“A Imperia un tavolo permanente”, ad Andora la salinità dei pozzi minaccia le coltivazioni di basilico
«Chiediamo che venga istituito un tavolo permanente che comprenda i rappresentanti delle istituzioni competenti e quelli della categoria economica interessata per monitorare la situazione e programmare gli interventi urgenti da attuare».
È questa l’istanza dei vertici provinciali di Cia (Confederazione italiana agricoltori), ricevuti mercoledì scorso dal vice presidente della Provincia di Imperia Armando Biasi (il presidente Scajola è anche commissario dell’Ato idrico) e dalla direttrice generale di Rivieracqua Angela Ferrari, per affrontare il tema della crisi idrica che colpisce anche, e soprattutto, le coltivazioni floricole, olivicole e viticole. Presenti all’incontro la presidente Mariangela Cattaneo, il vice presidente Roberto Rota e il direttore Gianfranco Croese.
«Se lo scorso anno i coltivatori hanno resistito – spiegano da Cia – quest’anno con la situazione che si presenta alla vigilia dell’estate, molti di loro si chiedono se sarà possibile avviare le coltivazioni invernali. Particolarmente difficile appare la situazione dell’olivicoltura: due anni consecutivi di scarsa produzione legati alla mancanza d’acqua, e la prospettiva che anche questa annata possa essere compromessa, mettono in seria discussione la sopravvivenza stessa del settore. Occorrerà pensare a un cambio di tecnica colturale che dovrà obbligatoriamente prevedere, anche per questa coltura, l’uso di irrigazione anche solo di soccorso. Lo stesso si verifica per la viticoltura, dove le irrigazioni sono fatte solo in casi estremi e stanno diventando la regola per evitare di perdere le piante. Ma la preoccupazione è grande anche per la floricoltura: questa, a differenza delle altre due, non si può assolutamente fare senz’acqua. Considerando che l’agricoltura, e le filiere che essa alimenta nel suo complesso, ha un valore in termini di ricchezza pari al turismo, risulta evidente quanto sia importante intervenire con la massima urgenza anche sulla rete irrigua». Di qui la richiesta di instaurare un tavolo permanente di crisi per il settore, e una serie di proposte tecniche consegnate nelle mani del vice presidente della Provincia focalizzate anche sulla gestione della risorsa irrigua.
È invece il presidente regionale di Confagricoltura Luca De Michelis fornisce il suo punto di vista sulla situazione nel savonese.
«La situazione è quella che conosciamo e continua a preoccupare i coltivatori – dice De Michelis – ma Albenga per il momento possiamo dire che tiene. Dal canto loro le imprese si sono già attrezzate e hanno da tempo minimizzato gli sprechi. La floricoltura savonese è all’avanguardia nell’uso razionale dell’acqua. Ad Andora invece il cuneo salino è arrivato nei pozzi irrigui e questo riguarda ormai molte aree sotto la linea dell’autostrada, in una piana che è molto importante per la produzione del basilico. Si rischia di compromettere una produzione agricola molto solida dopo che il basilico è diventato Dop. Andora è uno dei luoghi di produzione principale in Liguria di basilico insieme ad Albenga e Sarzana. Se le imprese saranno obbligate a dotarsi di desalinizzatori, i costi di produzione saliranno moltissimo. Da molti anni abbiamo chiesto, più volte, di effettuare gli interventi necessari, in particolare per il riutilizzo delle acque reflue dei depuratori che finiscono in mare e non solo vengono sprecate, e potrebbero essere riutilizzate in agricoltura, ma danneggiano la flora marina».
Secondo i dati Arpal, nell’ultimo evento meteorologico di fine aprile le cumulate sono state modeste: 9,80 millimetri a Ventimiglia, 13 millimetri a Sanremo, 13,40 a Imperia, con valori simili se non inferiori anche nell’entroterra. Guardando da inizio anno, in base ai dati raccolti dai climatologi di Arpal, a Sanremo sono piovuti in tutto 65,4 millimetri di pioggia contro una media storica da gennaio ad aprile 1961-2010, la finestra “cinquantennale” utilizzata dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia per i confronti, di 244,2 millimetri. Ad Albenga Isolabella, sempre dall’1 gennaio al 3 maggio, 68,2 millimetri, ad Albenga Molino Branca 53 millimetri, contro una media cinquantennale di 241,8 millimetri. Anche nel 2023, insomma, la consistenza delle precipitazioni nel Ponente ligure è stata più bassa del previsto, finora circa un quarto rispetto alla norma.