Il 2025 è una ricorrenza speciale per il CREA-OF di Sanremo perché segna sia i centocinquanta anni dalla nascita di Mario Calvino sia i cento della prima Stazione Sperimentale per la Floricoltura in Italia, di cui proprio Calvino fu il creatore. In occasione del Festival dei fiori di Sanremo, il CREA ha inaugurato il 13 marzo “Mario Calvino: il pioniere del progresso agrario”, una mostra che intreccia il racconto biografico del celebre agronomo padre del noto scrittore alla storia delle ricerche e delle innovazioni che, insieme alla moglie Eva Mameli, Mario portò a Sanremo, e che vivono ancora oggi nei laboratori del CREA e non solo.

Curata da Chiara Cavallo, Loretta Marchi, Paola Forneris, Claudio Littardi e Barbara Ruffoni, la mostra si snoda tra le sale storiche di Villa Bel Respiro, sede del CREA, evidenziando gli aspetti di innovazione agronomica, tra l’Italia e il mondo, propri dello straordinario percorso umano e scientifico di Mario Calvino. Oltre al suo importante apporto alla floricoltura, non viene messo in secondo piano l’aspetto umano del ricercatore e delle persone a lui vicine, specie la moglie, la botanica Eva Mameli, una citazione della quale accompagna l’ingresso alla mostra, proprio a fianco al busto di Mario, e Libereso Guglielmi, il “giardiniere dei Calvino”, di cui – anche – ricorre il centenario in questo 2025.

L’inaugurazione della mostra è stata l’occasione per ripercorrere la storia di Mario Calvino e di quello che oggi è il Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo grazie agli interventi di diverse testimonianze. Aperta dai saluti del direttore del CREA Daniele Massa, la mattinata è così proseguita con l’intervento di Barbara Ruffoni, responsabile del CREA Sanremo che ha traghettato il pubblico da quella che nacque come Stazione sperimentale a Villa Meridiana, “casa Calvino”, e che è oggi la sede di Corso degli Inglesi del CREA. Della tempra di Mario Calvino, ricordato per la sua capacità visionaria, da vero rivoluzionario tra le piante, ha raccontato Tito Schiva, mentre del valore del lavoro di ricerca di Eva Mameli, compagna ma da sempre anche collega di Mario, ha parlato Loretta Marchi. L’inaugurazione si è conclusa con il ricordo del rapporto speciale tra Mario Calvino e Libereso Guglielmi, esplorato dalla figlia del celebre giardiniere, Tania Guglielmi, tra ricordi densi di ironia e ammirazione per “il professor Calvino” e il suo modo di guardare al mondo vegetale. Una prospettiva che, come più tardi avrebbe fatto la scrittura del figlio, sapeva leggere nel futuro.

Nei quattordici pannelli che compongono la mostra si segue, con una suggestione botanica, l’iter di Mario Calvino, pioniere del progresso agrario in Riviera e non solo. Dalla “germinazione” costruita tra le colline di Sanremo alla “fioritura”, ricca di ispirazioni che porteranno alla vittoria della cattedra ambulante e all’inizio di una “disseminazione” che durerà poi per la tutta la carriera, fino alle nuove varietà, un’ibridazione che, oltre che metaforica, rispecchia il reale lavoro di Calvino in collaborazione con gli ibridatori e per la compilazione dei registri varietali. Proprio alcuni esempi di registri sono tra testimonianze più preziose esposte in mostra: Calvino ed Eva Mameli furono tra i primi a portare avanti l’attività di registrazione, come testimoniano i documenti originali esposti, parte dei preziosi fondi calviniani del CREA. Sono queste straordinarie testimonianze, insieme al materiale iconografico conservato alla Biblioteca Corradi nel Fondo Eva Mameli e Mario Calvino, a comporre una mostra dove strumentazioni e semenze si alternano a fotografie, e i celebri avocado e cedri introdotti da Calvino riportano sulle orme dei suoi tanti viaggi, specie in Sudamerica.

Un lavoro immenso, quello della famiglia Calvino, che oggi risuona tra le stanze storiche della villa divenuta, dagli anni Cinquanta, sede della Stazione sperimentale. L’eredità di Mario Calvino si misura proprio nel concetto di floricoltura industriale che si riflette nella ricerca applicata odierna, nell’attenzione all’ibridazione e alla coltivazione di fiori che, come accade ancora oggi, da Sanremo prenderanno le strade del mondo, e nel grande impegno per la divulgazione testimoniato dalle riviste tecniche che con la moglie fondò e portò avanti per anni, precursore del lavoro di disseminazione che oggi prosegue. Pionieri in molti aspetti che costituiscono le radici dell’attuale lavoro del CREA-OF sul miglioramento genetico o sulla lotta ai patogeni, un secolo fa i Calvino avevano già afferrato l’importanza dell’equilibrio ecologico, e persino delle essenze e dei fiori eduli.

Un’eredità più che viva, la loro, da scoprire e rileggere in mostra dal 13 al 16 marzo, dalle 10.00 alle 16.00 in occasione del Festival del fiore, e fino al 30 aprile su appuntamento contattando il CREA.

Articolo di Alessandra Chiappori, video servizio di Davide Avena

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