Il Fagiolo bianco delle Alpi Liguri è protagonista di un progetto di tutela della biodiversità a cura di ACAL Liguria e sostenuto tramite la misura 10.2 del PSR Liguria.

Uno degli obiettivi che l’Europa intende raggiungere è la salvaguardia della biodiversità e lo fa anche attraverso diverse azioni sostenute da Regione Liguria; per ottenere maggior produzione o incremento dei profitti ci si è orientati verso poche coltivazioni, tralasciandone altre. Alcune di quelle più antiche sono andate perse per sempre, mentre altre sono sopravvivono con difficoltà. Molti coltivatori sono spinti dal desiderio di portare avanti una tradizione, ma senza la loro dedizione anche altre colture tradizionali andrebbero ad estinguersi.

Regione Liguria ha finanziato attraverso il PSR 2014 – 2022 misura 10.2 il progetto “Interventi per la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali in agricoltura”. Tra gli obiettivi prioritari vi sono la salvaguardia e la valorizzare delle produzioni agricole, tipiche e di qualità, con particolare riferimento alle produzioni certificate (DOP, DOC, IGP, biologico) e ai cosiddetti “Prodotti Agroalimentari Tradizionali”.

Tra queste c’è il fagiolo bianco delle Alpi Liguri, legume è per lo più coltivato nelle aree della Provincia di Imperia di Badalucco,  Castel Vittorio, Conio (fraz. di Borgomaro), Montalto Ligure, Pigna, che fa parte dei Presidi Slow Food e si distingue per avere una buccia particolarmente sottile, e un gusto delicato.

Grazie al finanziamento PSR,  Acal  – Associazione Cisl Agricoltura Liguria insieme all’Università di Genova, all’Istituto di Istruzione Superiore “E. Ruffini  – D. Aicardi” con sede a Taggia – Sanremo e alle aziende agricole Alpagan di Roberto Rebaudo – Pigna, Marco Bolognesi – Pigna, Adriana Borfiga – Pigna, Marco Brezzo – Badalucco e Papalia Luca Molini di Triora hanno creato il partenariato “White Bean“. Questo ha lo scopo di portare avanti la semina del fagiolo, lo studio del seme e della pianta e conservarlo presso gli Istituti di ricerca scientifica e i centri regionali per la conservazione della Biodiversità (Banca Regionale del Germoplasma dei GBH). Infine si cercherà di promuovere verso questo prodotto, affinchè le aziende agricole locali siano motivate a coltivarlo.

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