Continua il nostro approfondimento sulla stagione 2020-2021, in questo articolo ci spostiamo nel comparto dei fiori recisi.

Franco Barbagelata, Direttore del Mercato dei Fiori di Sanremo, commenta: “La stagione è andata bene non solo per questioni legate al Covid e per il fatto che si è stati di più in casa, ma per la continua ricerca sulla qualità del prodotto sanremese. È un discorso di concause. Solo qui è possibile trovare un prodotto di grande qualità come il nostro. Un fattore da sfruttare anche per i prossimi anni. Non si tratta quindi solo di fortuna, ma è merito del lavoro fatto in questi anni e della fidelizzazione che siamo stati capaci di creare.”

Affermazioni supportate dai dati forniti proprio dal Mercato dei Fiori di Sanremo. Si evince infatti che il prodotto di gran lunga maggiormente di punta è sempre il ranuncolo clone, vera eccellenza del Ponente Ligure. Con i suoi oltre 8 milioni di steli, venduti a una media di 0,65 centesimi, si è arrivati ad un valore di quasi 6 milioni di euro.

In seconda posizione, il ranuncolo seme ha fatto registrare circa 6 milioni di steli venduti, ad una media di 0,26 centesimi per un totale di quasi 2 milioni di euro.

Allo stesso prezzo ma con una quantità nettamente inferiore, si attestano le anemoni, con quasi 2 milioni di steli passati presso il servizio di asta e deposito fiori del Mercato, per un totale di poco più di 600 mila euro.

Chiudono la top four i ranuncoli clone pon pon, prodotto maggiormente di nicchia: circa 600 mila steli per un prezzo di 0,44 centesimi.

Per questi primi 4 prodotti, è attivo il servizio di asta all’olandese presso il Mercato dei Fiori di Sanremo, attiva per tutta la stagione: da novembre a maggio.

Per i prodotti da deposito e non da asta, particolarmente interessanti le vendite di peonie, con un totale, per tutte le varietà di circa 307 mila steli venduti. Si va da un prezzo medio minimo a stelo di 0,48 euro della peonia rossa, fino ad un massimo di 1,70 euro della peonia varietà Sarah Bernardt.

La Mimosa Gaulois, altro prodotto importante per l’economica del Ponente Ligure e di grande interesse sui mercati europei, ha fatto registrare un prezzo medio di 6,49 euro. Per quel che riguarda la ginestra bianca, altro prodotto di punta nel catalogo delle fronde fiorite recise, ha spuntato un prezzo medio di 5,58 euro.

Il Ruscus, re del comparto fronde recise, ha fatto registrare un prezzo in linea con gli anni passati di 10,33 euro.

Le varietà principali di Eucalyptus (cinerea, populus, Baby Blue e Stuartiana) si sono aggirate su un prezzo variabile dagli 8 agli 8,50 euro.

In generale prezzi buoni per tutte le fronde verdi.

Soddisfatto della stagione, che si è chiusa a maggio, anche Paolo di Massa della Diemme Fiori e presidente di Ancef (Associazione Nazionale Commercianti Esportatori Fiori).

“Abbiamo visto un andamento positivo – spiega – in parte dovuto al fatto che, dopo un periodo difficile, la gente ha voglia di spendere e tornare a vivere. Negli ultimi mesi si sono accumulati una serie di matrimoni ed eventi, rimandati per quasi un anno e mezzo, che sicuramente hanno giocato e stanno giocando un ruolo importante in questo grande successo.”

Per quanto riguarda le esportazioni aggiunge: Si vende ovunque, in tutto il mondo, ogni tipo di prodotto. C’è un consumo talmente elevato che la richiesta, a livello globale, supera la produzione. Spero che questo invogli più persone a piantare e le aziende già nel settore a incrementare le quantità per l’imminente nuova stagione.”

In merito al futuro del settore a livello locale il direttore del Mercato dei Fiori, Franco Barbagelata aggiunge: “Nei prossimi anni bisognerà lavorare sulla promozione e sulla logistica, dove siamo sempre in deficit.”

Anche secondo Dino Rossi, responsabile della Cooperativa Tre Ponti, la stagione è andata bene “ma a seguito di tanto impegno, perché è la gente tenace che riesce ad ottenere i migliori risultati.”

Non mancano, dal suo punto di vista, le proposte per migliorare sempre di più: “Ora come ora trovo necessario che Sanremo, visti i buoni risultati ottenuti, cerchi di metterli a frutto, adeguando la piattaforma del Mercato dei Fiori.”

“Inoltre – prosegue Rossiè sempre più necessaria una corretta informazione sulle specie da coltivare, alcune potrebbero avere mercato e molte aziende agricole avrebbero bisogno di manodopera specializzata per aumentare la produzione.”

“La stagione è andata oggettivamente bene” dichiara Alessandro Lanteri del Distretto Florovivaistico “anche perché i nostri mercati di riferimento (Nord Europa, capitali e grandi città) hanno avuto relativamente meno problemi logistici rispetto ad altre realtà più periferiche e il consumo di fiori è per lo più quotidiano e personale, mentre in altri mercati è più legato al regalo e all’evento. Incrociamo le dita per quest’anno”.

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