Da Brexit in poi sono cambiate regole, usi e procedure per esportare in Gran Bretagna. In dettaglio, i servizi doganali sono molto sensibili al controllo del problema Xylella. Alcune specie, come la poligala, sono ad esempio soggette a divieto totale di importazione da Paesi in cui sono presenti infestazioni, come purtroppo l’Italia.
Buone notizie invece per i produttori liguri di rosmarino e lavanda: queste specie, potenzialmente veicoli di infezione, possono essere importate in Regno Unito, purché le zone di produzione non siano soggette a infestazione di Xylella.
L’Assessorato all’agricoltura di Regione Liguria si è attivato per attestare tempestivamente tramite il MIPAAF al DEFRA (Department for Environment Food and Rural affairs) l’assenza di focolai di Xylella sul territorio regionale, come ci ha prontamente segnalato il Settore Fitosanitario regionale.
E’ dunque consentito l’export di queste piante in Gran Bretagna. Una buona notizia per i produttori albenganesi, per i quali il mercato d’oltremanica è uno dei principali e tra poche settimane si avvia la stagione commerciale.
E proprio sulla tracciabilità si sta lavorando al CeRSAA di Albenga grazie all’importante progetto SmartAroma, finanziato da Regione Liguria, attraverso la misura 16.01 “Aiuti per la costituzione e l’operatività dei gruppi operativi del PEI” del PSR 2014-2020, e portato avanti dal centro di Albenga. I fondi sono destinati alla messa a punto di una strategia di agricoltura di precisione che prenda in considerazione e sviluppi i fattori di successo principali delle produzioni in vaso di piante aromatiche; ma anche e soprattutto allo sviluppare un sistema di tracciabilità dei lotti di produzione, funzionale alla tracciabilità delle operazioni aziendali e all’applicazione della normativa relativa al c.d. “Passaporto delle Piante” (Reg UE 2016/2031, art. 69).
Si tratta di un argomento sempre più importante per il quale la produzione ligure deve farsi trovare pronta.