Fiori recisi e piante in vaso hanno animato le tavole degli italiani e portato il colore della Liguria all’estero durante le festività natalizie.
Nelle piante in vaso regina indiscussa è la Poinsettia, la Stella di Natale, con la sua varietà di colori, dal rosso intenso al bianco, ed ibridi screziati che hanno saputo mettere d’accordo tradizione ed innovazione.
La coltivazione di questa pianta, diffusa nella Piana di Albenga ma anche sulle colline sanremesi, è però in costante calo negli ultimi anni. Essendo una coltivazione energivora, che necessita di un fotoperiodo più lungo e di temperature elevate, l’utilizzo di luce e riscaldamento sono alla base del suo sostentamento.
Se da una parte il clima caldo e siccitoso di questo autunno ha messo a dura prova altre tipologie di coltivazione tradizionale, come i ciclamini, per i coltivatori di poinsettia è stata una vera “manna” che ha permesso di contenere i costi di riscaldamento.
Si stima comunque una riduzione nel numero di aziende di almeno un 30% negli ultimi anni e, tra i coltivatori che resistono, c’è stata una riduzione del numero di vasi piantati di almeno un 10-15% rispetto al 2021.
Ciò ha però permesso ad alcuni di vendere anche con prezzi aumentati del 10-20% tutta la produzione.
Ormai la vendita si è fatta ad impulso, ovvero i consumatori tendono sempre più a non programmare i loro acquisti e ciò si ripercuote anche sulla programmazione florovivaistica. Gran parte delle Stelle di Natale, stando ai dati che abbiamo raccolto, è stata venduta a ridosso del Natale, arrivando anche ad un deficit nell’offerta con una domanda eccedentaria proprio tra il 22 ed il 25 dicembre.
L’Italia è la maggior consumatrice di Stelle di Natale, la Francia quest’anno ha ridotto le importazioni dal nostro Paese a causa dei costi sempre maggiori di trasporto e della propria economia interna.
Per quel che riguarda i fiori recisi le produzioni tipiche del momento sono sicuramente ranuncoli, anemoni e fogliame colorato.
Ranuncoli ed anemoni sono stati agevolati dal clima caldo e siccitoso dell’autunno, arrivando a fioritura in modo anticipato rispetto agli anni precedenti. Già a fine ottobre, infatti, i produttori avevano prodotto vendibile anche a prezzi molto buoni data la scarsità di fiori e la qualità elevata.
“A novembre però vi è stato un calo che possiamo definire anche quasi prevedibile” ci conferma Paolo Di Massa “dopo due anni di vendite ottime nonostante il post-pandemia, un calo è sicuramente fisiologico, inoltre il clima successivamente non ha giocato in nostro favore”.
Tra novembre e dicembre la produzione è calata, risultando inferiore rispetto agli scorsi anni, ma questo da un lato è stato vissuto con positività in quanto anche le vendite si sono ridimensionate, in generale al ribasso. Questo ha permesso di vendere bene il prodotto anche a prezzi soddisfacenti senza rimanenze.
Un calo più marcato è stato registrato dalle fronde recise colorate, il classico fogliame oro ed argento particolarmente apprezzato nell’Europa orientale, non ha riscosso il solito successo nemmeno nella settimana più importante delle festività. Sicuramente complici del raffreddamento delle vendite anche i rincari che hanno colpito a tutti i livelli, dai produttori ai consumatori finali. Anche l’export è stato rallentato dalle conseguenze del conflitto Russo-Ucraino e dal raffreddamento in generali dei mercati nord-europei.
I produttori ora confidano nella ripresa delle vendita da dopo il 10 di Gennaio, in previsione di San Valentino.