Si sono accese le luci del Festival della Canzone Italiana e milioni di telespettatori potranno ammirare anche i fiori che arricchiscono da sempre il palco del Teatro Ariston.

«La ribalta del Festival di Sanremo è un’eccezionale occasione di visibilità per i fiori liguri – afferma il presidente dei  florovivaisti di Confagricoltura, nonché presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis  – Sono un brand che tutto il mondo ci invidia e sono, al pari della canzone, un ambasciatore del Made in Italy».

La Liguria è leader nazionale nella produzione di piante e fiori: rappresenta in volume il 30% e in valore il 14% di tutto il florovivaismo italiano.

Anche quest’anno la visibilità al Festival di Sanremo sarà massima, grazie ai bouquet che saranno omaggiati alle artiste e a tutti gli ospiti della manifestazione.

Fiori e Sanremo, un binomio che non mancherà neanche quest’anno alla 75esima edizione del Festival della Canzone Italiana.

«I bouquet, che saranno donati ai cantanti e agli ospiti, – prosegue il presidente di Confagricoltura Liguria – sono composti con i fiori della Liguria, e soprattutto di Sanremo, un tripudio di colori. A scegliere gli abbinamenti è un’equipe di floral designer selezionati con un concorso del Mercato dei Fiori della cittadina ligure».

A Sanremo quindi si vedranno mazzi e bouquet con protagonisti i ranuncoli, un fiore di campo che è diventato da coltivazione, punta di diamante della floricoltura locale. “Ranuncoli, ma anche anemoni, garofani, mimose, ginestre e tante fronde come eucaliptus e mirto” sostiene De Michelis. Quanto ai colori sono di moda il bianco, il rosa e il rosso, immancabile anche perché siamo nel periodo di San Valentino.

«E’ bene infine ricordare – conclude De Michelische è ligure la quasi totalità della ricerca varietale in florovivaismo. Qui tracciamo la strada della floricoltura europea e mondiale, con migliaia di brevetti su varietà sempre più belle, resistenti e prestigiose. E l’occasione del Festival è anche quella di celebrare la ricerca, che in Liguria si tramanda da generazioni, fin dagli albori dell’800, con nomi conosciuti in tutto il mondo: i Ghione, Biancheri, Sapia, Santamaria, Brea, Baratta, Mansuino, breeders che tutto il mondo ci invidia».

Il mercato italiano del florovivaismo

La produzione nazionale florovivaistica (dati Istat riferiti al 2023) ammonta a 3 miliardi e 145 milioni e rappresenta il 4,7% delle produzioni agricole italiane (era il 4,5% nel 2022. Le coltivazioni floricole ammontano a 1 miliardo e 465 milioni di euro (in valore, il 2,2% delle produzioni agricole italiane). Le produzioni vivaistiche avrebbero confermato 1 miliardo e 678 milioni di euro (in valore, il 2,5% delle coltivazioni agricole italiane).

La Liguria è ‘regina dei fiori” con oltre 437 milioni di produzioni floricole, seguita da Sicilia e Campania, la Toscana è prima con oltre 923 milioni nella produzione di piante da vivaio, seguita da Lombardia e Sicilia.

Per quanto riguarda l’export l’Italia si conferma seconda potenza europea e terza mondiale con (un valore della produzione pari al 5,2% dell’export mondiale. La bilancia commerciale del comparto si conferma in campo positivo, con un avanzo stimato a oggi di +315 milioni di euro. Consistenti gli scambi con la Francia (+220 milioni), Germania (ca + 150 milioni), Svizzera (ca +58 milioni), Gran Bretagna (+ 44 milioni). I saldi più onerosi per la bilancia commerciale italiana derivano dagli scambi con Spagna (-25 milioni), e i Paesi Bassi (-400 milioni pari al 69% dell’import totale in Italia).

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