Stefania Cattaneo lavora al Mercato dei Fiori, una realtà che presenta peculiarità interessanti per produttori e commerciali, ma anche alcuni punti oscuri per coloro che non frequentano il settore floricolo. Sebbene avessimo già parlato del funzionamento del mercato e del servizio di asta, oggi abbiamo la fortuna di incontrare chi da tempo vive in prima persona questo luogo molto particolare. Non potevamo non approfittarne per farci raccontare curiosità e segreti che si nascondono dietro al mondo delle contrattazioni.

Come si svolge l’attività quotidiana al mercato dei fiori?

“Il mercato è un luogo molto dinamico! Apre i suoi cancelli la mattina prestissimo, alle 4.30: io ora non faccio più quell’orario, ma è proprio a quell’ora che gli operatori iniziano a entrare, chi sulla piazza chi al nostro deposito fiori. La fischiata per le contrattazioni in piazza è fissata alle 5 di mattina, e da quel momento iniziano le attività operative e la movimentazione del prodotto tra produttori, commercianti e grossisti. Negli anni il sistema di vendita si è evoluto, oltre alla Piazza ed al Deposito Fiori, si è introdotta l’Asta che segue la stagione floricola [novembre-maggio N.d.R.]: all’asta vendiamo tutte le varietà di ranuncolo, ma in alcune stagioni abbiamo venduto anche l’anemone”.

Da quanto lavora qui?

“Parecchi anni, ho iniziato qua sulla piazza nel 2006”

In questo tempo avrà sicuramente riscontrato dei cambiamenti

“Sì, c’è stato un evolversi delle vendite dovuto all’uso del cellulare per esempio, che c’era già quando sono entrata io qua sulla piazza, ma che ha ridimensionato tutto perché piano piano non c’è stato più bisogno del luogo fisico di incontro. Le vendite avvengono anche durante tutto l’arco della giornata, sull’ordinato al di fuori dell’area mercatale e quindi adesso è tutto molto ridimensionato sul Plateatico, pur essendo il deposito e l’asta sempre attivi. I canali di vendita sono diventati per lo più quelli diretti, per esempio il nostro deposito fiori, ma anche le vendite al di fuori dell’area mercatale tra singoli commercianti, che hanno il loro magazzino, e i produttori locali”.

Approfondiamo meglio il rapporto tra commercianti e produttori che si viene a creare

“Noi facciamo un servizio di vendita qui in deposito fiori dove accogliamo i nostri produttori accreditati con la merce in conto vendita: la prendiamo in carico e viene stoccata nei nostri frigoriferi. I venditori la offrono ai commercianti e al momento della vendita noi, come Amaie Energia e Servizi, tratteniamo il 10% sul prezzo di realizzo per il servizio di vendita, il cosiddetto aggio. Il produttore arriva con la merce e viene accolto dai nostri addetti al ritiro, che contano la merce conferita ed effettuano già visivamente un primo controllo qualitativo. È un sistema che ricorda un setaccio: c’è una prima barriera, in un primo momento si guarda che l’intero lotto consegnato non presenti problematiche macroscopiche sui parametri qualitativi”.

Ci sono dei requisiti specifici?

“Sì, abbiamo dei requisiti minimi, ovviamente la freschezza del prodotto, poi il grado di fioritura, perché si deve riuscire a comprendere che il prodotto dovrà sviluppare la fioritura una volta arrivato al cliente finale. E poi è necessario che la merce non presenti parassiti vivi: ad esempio quando fa caldo ci potrebbero essere problematiche come il pidocchio oppure il tripide. Rispetto a queste tre caratteristiche il prodotto deve essere ineccepibile”.

E se si incontra un’anomalia?

“Se dovesse risultare un’anomalia riscontrata dall’addetto al ritiro, allora entra in scena chi ha il mio ruolo di controllo qualità. Facciamo un controllo più approfondito, prendiamo un campione della partita, il pacco viene aperto e verifichiamo che non ci siano problemi. Nel caso si riscontri qualche anomalia, per esempio parassiti vivi o danni da intemperie che compromettono la qualità del prodotto, possiamo declassare la qualità di scelta oppure, in base all’entità, bloccare la partita consegnata comunicando al produttore che la sua merce, non è più vendibile, oppure ancora mandandola direttamente noi alla distruzione. Questo può accadere, per esempio, nel caso di parassiti vivi”.

Nell’arco dell’anno, con il trascorrere delle stagioni, avviene qualche cambiamento?

“Teniamo sempre conto dei fattori climatici, specie con primavere particolarmente calde oppure stagioni che fanno registrare eventi climatici eccezionali. Quando abbiamo periodi, come quest’autunno, molto piovosi e con temperature ancora alte, possiamo riscontrare problematiche di tipo fungino come la Botrytis sui prodotti più suscettibili; in questi casi teniamo monitorata molto di più la situazione con controlli a campione maggiori e più consistenti”.

I controlli cambiano anche in base alla tipologia di merce?

“Sì, per esempio in estate abbiamo avuto tanta consegna di prodotto a fronde verdi, per le quali bisogna tenere monitorato anche il peso, affinché il prodotto sia quello dichiarato in base al tipo di confezionamento dichiarato. Abbiamo diverse categorie di scelta della merce che entra: ad esempio se un produttore dichiara un ranuncolo extra, deve avere dei parametri il più tendenti possibili alla perfezione: non stiamo attenti solo all’omogeneità del grado di fioritura, ma anche al colore delle foglie, allo stelo abbastanza rigido e all’assenza di macchie sui petali e sulla foglia dovute a trattamenti fitosanitari o intemperie”.

Ci sono differenti procedure di verifica in asta e in deposito?

I parametri qualitativi sono gli stessi per la merce in deposito e in asta, per quest’ultima differisce la tempistica in cui viene svolto il controllo qualità. Abbiamo delle fasce orarie di ritiro per la merce dedicata alla vendita all’asta e quindi il controllo avviene seduta, stante, non solo con l’addetto al ritiro ma anche con il controllore che vigila sempre. In caso di eventuali irregolarità l’intervento deve essere tempestivo, perché una volta che tutta la merce è caricata sul database, poi non è più possibile verificare. Nella vendita diretta in Deposito invece può non essere immediata, un prodotto può rimanere anche due o tre giornate, e c’è un po’ più di elasticità nelle tempistiche”.

È un lavoro che la coinvolge molto!

“Sì, io sono un agrotecnico, diplomata all’Istituto Aicardi di Sanremo, ho sempre vissuto l’ambiente floricolo, sono cresciuta tra coltivatori, abbiamo iniziato in famiglia con la mazzeria per poi passare alle rose. È un lavoro appassionante ed è bello il contatto diretto con i fornitori e i compratori, con le problematiche di ciascun gruppo. È un bel lavoro, avvincente!”

Il suo momento preferito al mercato?

“L’asta è una bellissima piattaforma di vendita. Ricordo che la scuola ci aveva portati in Olanda ad Aalsmeer, il mercato dove si faceva l’asta con l’orologio che a Sanremo non avevamo ancora. Vederla crearsi, con il fermento della mattina e soprattutto la curiosità sul prezzo che viene realizzato è veramente interessante: l’asta dà l’indicazione di quanto il prodotto sia desiderato dal consumatore, seguendola si capisce quale articolo è stato il più venduto, il prezzo che si è realizzato. C’è tutta la curiosità del fornitore, e resta un canale di vendita molto importante per il settore”.

Il mondo sta cambiando rapidamente, cosa vede nel futuro del mercato dei fiori?

“È evidente che c’è sempre più attenzione a rendere integrata la produzione con le esigenze globali. Il clima sta evolvendo in maniera repentina e quindi si cerca sempre più di avere dei metodi culturali che non impattino troppo sul sull’ecosistema, per cercare di contenere un cambiamento che, in un settore come il nostro, è altamente impattante. Avere stagioni di siccità e temperature sempre alte ci danneggia in maniera importante. Quindi ci si muove a sostegno di tecniche colturali più ecosostenibili, razionalizzando i trattamenti e la tipologia di prodotti utilizzati, e si va nella direzione d’incentivare le aziende produttrici verso le certificazioni di qualità. Relativamente al Mercato dei Fiori come struttura siamo a conoscenza di importanti progetti a valere sul PNRR che implicano circa 16 ml di euro di investimenti, nel 2025-2026, tra i quali un parco fotovoltaico da 2 megawatt che verrà installato sul tetto. Diciamo una particolare attenzione alla sostenibilità anche da parte nostra”.

Per quanto riguarda la vendita?

“Credo ci sarà sempre meno la necessità di un luogo fisico per interagire. Il nostro però è un settore che mi piace definire artigianale, in cui si deve toccare con mano: il fiore va visto, sentito con i cinque sensi, penso che non si potrà arrivare a comprare da una vetrina online. Però magari un servizio all’asta potrebbe servire per fare una vendita da remoto nel futuro: con le tecnologie sempre più veloci si potrebbe arrivare ad avere uno spazio online per chi è interessato ad acquistare, creare una sorta di catalogo dove vedere il prodotto del momento, magari una primizia”.

Intervista della nostra collaboratrice Alessandra Chiappori.

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