Le immagini dei bombardamenti e delle vittime in Ucraina stanno scioccando il mondo intero. Una crisi che mai avremmo voluto rivedere in Europa. Una situazione gravissima che preoccupa e spaventa tutti noi. Un dramma troppo grande che ci lascia inermi e attoniti.
Come ormai ben noto le conseguenze della guerra stanno avendo ripercussioni a ricaduta anche sull’economia internazionale. Nella speranza che le trattative per la pace proseguino fino ad arrivare a un cessate il fuoco duraturo e definitivo, non sappiamo quali saranno gli esiti di questa crisi. Tanto meno conosciamo le tempistiche e, in ogni caso, la situazione economico-finanziaria rimarrà complessa e tesa prevedibilmente a lungo.
Anche il settore florovivaistico locale sta subendo gravi danni. Da sempre l’Est Europa rappresenta un mercato fondamentale per la produzione ligure. Il blocco totale delle vendite in Ucraina e la grossa contrazione in Russia e negli stati limitrofi ai due Paesi in guerra ha decretato una battuta d’arresto per una parte fondamentale della stagione.
Inoltre, come anche dichiarato sul nostro giornale da Paolo Di Massa, presidente di Ancef, a seguito delle sanzioni internazionali un enorme problema saranno i pagamenti e le contrazioni degli acquisti anche a lungo termine a causa della svalutazione del rublo, il rischio di default della Banca Centrale Russa e in generale il mercato dei cambi.
Tutto questo si aggiunge a una situazione drammatica post pandemica nella quale stiamo vedendo rincari mai visti prima sui costi dell’energia e la benzina alle stelle.
Dobbiamo soffermarci su tre principali riflessioni per poter tracciare il futuro della filiera alla luce di queste problematiche.
Il primo punto è l’attivazione immediata di aiuti concreti per contenere l’impatto di questi costi. La tensione internazionale sta causando un aumento di diversi fattori di produzione (costi energetici, fertilizzanti, trasporti) e a cascata dovremo aspettarci aumenti su tutto il resto. È quindi necessario che il Governo si attivi per aiutare le aziende, compreso quelle floricole ricordando che rappresentano la percentuale maggioritaria dell’agricoltura in tutta la Liguria.
La seconda questione tocca tutti noi in prima persona. È ovvio che da qui in avanti i prezzi dei nostri prodotti dovranno tener conto dei pesanti aumenti. In parte questo significa che ci deve essere coscienza e responsabilità lungo la filiera, per non scaricare gli aumenti solo sui produttori, come è già successo troppo spesso.
In ultima analisi, se già era chiaro ora ne abbiamo la certezza: dobbiamo strutturare l’intera filiera produttiva, nel medio lungo periodo, in modo tale da dipendere sempre meno dai costi energetici e dai combustibili, e dai costi di trasporto. Questo si può fare in vari modi: razionalizzando i processi aziendali, rinnovando le strutture produttive, selezionando accuratamente prodotti e periodi etc, sapendo che per fortuna sia il clima che abbiamo che la relativa vicinanza geografica che abbiamo a tanti mercati ci può aiutare.
Luca De Michelis