La nostra rubrica #Piantala oggi va alla scoperta di un genere variegato ed affascinante: quello delle Salvie.

Tutti conosciamo la Salvia officinalis, tipica della macchia mediterranea e tra le più importanti coltivate in vaso sulla pianta di Albenga.

Ma nell’ambito della famiglia delle Lamiaceae il genere Salvia conta più di 900 specie, a cui si aggiungono decine di ibridi (di origine naturale o non) e centinaia di cultivars. Un bellissimo lavoro di selezione e ricerca in questo senso è stato portato avanti dal ex CRA-FSO, ora CREA-OF, di Sanremo, che ha redatto una serie di pubblicazioni di assoluto interesse e disponibili gratuitamente in rete: https://www.crea.gov.it/web/orticoltura-e-florovivaismo/pubblicazioni-istituzionali-e-schede-tecniche.

Presenti allo stato spontaneo in tutti i continenti, eccetto l’Australia, con diffusione nelle regioni temperate e tropicali dei due emisferi ed escursione altitudinale dal livello del mare a oltre 3400 m, le salvie sono state utilizzate per secoli in fitoterapia per il trattamento di disturbi digestivi e circolatori, bronchiti e tossi. Questo perchè molte specie sono ricche di sostanze polifenoliche attive contro gli stati infiammatori, come l’acido caffeico, l’acido rosmarinico, acidi salvianolici, luteina, quercitina, apigenina.

Inoltre recenti ricerche scientifiche hanno confermato le proprietà antiparassitarie di alcune nuove specie selezionate.

La Salvia officinalis, la più conosciuta ed utilizzata in cucina, può essere usata non solo per insaporire i piatti o guarnirli con i propri fiori azzurro-violacei, ma è in grado di apportare ferromagnesio e vitamina K. Molto coltivata sulla piana di Albenga come aromatica in vaso, solitamente in diametri che vanno dal 14 al 18, viene esportata in tutto il nord Europa e specialmente in Germania.

E’ una pianta molto rustica, che ben si adatta a tutte le tipologie di terreno. Si può coltivare in giardino trapiantandola in pienaria, dove può arrivare a raggiungere dimensioni importanti allargadosi soprattutto in larghezza; oppure tenerla in vaso sul balcone di casa, magari aumentando le dimesioni dello stesso man mano che la crescita prosegue. Predilige una postazione soleggiata e non necessita di troppa acqua. Data la sua forza, resiste bene alle basse temperature ed alla siccità. Attenzione a non annaffiare le foglie, possono subire danni da ustione con l’esposizione delle goccioline d’acqua al sole estivo, meglio che l’acqua sia indirizzata solo a livello del terreno.

In cucina si può utilizzare in moltissime preparazione: dal classico condimento “burro e salvia” per insaporire gnocchi e pasta ripiera; all’utilizzo su carni e pesce; fino ad arrivare al consumo diretto delle foglie pastellate e fritte.

Esistono anche salvie dal sapore più esotico, come la Salvia elegans dai fiori rosso carminio e le foglie che regalano un chiaro sentore di ananas, detta, infatti salvia ananas.

Dalle forme particolari come la Salvia aurea, originaria del Sud Africa

Dai colori sgargianti come la Salvia buchananii originaria del Messico

Nel linguaggio dei fiori, la salvia ha il significato di longevità e salute, forse perchè il suo nome deriva dal latino salvus “sano, salvo” o salus “salute”.
Regalare una salvia dai fiori azzurri, non solo la officinalis ma anche altre specie, alla persona amata significa “apprezzo le tue qualità”, mentre regalare una Salvia aurea è simbolo di venalità. Se si scelgono invece salvie dai fiori color porpora si vuole simboleggiare l’ambizione.

Oltre alle indubbie curiosità che una specie così variegata e ricca di qualità può suscitare, storie e leggende sulle Salvie si registrano in tutto il mondo, esse ricoprono da sempre una indubbia importanza a livello scientifico e di ricerca in campo botanico, vegetale e varietale.

Il CREA-OF di Sanremo si è occupato della “Valorizzazione ornamentale di collezioni di germoplasma vegetale”, responsabile della ricerca il Dr. Claudio Cervelli, proprio con un accurato lavoro sulle Salvie a partire dal 2004. Ora la collezione del Centro ha raggiunto e superato le 153 accessioni, un lavoro importante volto a valorizzare la biodiversità ed incentivare lo studio su nuovi ibridi.

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