Fiori italiani a rischio: con il +95% dei costi per piante e sementi è allarme rosso per i vivai travolti dai rincari dell’energia. Si tratta di aumenti che interessano l’intera filiera: dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni, fino ad arrivare al gasolio per il riscaldamento delle serre.
I dati sono stati diffusi dal Crea in occasione del Flormart, fiera dedicata alle eccellenze del florovivaismo Made in Italy.
“Il settore florovivaistico ligure – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – è un comparto storico della nostra economia. Si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona, con circa 3200 aziende di fiori e piante ornamentali nella prima e un migliaio nella seconda. Negli anni le produzioni sono state reindirizzate per rispondere alle nuove esigenze del territorio e del mercato, arrivando a comprendere ranuncoli, anemoni, mimosa, margherite, gerbere, verde e fronde ornamentali. Un settore fondamentale per la Liguria e per l’intero Paese, che conta al proprio interno 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese, impegnate fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e piantine da trapianto (7500)”.
Un comparto davvero portante per l’economia della Liguria, ma che, purtroppo, continua ad essere messo sotto pressione dai continui aumenti dei costi di produzione: +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti e +45% per i servizi di noleggio. Senza contare l’incremento delle spese di trasporto, particolarmente opprimenti per l’Italia, dove l’85% delle merci viaggia su gomma, e gli aumenti degli imballaggi: +72% per la plastica dei vasetti dei fiori, +40% per il vetro, +31% per la carta.
“Un primo passo contro il caro bollette – continuano Boeri e Rivarossa – è rappresentato dall’estensione a fabbricati e serre della riduzione dei costi del gasolio fino alla fine dell’anno. Tra le proposte della Coldiretti, inoltre, figurano anche lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera, già stanziati nel Pnrr, e l’incentivazione delle operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole. Atteso, infine, il provvedimento in discussione il prossimo 28 settembre, trasmesso dal Ministero delle Politiche Agricole alla Conferenza Stato-Regioni, il quale prevede misure di contributo per le imprese florovivaistiche che abbiano sostenuto nel periodo marzo-agosto 2022 costi superiori di almeno il 30% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2021 per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra”.