Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio ha bloccato il decreto del governo che inseriva il cannabidiolo tra le sostanze psicotrope e stupefacenti.

È la seconda volta che il Tar blocca un tentativo del governo di rendere illegale la vendita di prodotti contenti CBD: nell’ottobre del 2023 aveva accolto un ricorso su un decreto molto simile. In entrambi i casi i ricorsi sono stati presentati dall’Associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI), che rappresenta la categoria dei produttori e venditori di questi prodotti.

L’attuale governo considera la “cannabis light” una sostanza stupefacente, nonostante il livello molto basso di THC (il componente psicoattivo), mentre contiene maggiori quantità di CBD, principio attivo che provoca un più blando effetto di rilassatezza. Su questa interpretazione si basa sia il decreto di giugno che l’articolo 18 del disegno di legge sulla sicurezza, inserito con un emendamento approvato lo scorso agosto dalla commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera.

«Il collegio dei Giudici – commenta l’Ici ha riconosciuto la validità delle nostre argomentazioni, rilevando il grave pericolo economico e sociale che l’applicazione del decreto avrebbe comportato, e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione – continua la nota – rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe potuto arrecare conseguenze significative agli imprenditori e agli agricoltori del settore, già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa». 

Sono diverse decine i coltivatori di canapa in nel Ponente ligure con un fatturato sicuramente significativo anche dal punto di vista territoriale.

Ora è stata fissata un’ulteriore udienza per il 16 dicembre: fino ad allora il decreto è ufficialmente bloccato.

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