La drammatica crisi tra Ucraina e Russia ha colpito la comunità internazionale. Le immagini della guerra riportano tutti noi in un triste periodo di tensione e preoccupazione a livello mondiale. Alle vittime di questa follia va il primo pensiero, ma anche la situazione economico finanziaria che si sta prospettando deve metterci in allarme.
Le conseguenze di tutto ciò stanno a ricaduta interessando vari settori, tra cui anche quello florovivaistico. Considerando che l’80% della produzione locale viene esportata all’estero, è chiaro che l’intera filiera ha subito e continuerà a subire un duro contraccolpo.
Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato Paolo Di Massa presidente di Ancef, l’Associazione Nazionale Commercianti Esportatori Fiori.
“Siamo ovviamente rimasti sgomenti dallo scoppio della guerra e ovviamente i primi pensieri vanno alla popolazione ucraina e alle conseguenze di questo immane disastro umanitario,” anticipa Di Massa.
“Non possiamo però nascondere le gravi implicazioni economiche che questo evento sta avendo e avrà purtroppo. In particolare, la questione più preoccupante è la probabile evoluzione da crisi momentanea a un cambio strutturale nelle relazioni economiche e diplomatiche internazionali, al momento ancora difficilmente prevedibili.”
Come spiega il presidente di Ancef, a livello florovivaistico i mercati più direttamente interessati dai cambi sono ovviamente quello Ucraino e indirettamente quello Russo per tutta una serie di difficoltà: in particolare la mancanza di voli e varie conseguenze delle sanzioni internazionali.
“Il calo di richiesta del prodotto interessa principalmente il reciso ed in modo marginale il vaso, essendo minima l’importazione di questa tipologia nelle aree interessate dalla crisi,” spiega Di Massa “Ovviamente – prosegue – il mercato in Ucraina è completamente fermo, quello russo è fortemente ridimensionato.”
Il periodo di maggior richiesta del reciso ligure da parte dei Paesi dell’Est Europa è sicuramente quello invernale che si sta concludendo. In particolare i fiori del Ponente ligure raggiungono quei paesi nel periodo che va da Natale alla Festa della Donna.
Di Massa aggiunge: “Essendo la crisi partita poche settimane prima dell’8 marzo, le nostre aziende hanno perso una parte importantissima di fatturato, in particolare per quanto riguarda la mimosa e i ranuncoli. Dobbiamo inoltre sottolineare che il problema non riguarda solo far arrivare la merce in Russia e negli altri Paesi dell’Est; anche ricevere i pagamenti è oggi un problema a seguito delle sanzioni. Rischiamo quindi che questa perdita di incassi vada segnare il settore ancora a lungo.”
Un altra causa di preoccupazione è la netta svalutazione del rublo in un momento storico in cui, invece, i prezzi del nostro prodotto sono aumentati, anche a seguito dei ben noti rincari.
“Si registrano – conclude il presidente di Ancef – anche cali di domanda proveniente da Paesi immediatamente contigui alla crisi ad esempio la Polonia. Anche in questo caso stiamo assistendo a una svalutazione della moneta polacca rispetto all’euro. Ovviamente, la maggior parte di queste problematiche riguarda globalmente tutto il settore florovivaistico: anche gli altri Paesi esportatori devono affrontare le medesime difficoltà. Tuttavia questa situazione non si ripercuote allo stesso modo su tutte le aziende: i mercati est europei hanno dinamiche particolari e non vengono seguiti da tutti. Ma per alcune realtà specializzate in quelle zone il contraccolpo e sicuramente pesante.”