Il Decreto Sostegni bis, convertito in legge 23 luglio 2021, n. 106, estende la misuraPiù Impresa” di ISMEA anche all’imprenditoria femminile.

La misura, dedicata in principio solo ai giovani, è stata estesa anche alle donne, senza limiti di età, che intendono subentrare nella conduzione di un’azienda agricola o che sono già attivi in agricoltura da almeno 2 anni e intendono migliorare la competitività.

Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto fino al 35%  delle spese ammissibili e in un mutuo a tasso zero per la restante parte, nei limiti del 60% dell’investimento. Sono finanziabili investimenti fino a euro 1.500.000 Iva esclusa, con una durata da 5 a 15 anni.

Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede la misura. Sono ammissibili le spese per:

  1. subentro: imprese agricole costituite da non più di 6 mesi con sede operativa sul territorio nazionale, con azienda cedente attiva da almeno due anni, economicamente e finanziariamente sana; la maggioranza numerica dei soci e delle quote di partecipazione in capo ai giovani ovvero donne, ove non presente al momento della presentazione della domanda, deve sussistere alla data di ammissione alle agevolazioni;
  2. ampliamento: imprese agricole attive da almeno due anni, con sede operativa sul territorio nazionale, economicamente e finanziariamente sane.

La maggioranza numerica dei soci e delle quote di partecipazione in capo ai giovani ovvero donne, ove non presente al momento della presentazione della domanda, deve sussistere alla data di ammissione alle agevolazioni.

Le spese finanziabili possono essere:

  • le spese per lo studio di fattibilità sono ammissibili nella misura del 2 per cento del valore complessivo dell’investimento da realizzare; inoltre la somma delle spese relative allo studio di fattibilità, ai servizi di progettazione sono ammissibili complessivamente entro il limite del 12 per cento dell’investimento da realizzare;
  • le spese relative alle opere agronomiche sono ammissibili per i soli progetti nel settore della produzione agricola primaria;le spese relative alle opere edilizie e oneri per il rilascio della concessione;
  • le spese di investimento relative al settore della produzione agricola primaria, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, l’acquisto di terreni è ammissibile solo in misura non superiore al 10 per cento dei costi ammissibili totali dell’intervento da realizzare;
  • la potenzialità dei nuovi impianti di trasformazione non deve essere superiore al 100 per cento della capacità produttiva, stimata a regime, dell’azienda agricola oggetto dell’intervento.

Spese non ammissibili: diritti di produzione, animali e piante annuali, lavori di drenaggio, impianti per la produzione di biocarburanti e per la produzione di energia termica ed elettrica da fonti rinnovabili, investimenti di sostituzione di beni preesistenti, lavori in economia, impianti e macchinari usati, capitale circolante.

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