazioni, verso fine agosto su buona parte delle regioni del nord Italia è transitata una perturbazione atlantica che ha portato piogge significative causando anche qualche preoccupazione. Nel ponente ligure le precipitazioni battenti invece si sono verificate a cavallo di ferragosto.

Anomalie di temperatura previste per settembre, ottobre, novembre 2024 (fonte: ECMWF- European Centre for Medium-Range Weather Forecasts).

La tendenza sul lungo periodo indica:

  • temperature ancora ben oltre le medie del periodo (sul nord-ovest potrebbero essere di circa +1°C) che potrebbero permanere a lungo, fin oltre ottobre;
  • il forte rischio di sviluppo, a partire da metà settembre, di fenomeni piovosi che localmente potrebbero risultare caratterizzati da forti piogge e raffiche di vento.

Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzowww.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/.

AGGIORNAMENTO – RICHIESTA DELLO STATO DI CALAMITA’ PER IL MALTEMPO

Nella prima settimana di settembre, come temuto, una violenta ondata di maltempo ha colpito la Liguria e l’intero Nord Ovest. I danni maggiori si registrano nella Piana di Albenga dove acqua e fango hanno invaso i vivai, serre e altre strutture. Numerose aziende hannosubito ingenti perdite, fino al 50% della produzione, per cui nei prossimi giorni verrà formalizzata dalla Regione Liguria la richiesta al Ministero dell’Agricoltura dello stato di calamità naturale per far fronte ai danni causati dal maltempo (https://www.regione.liguria.it/homepage-giunta/giunta-regionale/comunicati-stampa-della-giunta-regionale/item/41689-liguria-stato-calamita-ministero-agricoltura.html ).

PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO

Le principali produzioni autunnali da vaso e da reciso sono ormai tutte avviate: a fronte di alcune già quasi pronte, quali ad es. quelle di ciclamini e crisantemi, altre, quali ad es. quelle di ranuncoli, anemoni, papaveri, margherite e aromi, avviate tra agosto e settembre, sono ancora nella delicata fase di sviluppo.

In merito alle coltivazioni di piante da fronda verde (ad es. ruscus, eucaliptus, pittosporino, viburno, …), il periodo della raccolta si sta avvicinando; mente per quelle da fronda fiorita (ginestra e mimosa) si è nella fase di differenziazione delle infiorescenze.

Parassiti animali: larve di lepidotteri (soprattutto nottuidi e tortricidi), tripidi, cicaline, aleurodidi, nonché acari (tetranichidi, tarsonemidi ed eriofidi) costituiscono un serio pericolo per le coltivazioni, ma ove la difesa è stata attuata adottando adeguate strategie preventive i risultati paiono buoni. In ogni caso, alla luce delle previsioni meteorologiche, bisognerà mantenere alta la guardia almeno fino a novembre e adottare criteri di difesa mirati alla fase di sviluppo dei vari parassiti.

Malattie fungine, batteriche, virali: i marciumi basali di origine fungina (da oomiceti, Rhizoctonia spp., Sclerotinia spp.) costituiscono la principale preoccupazione per le produzioni in atto; a seguire, in ordine di pericolosità, malattie fogliari quali mal bianco, maculature di varia origine, muffa grigia e, più localmente, peronospora, il cui avvio può essere favorito dal clima caldo umido di fine estate. I sintomi di alcune virosi, in particolare da Tospovirus, stanno iniziando a comparire in impianti ad es. di margherite, ciclamini, statici.

Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.

FIORI E FRONDE RECISI

Ranuncolo, anemone e papavero – allestimento degli impianti

In agosto sono state avviate le piantagioni di ranuncolo, anemone e papavero: il caldo intenso in alcuni impianti ha rallentato l’avvio dei germogliamenti ma la sanità delle coltivazioni pare generalmente buona.

In questa fase i principali pericoli sono costituiti da agenti patogeni tipicamente estivi ad habitat tellurico:

  • negli impianti in piena terra: Sclerotinia spp., Rhizoctonia spp., agenti di marciumi basali, e Fusarium oxysporum f. sp. ranunculi, agente di tracheomicosi;
  • negli impianti in fuori suolo: soprattutto agenti di marciumi radicali e basali quali oomiceti (Pythium spp. e Phytophthora spp.) e Sclerotinia spp.

Altre malattie che potrebbero comparire nel breve periodo sono: mal bianco, soprattutto in serra; muffa grigia e peronospora, soprattutto in occasione di periodi caratterizzati da elevata umidità ambientale e su tessuti particolarmente teneri ed acquosi.

Tra le avversità animali le larve di lepidotteri nottuidi, afidi e tripidi sono i fitofagi più pericolosi e dannosi: i primi per le erosioni che possono causare ai germogli e agli organi ipogei; tripidi e afidi in quanto vettori di virus (in particolare Tomato Spotted Wilt Virus da tripidi; Cucumber Mosaic Virus e Potyvirus da afidi) che, se contratti precocemente, potrebbero compromettere la produzione di queste piante.

Oltre a ottimizzare la situazione agronomico-colturale dell’impianto, prestando particolare attenzione alla dotazione nutrizionale, alla salinità, al drenaggio, alla ventilazione, si consiglia di:

  • applicare microrganismi antagonisti e/o sostanze ad azione corroborante fin dalle prime fasi dell’impianto;
  • irrigare le piante in modo oculato evitando che nel terreno resti acqua libera in eccesso che, oltre a favorire fenomeni di asfissia, scaldandosi potrebbe raggiungere temperature dannose per le giovani radici;
  • posizionare trappole cromotropiche o a feromoni per monitorare la presenza di fitofagi.

Per maggiori informazioni sulle problematiche fitosanitarie del ranuncolo è disponibile il Quaderno Tecnico “Avversità del ranuncolo – Guida al riconoscimento e alla lotta” pubblicato sul sito dell’Istituto Regionale per la Floricoltura consultabile all’indirizzo https://www.regflor.it/comunicazione/pubblicazioni-e-documenti/quaderni-tecnici/ .

Girasole


Foglia di girasole con decolorazioni e necrosi causate da ragnetto rosso (Immagine Florcoop).

Ragnetto rosso: infestazioni di Tetranychus urticae possono danneggiare le foglie; in genere le infestazioni iniziano a partire dalle foglie basali.

– Peronospora: le condizioni climatiche sono favorevoli alle infezioni peronosporiche: monitorare gli impianti, utilizzare preventivamente formulati composti da sostanze di base e/o corroboranti; alla comparsa dei primi sintomi applicare antiperonosporici mirati.

– Mal bianco: malattia presente soprattutto in alcuni impianti in serra. L’impiego di sostanze di base e corroboranti può contribuire a prevenire le infezioni; intervenire con fungicidi antioidici alla compara dei primi sintomi che in genere si manifestano sulle foglie adulte delle piante più vicine alle aperture o comunque più esposte alle correnti d’aria.

– Muffa grigia: le infezioni possono svilupparsi sia sui fiori che, soprattutto, sugli steli.

– Maculature fogliari di origine fungina (ad es. da Alternaria sp.) sono presenti in modo diffuso e talvolta grave, qualora necessario intervenire con fungicidi ad azione preventiva, ad es. a base di sali di rame.

– Marciume basale: l’elevata umidità di queste settimane sta favorendo le infezioni di Sclerotinia sclerotiorum. Generalmente la malattia interessa i tessuti basali, ma, in impianti fitti, può colpire anche le porzioni mediane degli steli.

Crisantemo

– Afidi, tripidi, larve di lepidotteri e ragnetto rosso: costituiscono un grave problema per queste piante, è quindi necessario adottare strategie utili a prevenire le infestazioni in quanto gli insetticidi/acaricidi disponibili sono sempre più limitati e, in condizioni di infestazioni importanti, a volte poco efficaci.

Asclepias physiocarpa (gonfocarpo)


Germoglio di margherita da reciso “Ghersi” infestata da afidi (Immagine Florcoop).

Tripidi: cercare di mettere a punto piani di difesa che limitino il loro ingesso negli impianti. Le punture di
suzione di questi insetti possono danneggiare gravemente la vegetazione e veicolare Tospovirus.

Virus: questa specie è particolarmente soggetta a Tospovirus (soprattutto TSWV-Tomato Spotted Wilt
Virus TSWV) trasmessi da tripidi, nonchè a CMV-Cucumber Mosaic Virus e ArMV-Arabis Mosaic Virus
trasmessi da afidi. I sintomi in genere sono costituiti da mosaici, clorosi, necrosi, riduzioni dello sviluppo.

Margherite a fiore bianco

– Afidi: nell’estate si sono avviate infestazioni di afidi che in alcuni impianti sono ancora presenti in quanto difficili da debellare.

Eucalyptus spp.

Adulto di Ricania speculun su Eucalyptus parvifolia
(Immagine Consorzio Agrario).

Nuovi impianti: nell’estate in genere si allestiscono i nuovi impianti di eucalipti. Si ricorda che queste piante prediligono terreni permeabili, leggermente acidi (pH prossimi a 6,5) e con buona dotazione di sostanza organica, per cui è importante conoscere la dotazione del terreno in modo da programmare gli interventi nutrizionali. All’impianto è bene utilizzare piante che non siano state troppo a lungo in vaso, le cui radici non si siano avvolte su sé stesse: si consiglia comunque di districare delicatamente le piantine prima del loro trasferimento in campo se sono a “radice nuda”, o, se in vasetto di torba, lasciarle immerse per qualche ora in acqua in modo da idratare bene il substrato. Inoltre la buca dovrà essere ben bagnata in modo da favorire l’adesione del substrato del vasetto al terreno circostante, ed evitare che si formi una camera d’aria che potrebbe limitare l’affrancamento delle piantine. Si ricorda che queste piante patiscono i ristagni idrici, soprattutto nelle prime fasi degli impianti.

Psilla: Glycaspis brimblecombei sta infestando molti impianti, soprattutto di E. cinerea, e i germogli colpiti stentano a svilupparsi. Questi parassiti una volta insediati sono difficili da debellare attraverso l’impiego del mezzo chimico: la prevenzione e la lotta integrata costituiscono i principali strumenti di difesa.

Acari eriofidi: Phyllocoptes cacolyptae è presente in molti impianti e il clima caldo umido ne sta favorendo lo sviluppo. Per limitare i danni alle fronde, il cui sviluppo può risultare stentato e irregolare,e i cui apici
possono disseccare o deformarsi, si consiglia di intervenire tempestivamente impiegando formulati, o miscele di formulati, ad azione acaricida adulticida e ovicida, verificandone prima la selettività.

Ricania speculum: adulti di questi insetti sono stati osservati anche su piante di E. parvifolia. Vedere nota al paragrafo “Urbano”.

– Marciumi basali: si sono osservati deperimenti delle piante da Phytophthora sp., patogeno fungino spesso favorito da condizioni di stress idrico.

Germogli di Eucalyptus cinerea ed E. parvifolia (a sinistra) e di E. pulverulenta “Baby Blue” (a destra) colpiti da acari eriofidi della specie Phyllocoptes cacolyptae.
Al centro forme adulte di P. cacolyptae viste allo stereoscopio (100x) (Immagini IRF).

Ruscus

Cladodi di ruscus: danni da cicaline e da tripidi (Immagine Consorzio Agrario)

Lepidotteri tortricidi: le larve di questi insetti, soprattutto di Epichoristodes acerbella e Cacoecimorpha pronubana, stanno provocando erosioni sui cladodi. Si consiglia di posizionare trappole a feromoni per il monitoraggio degli adulti in modo da intervenire prontamente contro le larve, ad es. attraverso l’applicazione di formulati a base di Bacillus thuringiensis.

Cocciniglie: sono insetti sempre più difficili da contrastare, non solo su ruscus ma anche su molte altre fronde. La loro presenza si rileva osservando la base degli steli e i cladodi dei rami più interni dei cespugli.

Cicaline: i segni dei loro attacchi sui cladodi sono già piuttosto diffusi.

Oziorrinco: in numerosi impianti, soprattutto dell’entroterra, si rileva la presenza di erosioni fogliari e radicali da Otiorhynchus sulcatus: le prime causate dagli adulti e le seconde dalle larve

Cladodi di ruscus: erosioni da fitofago (Otiorhynchus) (Immagine IRF).

Ragnetto rosso: è presente in numerosi impianti, ed è importante intervenire rapidamente prima che la fronda venga compromessa.

Marciumi basali da miceti ad habitat tellurico (Fusariumsp., Cylindrocarpon spp., Rhizoctonia violacea): questi miceti spesso colpiscono prevalentemente piante già indebolite da altre cause (es. condizioni colturali non idonee, stress ambientali, azine di altri patogeni), e i danni più gravi si osservano a partire da fine estate ad autunno inoltrato. È importante prevenire le infezioni adottando corrette pratiche colturali e impiegando formulati a base di microrganismi antagonisti o di sostanze attivatrici delle difese naturali. Una nota particolare merita R. violacea: gli attacchi di questo patogeno in questi ultimi anni si sono sensibilmente diffusi e aggravati. La malattia, i cui sintomi sono costituiti da caratteristiche alterazioni della base degli steli e degli organi ipogei, (vedere Flornews di luglio-agosto 2024) è di difficile gestione e se trascurata può causare perdite significative.

Piante di ruscus colpite da agenti di marciumi basali
(Fusarium/Cylindrocarpon)
(Immagine Florcoop)

Limonium sinuatum

– Virosi da Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV): si manifesta con la comparsa di necrosi delle infiorescenze e degli steli, spesso associate a giallumi fogliari: eliminare le piante colpite ed attuare la lotta al tripide vettore.

– Marciumi basali: in alcuni impianti stanno già comparendo deperimenti associati a marciume basale causato da patogeni fungini di origine tellurica, tra cui soprattutto Phytophthora sp.

Pittosporum tenuifolium “Silver Queen”

Afidi e cocciniglie: questi fitomizi sono diffusi in molti impianti.

– Marciumi basali: anche quest’anno, soprattutto in impianti giovani (1,5/3 anni), si stanno verificando morie di piante associate a marciumi basali causati da Phytophthora spp. Per prevenire le infezioni è fondamentale una corretta gestione delle bagnature; un valido aiuto lo possono fornire formulati a base di microrganismi antagonisti applicati al terreno. In presenza della malattia eliminare le piante colpite e intervenire in modo mirato.

– Deperimento di origine fisiologica: questo fenomeno nel tempo si sta aggravando; interessa prevalentemente piante adulte che rapidamente deperiscono e disseccano spesso a partire da un lato della chioma.

Asparagus spp. e altre piante da fronda

Tripidi: anche per queste piante è importante cercare di mettere a punto piani di difesa in modo da limitarne l’ingresso negli impianti. Le loro punture di suzione possono danneggiare gravemente la vegetazione e trasmettere Tospovirus.

– Cocciniglie: sono un problema di importanza crescente per molte specie. La lotta, per essere efficace, deve iniziare al primo apparire dei focolai (magari anche solo asportando le fronde colpite o intervenendo con trattamenti localizzati) e gli interventi vanno eseguiti preferibilmente contro le forme giovanili, cioè all’inizio di ogni generazione. È anche importante: favorire l’arieggiamento sfoltendo le chiome troppo fitte; asportare le fronde colpite; evitare gli eccessi di azoto che rendono più tenera e quindi più vulnerabile la vegetazione. Prima di ricorrere all’applicazione di insetticidi è consigliabile verificarne la selettività.

Ginestra a fiore bianco

Lepidotteri: monitorare la vegetazione per verificare l’eventuale comparsa di erosioni della vegetazione da larve di lepidotteri (Uresiphita limbalis); si consiglia di intervenire preventivamente con formulati a base di Bacillus thuringiensis, o eventualmente con piretroidi.

– Mal bianco: malattia tipica del periodo autunnale: monitorare gli impianti.

– Cocciniglie: sono un problema di importanza crescente per molte specie. La lotta, per essere efficace, deve iniziare al primo apparire dei focolai (magari anche solo asportando le fronde colpite o intervenendo con trattamenti localizzati) e gli interventi vanno eseguiti preferibilmente contro le forme giovanili, cioè all’inizio di ogni generazione. È anche importante: favorire l’arieggiamento sfoltendo le chiome troppo dense; asportare le fronde colpite; evitare gli eccessi di azoto che rendono più tenera e vulnerabile la vegetazione. Prima di ricorrere all’applicazione di insetticidi è consigliabile verificarne la selettività.

Mimosa

– Cocciniglie e psille: continuano a costituire il principale problema entomologico per questa specie, soprattutto sulle piante a fioritura precoce.

– Stress ambientali: su gran parte delle specie da fronda fiorita si rilevano ritardi e riduzioni nello sviluppo della vegetazione che si spera verranno recuperati nel corso l’autunno.

PIANTE IN VASO

Mal bianco sulla nuova vegetazione prodotta dalle piante di rosmarino dopo la spuntatura (Immagine Coop. L’Ortofrutticola)

Aromatiche – piante in allevamento e talee in radicazione

Cicaline: malgrado quest’anno le infestazioni siano partite tardivamente e le infestazioni siano di minore intensità rispetto agli anni scorsi, questi insetti sono presenti in molti impianti; i danni maggiori si stanno registrando soprattutto su rosmarino.

Lepidotteri: soprattutto su piante di rosmarino, salvia (Salvia spp.) e di salvione (Phlomis fruticosa) si osservano erosioni fogliari da larve di lepidotteri, Spodoptera spp. in particolare.

Afidi, tripidi: insetti fitomizi diffusi anche in molti impianti di aromi. In questo momento sono soprattutto gli afidi a causare infestazioni significative.

Aleurodidi: si stanno verificando danni da Bemisia tabaci su piante di cappero allevate in vaso in serra.

Cocciniglie: insetti diffusi su molte specie, tra cui rosmarino.

Mal bianco: malattia che verso l’autunno colpisce facilmente la nuova vegetazione prodotta dalle piante di rosmarino dopo la spuntatura. Altre specie facilmente soggette a questa malattia sono salvie e mente.

Pianta di lavanda con disseccamento dei rami da
Phoma sp. (Immagine Consorzio Agrario)

Peronospora: le condizioni climatiche di fine agosto stanno favorendo le infezioni peronosporiche su molte specie, tra cui soprattutto il basilico.

Muffa grigia: marciumi fogliari e degli steli da Botrytis cinerea sono presenti soprattutto negli impianti di basilico e, in modo più sporadico, in quelli di radicazione delle talee di rosmarino, salvia e lavanda.

Disseccamento dei rami da Phoma sp.: le piogge battenti di ferragosto hanno favorito le infezioni di questo micete, e già verso fine agosto in molti impianti di rosmarino si osservavano in modo diffuso rami appassiti o disseccati; anche in alcuni impianti di lavanda iniziano a comparire i primi sintomi di questa malattia. A volte i sintomi causati da infezioni di Phoma, soprattutto su lavanda, possono essere confusi con quelli causati da Phytophthora sp., ma nel primo caso le radici restano sane e la pianta dopo qualche tempo tende a produrre nuovi germogli.

-Maculature fogliari da Alternaria sp.: prestare attenzione all’eventuale comparsa di questa malattia, che in autunno tende a colpire soprattutto rosmarino e lavande.

Marciumi basali da Phytophthora sp.: già in agosto si sono verificate gravi morie negli impianti di rosmarino, lavande e salvie.

Morie di giovani piante di lavanda causate da
Phytophthora sp. (Immagine Coop. L’Ortofrutticola).

Marciumi radicali da Rhizoctonia sp. e tracheofusariosi: malattie presenti soprattutto negli impianti di basilico.

Batteriosi fogliari: su rosmarino e lavanda verso l’autunno potrebbero comparire marciumi fogliari di origine batterica, prevalentemente da Xanthomonas spp.

Per maggiori informazioni sulle problematiche fitosanitarie delle piante aromatiche è disponibile il Quaderno Tecnico “Avversità delle piante aromatiche coltivate in Liguria – Guida al riconoscimento” pubblicato sul sito dell’Istituto Regionale per la Floricoltura e consultabile all’indirizzo https://www.regflor.it/comunicazione/pubblicazioni-e-documenti/quaderni-tecnici/.

Margherita – piante madri in allevamento

Piante madri: prima del taleaggio sarebbe bene verificarne lo stato fitosanitario effettuando indagini di laboratorio mirate ad accertare l’assenza di infezioni da agenti patogeni trasmissibili per via vegetativa; in ogni caso si raccomanda di prestare attenzione alla presenza di sintomi quali giallumi, maculature clorotiche e/o necrotiche, deformazioni o disseccamenti dei rami che potrebbero essere causati da agenti di virosi o di tracheomicosi.

– Tripidi e afidi: si raccomanda di impostare corretti piani di lotta contro questi fitofagi onde evitare anche il diffondersi di malattie virali. In questo momento sono soprattutto i tripidi a infestare gli impianti, a volte anche in modo preoccupante, e la loro abitudine a rifugiarsi nei fiori li rende poco raggiungibili dagli insetticidi. Si consiglia di eliminare i fiori dalle piante madri e di trattare periodicamente in modo mirato.

– Minatori fogliari: monitorare gli impianti per verificare l’eventuale comparsa di mine fogliari da larve di ditteri Liriomyza spp. o di lepidotteri Bucculatrix chrysantemella. Contro il microlepidottero B. chrysantemella, che in questi ultimi anni negli impianti in serra spesso è rimasto attivo anche durante i mesi più freddi, si consiglia di intervenire preventivamente con formulati a base di Bacillus thuringiensis.

– Lepidotteri: soprattutto le larve di tortricidi possono costituire un pericolo per le piante di margherita sulle quali causano erosioni fogliari e dei germogli.

– Virus: sporadicamente si osservano maculature fogliari causate da infezioni virali (TSWV): eliminare le piante colpite e verificare, mediante analisi di laboratorio, la sanità delle altre piante madri prima di prelevare le talee.

Marciumi basali da Phytophthora sp.: si osservano gravi morie, associate a marciume basale e colorazione nero-blu della base degli steli, nei nuovi impianti destinati all’allevamento di margherite nella forma ad “alberello”.

– Malattie telluriche: per ridurre il rischio di infezioni da patogeni ad habitat tellurico (ad es. Phytophthora sp., Rhizoctonia sp., Sclerotinia sp., Fusarium spp., Verticillium dahliae) è consigliabile applicare preventivamente, fin dall’impianto, formulati ad es. a base di microrganismi antagonisti o di induttori di resistenza. In caso si osservassero sintomi di intristimento si consiglia di condurre accertamenti fitosanitari, soprattutto se si tratta di piante madri.

Ciclamino

Larve di lepidotteri: larve di lepidotteri (in agosto soprattutto di Spodoptera littoralis) sono presenti in molti impianti. Particolarmente pericolose possono essere quelle di Duponchelia in quanto si sviluppano nel cuore della pianta e si nutrono delle giovani foglie e dei bottoni fiorali, per cui l’avvio delle infestazioni è poco visibile e viene rilevato tardivamente col rischio di perdita di piante.

– Tripidi: questi insetti, verso i quali la lotta risulta particolarmente difficile in quanto si rifugiano nei fiori, possono causare sia danni diretti (lesioni a petali e foglie) che indiretti (trasmissione di Tospovirus).

– Afidi: sottraggono linfa, provocano bollosità e deformazioni dei tessuti, trasmettono virus.

– Tracheofusariosi: saltuariamente si osservano ancora deperimenti da Fusarium oxysporum f. sp. cyclaminis.

Pianta di crisantemo con deperimenti causati da stress da caldo (Immagine Consorzio Agrario)

Crisantemo

Tripidi e afidi: in agosto erano soprattutto gli afidi a causare preoccupazioni. Bisogna cercare di mettere a punto piani di difesa in modo da limitarne il più possibile l’ingresso negli impianti: infestazioni tardive potrebbero deprezzare la produzione.

Lepidotteri: si stanno osservando distorsioni su foglie e steli soprattutto da larve di tortricidi.

Mal bianco e muffa grigia: applicare sostanze a base di microrganismi antagonisti od oli naturali per evitare infezioni in prossimità della consegna per la vendita.

– Deperimenti di origine fisiologica: in alcune aziende si osservano deperimenti delle piante associati a imbrunimento radicale: l’origine della sofferenza è stata attribuita a stress termici/idrici. Sui tessuti alterati possono quindi trovare terreno fertile organismi fungini e batterici che possono aggravare la situazione rendendola irreversibile.

Poinsettia

– Aleurodidi: stanno iniziando a comparire le infestazioni di Bemisia sp.: bisogna intervenire tempestivamente per evitare il rischio che restino negli impianti fino all’autunno inoltrato. La lotta biologica se effettuata in modo preventivo, ad es. impiegando insetti utili quali Amblyseius spp., Encarsia sp. ed Eretmocerus sp., può fornire ottimi risultati; in alternativa intervenire tempestivamente con prodotti mirati.

– Tripidi: prevenire le infestazioni di questi insetti che possono causare danni estetici alle brattee colorate.

– Muffa grigia: si consiglia di effettuare un’adeguata prevenzione in modo da ridurre il rischio di insorgenza di marciumi o di maculature delle bratee. Si ricorda che B cinerea, quando le piante hanno raggiunto un buon sviluppo vegetativo, trova nel sotto chioma e nella base degli steli un ambiente umido favorevole al suo sviluppo.

– Marciumi basali da oomiceti e Rhizoctonia sp.: il periodo è favorevole all’avvio delle infezioni da tali miceti, e da Phytophthora sp. in particolare: i primi sintomi della malattia sono l’appassimento dei rametti basali e l’imbrunimento del tessuto sottocorticale della base degli steli. Intervenire preventivamente con formulati a base di Trichoderma spp. o di altri microrganismi antagonisti, o di sostanze ad azione corroborante.

Dipladenia (mandevilla)

– Bemisia tabaci:la mosca bianca è presente sulle piante ancora in attesa di vendita.

Tripidi: con le loro punture di suzione possono danneggiare i tessuti.

Afidi: questi fitomizi sono molto diffusi e possono causare bollosità e deformazioni fogliari.

– Acari: ragnetto rosso (Tetranychus urticae) e acari tarsonemidi (Polyphagotarsonemus latus) sono sporadicamente ancora presenti.

Mesembriantemo

– Ruggine bianca da Albugo sp: questa malattia sta già colpendo vari tipi mesembriantemi, soprattutto quelli delle selezioni più suscettibili. Intervenire preventivamente in quanto, una volta avviate le infezioni è piuttosto difficile contrastare la malattia..

Garofanini

– Tripidi, ragnetto rosso: fitomizi che attaccano con frequenza queste piante.

Pianta di Callistemon sp. che manifesta disseccamento di alcuni rami causati da infezioni di Phytophthora sp. (Immagine Coop. L’Ortofrutticola).

– Marciumi basali di origine fungina: in autunno si possono facilmente verificare infezioni soprattutto da Rhizoctonia solani e Phytophthora spp. L’applicazione preventiva di fungicidi a base di microrganismi antagonisti può contribuire a ridurre le infezioni.

Callistemon sp.

– Disseccamento dei rami: su numerose piante di callistemo, dopo la pioggia di ferragosto, sono apparsi disseccamenti dei rami, molto simili, nei tempi e nei modi, a quelli comparsi su rosmarino e lavanda: si sono individuate infezioni rameali da Phythohthra sp., patogeno che su callistemo, come anche su lavanda e salvia, è in grado di causare infezioni rameali che evolvono in disseccamenti; in genere queste infezioni si avviano in concomitanza di periodi caldo umidi e piogge battenti (naturali o da impianti di irrigazione).

URBANO

Alloro – Laurus nobilis

L’alloro è una pianta aromatica molto diffusa, spesso utilizzata in parchi e giardini a scopo ornamentale o per siepi. È appetita da fitofagi di varia natura, e frequentemente si osservano piante colpite da più organismi, spesso compresenti, quali soprattutto Stephanitis lauri, Trioza alacris, cocciniglie.

Pianta di Aloe arborescens con grave deperimento associato a gravi attacchi di una specie di tripidi di nuova introduzione (Immagine IRF).

Aloe spp.

Molte piante di aloe, soprattutto della specie Aloe arborescens, di vivai, parchi e giardini della costa ligure e francese stanno manifestando gravi deperimenti. I sintomi interessano le foglie carnose e sono costituiti da decolorazioni e arrossamenti di parte dei tessuti, che rapidamente evolvono in imbrunimento e disseccamento dell’intero lembo. Le foglie nere e secche quindi restano afflosciate attaccate ai fusti, e spesso sulle piante restano vitali solo le foglie apicali. Il fenomeno in genere inizia a partire dalle foglie basali e/o più interne dei cespugli. Nei casi più gravi le piante possono essere condotte a morte. Questi sintomi sono comparsi in modo improvviso e pressoché contemporaneo su molte piante di A. arborescens, e gran parte di esse ormai versano in avanzato stato di deperimento. Indagini di laboratorio condotte presso l’IRF di Sanremo hanno evidenziato, su piante sintomatiche prelevate sia sul territorio sia presso aziende florovivaistiche, la presenza di intense popolazioni di un nuovo (almeno per la Liguria) tripide: si stanno conducendo approfondimenti diagnostici.

Ricania speculum: caratteristica ovatura su stelo di
Solanum sp. (Immagine IRF).

Specie varie (vite, olivo, agrumi, piante ornamentali)

Ricania speculum: questa singolare cicalina originaria del sud-est asiatico è comparsa per la prima volta nel 2014 nella provincia di Genova, e da allora si è ampiamente diffusa in tutta la Liguria e può colpire molte specie erbacee, arboree ed arbustive, tra cui vite, olivo, agrumi, piccoli frutti, nonché numerose di interesse ornamentale. Questa cicalina trae nutrimento sottraendo linfa alle piante col suo apparato boccale pungente e da qualche settimana le femmine hanno iniziato a deporre le uova infilzandole col loro appuntito ovopositore in steli e cortecce: le lesioni possono causare l’appassimento e il disseccamento dei rametti. Le uova vengono deposte in file a zig-zag e ricoperte da un ciuffo di cera bianca che spunta dai tessuti degli steli/rami e sono facilmente riconoscibili.
Per contenere la diffusione di questo insetto è consigliabile potare i rami infestati e bruciarli o comunque distruggerli.

STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO

AVVERSITA’RISCHIO LIEVERISCHIO MODERATORISCHIO ALTO
Parassiti animali– Nematodi– Afidi – Cocciniglie
– Cicaline
– Psille
– Acari tetranichidi, eriofidi e tarsonemidi
– Tripidi
– Lepidotteri
– Aleurodidi
Malattie fungine
– Rizottoniosi
– Tracheomicosi
– Ruggine
– Maculature fogliari
– Marciumi basali da Sclerotinia, Cylindrocarpon, Fusarium
– Muffa grigia
– Peronospora
– Mal bianco
– Marciumi basali da oomiceti
– Alternariosi
BatteriosiTumori batterici da Pseudomonas savanstanoi e Agrobacterium tumefaciens– Marciume batterico da Pseudomonas spp. su ranuncolo ed altre specie;
– Alterazioni fogliari da Xanthomonas sp. su lavanda

Virosi
– Virosi in genere– Da TSWV, INSV, CMV, Potyvirus (ranuncolo)
Altro
– Stress idrici, ambientali, nutrizionali, ..

Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.

Per informazioni:

NOTA – Rinvenimento di Popillia japonica nel levante ligure

Il Settore Fitosanitario della Regione Liguria (di seguito SFR), in base alle direttive del Settore Fitosanitario Nazionale, ogni anno definisce un piano di monitoraggio del territorio in funzione di quelle che sono le emergenze fitosanitarie, e organizza le azioni e le misure fitosanitarie da attuare per il controllo degli organismi nocivi eventualmente rinvenuti.

Il SFR e l’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (di seguito IRF) hanno stabilito già da tempo un proficuo rapporto di collaborazione attraverso la realizzazione del Progetto “Potenziamento della Rete di Monitoraggio degli Organismi Regolamentati e dei relativi Accertamenti Diagnostici“, giunto ormai all’undicesima annualità. Si tratta di una misura necessaria soprattutto perché la Liguria importa ed esporta in modo significativo numerosi prodotti vegetali e, pur essendo una regione piuttosto piccola, ha ben 4 punti di accesso tra porti ed aeroporti. È pertanto doveroso utilizzare tutte le misure di tutela utili a garantire la qualità dei prodotti e la sicurezza ambientale. Sul territorio regionale sono attualmente in vigore 18 misure precauzionali volte a prevenire l’introduzione o la diffusione di organismi nocivi alle piante e ai prodotti vegetali.

Popillia japonica – www.crea.gov.it

Il fitofago – Tra gli organismi monitorati vi è Popillia japonica, noto come “scarabeo giapponese”, un coleottero particolarmente nocivo inserito tra gli organismi da quarantena prioritari per le piante nel Regolamento delegato (UE) 2019/1702 della Commissione del 1° agosto 2019.

Questo vorace fitofago, originario del Giappone, nel 2014 è comparso in Italia nel Parco del Ticino, tra la Lombardia e il Piemonte, e successivamente è stato rinvenuto in alcune aree della Valle d’Aosta e dell’Emilia Romagna.

Gli adulti sono di colore verde metallizzato brillante ed hanno elitre di colore bronzo ramato che non arrivano a coprire completamente il corpo; hanno forma ovale e dimensioni variabili da 8 a 11 mm di lunghezza e da 5 a 7 mm di larghezza. La presenza di ciuffi di peli bianchi ai lati terminali dell’addome e sulla parte terminale delle elitre consente di distinguere facilmente P. japonica da altri coleotteri spesso presenti negli stessi ambienti, come Anomala vitis e Cetonia aurata, o da Phyllopertha horticola (maggiolino degli orti), la specie più affine per forma e dimensioni ma che predilige ambienti montani. Le larve sono meno caratteristiche: hanno colore bianco crema trasparente e il loro corpo, che a riposo assume una forma a C, è cosparso di peli marrone lunghi misti a spine più corte. 

Piante ospiti – Le larve di questo fitofago si nutrono di radici, prediligendo quelle delle graminacee che formano il cotico erboso, e possono provocare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.

Gli adulti, che volano da fine maggio ad ottobre con un picco attorno alla metà di luglio, invece si nutrono di foglie, fiori e frutti di più di 300 specie vegetali. Gli attacchi fogliari sono caratteristici: gli adulti erodono la lamina risparmiando le nervature, per cui i lembi assumo un aspetto “scheletrico”.

Tra i numerosi ospiti di P. japonica alcuni sono particolarmente appetiti:

  • essenze spontanee: enotera, ortica, rovo, salcerella, luppolo, convolvolo, Reynoutria japonica;
  • arboree/arbustive/forestali: olmo, salicone, biancospino, nocciolo, ontano, gelso;
  • fruttiferi: ciliegio, nettarine, albicocco, susino, melo, cotogno, kaki,
  • actinidia, piccoli frutti, nocciolo, vite;
  • pieno campo: soia, mais;
  • piante ortive: melanzana, basilico, fagiolino, asparago;
  • piante ornamentali: rosa, altea, ibisco, glicine, tiglio, betulla, vite canadese.

Questi insetti presentano uno spiccato comportamento gregario, pertanto è facile trovare decine, se non centinaia, di adulti intenti a nutrirsi su una singola pianta o su un gruppo di piante vicine, causando gravi danni in brevissimo tempo.

Modalità di diffusione dell’insetto – Sulle lunghe distanze (anche da un continente all’altro) gli adulti possono spostarsi su prodotti agricoli e imballaggi trasportati da navi e aerei. Le larve possono essere diffuse più facilmente attraverso il commercio di piante ornamentali con pane di terra o nei tappeti erbosi venduti in rotoli o zolle. Il fitofago può essere trasportato passivamente anche dentro mezzi di trasporto (automobili, tir, ecc.): partendo da zone infestate verso zone indenni è quindi buona norma controllare che non siano penetrati insetti nell’abitacolo prima di spostarsi.

Per quanto riguarda la diffusione in autonomia, P. japonica ha una buona capacità di volo, che effettua preferibilmente in giornate limpide con temperature comprese tra 29°C e 35°C: gli adulti possono percorrere fino a 8 km, anche se la maggior parte di essi generalmente copre distanze relativamente brevi.

Cosa fa Regione Liguria – Per il monitoraggio di questo fitofago il SFR ligure già da alcuni anni posiziona trappole di cattura in siti considerati “sensibili”, ovvero in prossimità di strade, autostrade e porti. Scelte che si sono rivelate strategiche poiché nei scorsi mesi di luglio e agosto, in due trappole che erano state posizionate nello spezzino presso due aree di servizio autostradali (Brugnato e Vezzano Ligure), sono stati trovati alcuni esemplari di P. japonica: l’identificazione preliminare dell’insetto è avvenuta presso il Laboratorio dell’IRF di Sanremo e quindi la conferma è stata fornita dal Laboratorio del CREA DC di Firenze, organismo competente in ambito entomologico a livello nazionale.

Popillia japonica è pertanto ufficialmente giunta anche in Liguria, e siccome è considerata una seria minaccia per le piante coltivate e spontanee, la sua eventuale comparsa in nuove aree deve essere immediatamente segnalata al Settore Fitosanitario Regionale, i cui recapiti sono:

Sede di Genova – Viale Brigate Partigiane n.2 – tel. 010 548 4090
Sede di Sanremo – Via Quinto Mansuino n.12 – tel. 010 548 8064/8065/8071/5388
Sede di Savona – Corso Italia n.1 – tel. 010 548 4757/4782/4783
Sede di Albenga – Via Niccolari, n.9 – tel. 010 548 4471/4357/4424
Sede di La Spezia – Via XXIV Maggio n.3 – tel. 010 548 4566/4567/8770
Email: sfr@regione.liguria.it – pec: fitosanitario@cert.regione.liguria.it

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