Come ottimizzare l’uso di energia: ne parliamo con il CeRSAA di Albenga.
Flornews Liguria ha avviato una serie di interviste al fine di dare utili consigli alle imprese agricole in questo momento di grave crisi energetica, tra impennata dei costi e necessità di diversificare gli approvvigionamenti.
In questa prima intervista ne abbiamo parlato con il dott. Federico Tinivella del CeRSAA di Albenga, centro che da anni si occupa di ricerca nel campo florovivaistico e non solo.
“E’ necessario fare una premessa” esordisce Tinivella “Il risparmio energetico deve essere inteso anche come risparmio complessivo degli input di fattori produttivi nel settore agricolo, ovvero di tutte le risorse impiegate.
In questo contesto si indicano di seguito alcune proposte o linee di intervento che possano permettere un uso ragionato delle risorse all’interno di un’azienda agricola. E’ chiaro che alcune di queste necessitano di sviluppo ulteriore al fine di renderle competitive da un punto di vista soprattutto dei costi.”
Punto 1: Favorire una maggiore applicazione di fonti energetiche alternative in agricoltura
quali:
- Impianti integrati all’interno/su strutture serricole preesistenti o obsolete (pannelli solari a silicio mono e policristallino),
- Impulso alla diffusione del fotovoltaico semitrasparente, combinato con accumulatori a idrogeno (tema molto innovativo ma occorre iniziare a proporre nuove soluzioni). Questi accumulatori utilizzano l’elettricità prodotta ad esempio attraverso fotovoltaico quando la radiazione luminosa è disponibile scindendo l’acqua e accumulando l’idrogeno ottenuto in una bombola sotto pressione. Quando è necessario produrre energia elettrica, questa verrebbe prodotta a partire dall’idrogeno attraverso celle a combustibile.
- Impulso alla diffusione del fotovoltaico a film sottile sia in serra che in pieno campo su diverse colture.
- Verifica dell’applicabilità delle sonde geotermiche abbinate a pompa di calore per l’acclimatamento degli ambienti protetti, pertanto sia per il riscaldamento che per il raffrescamento (tecnologia molto diffusa nel settore civile in nord Europa, decisamente innovativo ma basato su tecniche e know-how assolutamente consolidati)
- Impulso alla diffusione dell’uso di film plastici fotoselettivi per migliorare la produttività delle colture attraverso il miglioramento della radiazione luminosa al di sotto degli apprestamenti protetti e il contenimento di specifici patogeni e parassiti delle colture.
Punto 2: Uso consapevole e sostenibile dei fattori produttivi e delle risorse genetiche
- Individuazione di prodotti fitosanitari o biostimolanti innovativi a base di estratti vegetali;
- Individuare e coltivare specie vegetali aventi le seguenti caratteristiche:
- più tolleranti/resistenti a patogeni e parassiti
- più tolleranti alla siccità e alle alte temperature (fattori abiotici) in uno scenario di mutamento climatico caratterizzato da un incremento delle temperature medie e all’acutizzarsi di alcuni eventi climatici di particolare intensità (precipitazioni, vento, …),
- coltivabili facendo ricorso a ridotti input energetici
- varietà derivanti dall’attività di ibridatori ecc. che possano essere interessanti dal punto di vista commerciale, pertanto incontrare il gusto degli acquirenti che ne decretano l’effettivo successo;
- Applicazione di strumenti di Agricoltura 4.0 (in modo particolare sensori) che possano portare ad un uso ragionato delle risorse attraverso:
- Un puntuale monitoraggio ambientale e climatico
- Evitare che si creino condizioni favorevoli allo sviluppo di patogeni e parassiti in questo modo applicando criteri di lotta preventiva
- Mettere a punto eventualmente sistemi di supporto alle decisioni (DSS) che, grazie all’analisi dei dati raccolti, possano creare sistemi di allerta che permettano di intervenire in modo efficiente per scongiurare la comparsa di specifiche avversità delle piante
- Uso consapevole/sostenibile della risorsa idrica: raccolta dell’acqua piovana o di condensazione, utilizzo dell’irrigazione localizzata, ricorso all’irrigazione deficitaria.
Punto 3: Aspetti legati all’economia circolare (permettono un miglior impiego delle diverse risorse, pertanto, in definitiva, anche un risparmio energetico in un’ottica più allargata di carbon foot print (impatto in termini di CO2 prodotta) e LCA (Life Cycle Assessment, analisi del ciclo di vita )
- Sostituzione delle torbe nei substrati di coltivazione in vaso nel settore del florovivaismo in vaso grazie all’impiego di substrati/integratori alternativi (es. biochar, fibra di legno),
- Riduzione dell’uso di materie plastiche di sintesi e loro sostituzione con materiali biodegradabili e/o compostabili (es. vasi, film di pacciamatura, coni per fiori),
- Messa a punto di strategie di lotta nei confronti di patogeni e parassiti che tenda al residuo zero (comunque non raggiungibile da un punto di vista strettamente chimico analitico) attraverso la scelta di mezzi di lotta quali ausiliari e antagonisti microbici ammessi anche in agricoltura biologica.
“Per tutto ciò che è stato definito oppure è percepito come “innovativo” o estremamente “innovativo” ” conclude Tinivella “bisogna sperare che possano essere messi a disposizione fondi dedicati, penso al PNRR, che riescano a dare un impulso alla sperimentazione intesa come ultimo miglio da percorrere per rendere davvero abbordabile il trasferimento di alcune soluzioni nella realtà produttiva a costi ragionevoli. Si tratta, come già anticipato, di tecnologie consolidate pertanto quasi pronte, per dirla difficile con un elevato coefficiente TRL (https://it.wikipedia.org/wiki/Technology_Readiness_Level), tipo 8-9.“
Come sappiamo il CeRSAA è in prima linea nel campo della ricerca e nell’innovazione florovivaistica, anche grazie a progetti quali SmartAroma che, tramite i fondi messi a disposizione dal PSR 2014-2020, mira a:
– rendere competitive le produzioni di piante aromatiche in vaso attraverso l’adozione di processi dell’agricoltura di precisione;
– programmare e controllare la distribuzione di fitofarmaci, nutrienti, energia, acqua;
– sviluppare un sistema di tracciabilità dei lotti di produzione, funzionale alla tracciabilità delle operazioni aziendali e all’applicazione della normativa relativa al c.d. “Passaporto delle Piante” (Reg UE 2016/2031, art. 69);
– progettare una start-up per l’erogazione alle imprese di servizi di agricoltura di precisione.